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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Contenzioso sulle parcelle: uno a zero per le avvocatesse del Comune

Via libera al pagamento di 24mila euro a titolo di spettanze. E intanto l'amministrazione civica riconosce la disoccupazione all’architetto Costantino

BRINDISI – Uno a zero per le due avvocatesse di Palazzo di città: il Comune ha dato il via libera al pagamento di quasi 24mila euro per evitare un ulteriore aggravio delle spese legali a carico dell’ente. Ma non rinuncia a giocare la partita davanti al giudice, tanto è vero che resta ferma la volontà di opporsi al decreto ingiuntivo ottenuto dalle due dipendenti, sostenendo una diversa interpretazione del regolamento interno a palazzo di città, rimaneggiato l’ultima volta nel 2003.

Il punto in favore di Monica Canepa ed Emanuela Guarino è arrivato qualche giorno fa, quando il dirigente del settore Risorse Umane, Angelo Roma, ha preso atto della situazione che si è venuta a creare dopo lo scambio di lettere tra Massimo Ciullo, il legale a cui le due si sono affidate per ottenere la liquidazione delle parcelle e Sandro Stefanelli, l’avvocato a cui l’amministrazione si è rivolto per avere un parere terzo, in attesa che si arrivi all’udienza in Tribunale, quando cioè l’ente ufficializzerà la propria opposizione al decreto ingiuntivo che la coppia ha ottenuto per rivendicare il diritto alle parcelle per le controversie che si sono concluse in maniera favorevole per il Comune.  Diritto negato, sulla base di una diversa interpretazione della materia.

Ciullo, già assessore, ha incalzato il Comune dopo il silenzio seguito alla pronuncia del giudice del lavoro e ha anticipato un ulteriore ricorso in Tribunale. Non ha mollato la presa, sino ad arrivare a diffidare l’amministrazione: “Il credito delle mie clienti rinviene dalle determine numero 70,91 e 99 del 2014, ammontante a complessivi 11.898 euro e 66 centesimi ciascuno”, è scritto nella lettera. Ancora: quella somma è “certa, liquida ed esigibile e nessun ostacolo sussiste alla corresponsione delle somme”. Quindi la conclusione: “Vi invito e diffido a voler provvedere, nel termine di quindici giorni dalla ricezione della presente, al pagamento in favore delle predette”.

“In difetto sarò costretto ad adire nuovamente le vie legali al fine di tutelare il diritto degli avvocati Canepa e Guarini, ingiustamente paralizzato dalle incomprensibili e ostinate perplessità dell’ente, con ulteriore aggravio per le spese pubbliche”. Chiaro il messaggio, di fronte al quale nulla ha potuto eccepire Stefanelli, se non ricordare la vicenda e rimettere le valutazioni del caso al Comune, fermo restando che nel caso in cui l’opposizione al decreto ingiuntivo dovesse trovare accoglimento, è sempre possibile chiedere la restituzione delle somme.

Di certo, in un contesto del genere, i dirigente ha messo sul piatto della bilancia un’eventuale nuova condanna che avrebbe comportato un aggravio delle spese legali. Per il momento la vittoria è delle avvocatesse che avranno 11.898,65 euro, oltre onere riflessi, a testa. Nel frattempo rivendicano il diritto alla carriera, violato – sostengono – da una condotta maschilista del Comune, citato in giudizio per discriminazione di genere, con richiesta di danni per 50mila euro a testa.

Nel frattempo a palazzo di città è stata risolta la situazione contributiva dell’ex dirigente del settore Patrimonio e Casa, Valerio Costantino, in servizio dal 13 marzo 2006 sino alla fine dello scorso mese di gennaio, quando il sindaco Mimmo Consales ha messo il punto al rapporto di lavoro, affidando la ripartizione a un altro architetto, Sergio Cioffi, in coppia con i Trasporti, poi affidati al comandante della polizia municipale, Teodoro Nigro.

Se è vero che Costantino si è candidato nuovamente alla guida del settore e risulta tra i finalisti della selezione, è altrettanto vero che il Comune è stato chiamato a definire la sua indennità di disoccupazione: 6.578 euro e 81 centesimi, da versare all’Inps. Perché sino a quando non sarà assunto, dall’amministrazione o altrove, resta disoccupato, sia pure involontariamente.

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