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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Processo Acque Chiare, spunta un foglio fatto firmare in bianco dal notaio

BRINDISI - Testimonianza numero 115 di 175. Tante sono le parti civili chiamate in causa dalla difesa del notaio Bruno Cafaro, che hanno sfilato fino a questo momento in aula al banco dei testimoni, ma solo ieri, per la prima volta, è emerso un mistero nel mistero del villaggio Acque chiare: fogli in bianco firmati su sollecitazione del professionista, all’atto di sottoscrizione dei preliminari d’acquisto. “Ci fece firmare un foglio in bianco, per un futuro consorzio diceva, di cui avremmo fatto tutti parte per gestire le porzioni comuni del villaggio Acque chiare, strade, servizi, e cose così. Ci fidammo, come fai a non fidarti di un notaio?”, con questo interrogativo si sono chiuse le testimonianze dei proprietari comparsi ieri nel processo che vede imputati per lottizzazione abusiva oltre al professionista citato, il costruttore Vincenzo Romanazzi, il progettista Severino Orsan e l’ex dirigente dell’ufficio Urbanistica del Comune di Brindisi Carlo Cioffi.

BRINDISI - Testimonianza numero 115 di 175. Tante sono le parti civili chiamate in causa dalla difesa del notaio Bruno Cafaro, che hanno sfilato fino a questo momento in aula al banco dei testimoni, ma solo ieri, per la prima volta, è emerso un mistero nel mistero del villaggio Acque chiare: fogli in bianco firmati su sollecitazione del professionista, all’atto di sottoscrizione dei preliminari d’acquisto. “Ci fece firmare un foglio in bianco, per un futuro consorzio diceva, di cui avremmo fatto tutti parte per gestire le porzioni comuni del villaggio Acque chiare, strade, servizi, e cose così. Ci fidammo, come fai a non fidarti di un notaio?”, con questo interrogativo si sono chiuse le testimonianze dei proprietari comparsi ieri nel processo che vede imputati per lottizzazione abusiva oltre al professionista citato, il costruttore Vincenzo Romanazzi, il progettista Severino Orsan e l’ex dirigente dell’ufficio Urbanistica del Comune di Brindisi Carlo Cioffi.

I proprietari chiamati in causa dal difensore di Cafaro, l’avvocato Stefano Prontera, hanno riferito di questi fogli firmati in bianco, attestato inequivocabile di fiducia nel professionista e fors’anche di quella “buona fede” nell’acquisto delle villette che non potevano essere destinate a uso residenziale, secondo l’accusa. Cosa ha voluto dimostrare la difesa di Cafaro sollecitando quelle testimonianze intorno al futuribile consorzio che non ha mai visto la luce? Probabilmente che gli acquirenti erano stati avvertiti della natura imprenditoriale, destinata al turismo, del progetto. Per l’accusa e la difesa delle parti civili, è vero piuttosto il contrario, proprio sulla scorta delle stesse affermazioni rese in aula sotto giuramento.

Lo stesso presidente del tribunale, il giudice Francesco Aliffi, ha incalzato con delle domande volte a capire come potessero aver firmato fogli in bianco, e sulla scorta di quali dichiarazioni e assicurazioni da parte del notaio. La verità, alla fine, sarà una sola, una sola l’interpretazione possibile da parte del tribunale, al di là delle schermaglie di parte. Restano altri sessanta proprietari da ascoltare per comporre quella realtà dei fatti che tutti attendono con il fiato sospeso, specialmente chi sostiene di essere stato gabbato e si ritrova oggi dall’altra parte della barricata. Ieri stesso, nelle mani degli avvocati di parte civile, molti dei proprietari hanno consegnato un foglio a firma della procura brindisina, nome in calce quello del pm Adele Ferrato, l’atto di notifica della citazione diretta a giudizio per lottizzazione abusiva. Nel processo che inizierà a ottobre, sono imputati al fianco di coloro dal quale sostengono di essere stati raggirati.

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