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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Ceglie Messapica

Omicidio di Sonia Nacci: il procuratore generale chiede la conferma delle condanne

Si è svolta stamattina (giovedì 18 maggio) la prima udienza del processo d'appello sulla morte della 43enne di Ceglie Messapica. Tre gli imputati

CEGLIE MESSAPICA – Conferma della sentenza emessa in primo grado. Questa la richiesta avanzata dal procuratore generale Salvatore Cosentino nel corso della prima udienza del processo d’appello sull’omicidio di Sonia Nacci, la 43enne di Ceglie Messapica deceduta il 22 dicembre 2020 a causa delle lesioni riportate durante un pestaggio. L’udienza si è svolta stamattina (giovedì 18 maggio) presso la corte d’appello di Lecce. In primo grado la corte d’assise di Brindisi (presidente Genantonio Chiarelli) aveva condannato tutti e tre gli imputati, infliggendo 23 anni e otto mesi di reclusione a Giovanni Vacca e all’ex compagna Daniela Santoro e 14 anni di reclusione al 22enne Cristian Vacca (figlio di Giovanni), per il reato di omicidio aggravato in concorso

Le indagini furono condotte dai carabinieri del Nor della compagnia di San Vito dei Normanni, coordinati dalla Procura di Brindisi. Sulla base di quanto ricostruito dall’accusa, Sonia Nacci il 21 dicembre 2020 sarebbe andata in casa di due imputati per comprare droga ma a causa di un pregresso debito che avrebbe accumulato coi Vacca, sarebbe stata aggredita con una "mazzetta in ferro". Sbattuta violentemente con la testa contro il muro, colpita a calci e pugni e ancora con il martello di ferro, Sonia Nacci riuscì tuttavia a ritornare a casa, distante circa 200 metri dall'abitazione. Una volta rientrata le sue condizioni si aggravarono fino al trasporto presso l'ospedale di Francavilla Fontana intorno alle 2:30.

La donna morì il 22 dicembre nel reparto di rianimazione dell'ospedale Santissima Annunziata di Taranto per "shock traumatico a larga componente emorragica".

Giovanni e Cristian Vacca vennero arrestati dai carabinieri al culmine dell'attività di indagine, nel gennaio 2021. I tre imputati hanno sempre respinto gli addebiti.  I loro legali (il collegio difensivo è composto dagli avvocati Danilo Cito, Giuseppe Deleonardis e Cosimo Deleonardis) avevano annunciato ricorso in appello, dopo la sentenza di primo grado. Per Daniela Santoro la Procura di Brindisi aveva chiesto la misura cautelare del carcere, richiesta rigettata dalla corte d'assise d'appello di Lecce. 

La prossima udienza è prevista per il 29 giugno 2023, quando la parola passerà alle difese. La corte è presieduta da Vincenzo Scardia (relatore Giuseppe Biondi). 
 

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