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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Revoca staff del sindaco, processo davanti al giudice del lavoro

I dirigenti Angelo Roma e Costantino Del Citerna chiedono la reintegrazione dopo la cancellazione decisa da Angela Carluccio nell'ottica del taglio delle spese per 50mila euro l'anno: l'ufficio era stato costituito nel 2001 da Giovanni Antonino. Il Comune: "Funzioni di impulso e ausilio non più necessarie, nuova organizzazione interna a Palazzo"

BRINDISI – Da un lato i due dirigenti di Palazzo di città rimasti orfani della qualifica di componenti dello staff, dall’altro il Comune di Brindisi: al centro del contenzioso, approdato in Tribunale, c’è la revoca dell’ufficio costituito nel 2001 dall’allora sindaco Giovanni Antonino e revocato dall’attuale prima cittadina Angela Carluccio nell’ottica del taglio dei costi per 50mila euro l’anno con annessa riorganizzazione interna.

Angela Carluccio 2-2-4Sarà il giudice del lavoro a stabilire se le richieste di reintegrazione avanzate da Angelo Roma, ex capo di Gabinetto, e Costantino Del Citerna, ex vice segretario generale, siano o meno fondate. Se, come sostengono i due ricorrenti, il provvedimento sindacale del 27 giugno 2016, uno dei primi assunti da Carluccio dopo la sua elezione, sia o meno illegittimo. Il legale che rappresenta entrambi, il cassazionista Angelo Roma di Ostuni (omonimo del dirigente), sostiene che a Del Citerna sia stato “sottratto il ruolo di vice segretario generale, limitandolo all’incarico di dirigente del servizio Affari generali da cui però sono state sottratte alcune funzioni, come Gare e contratti” e che all’altro sia stato “sottratto quello di dirigente del settore Gabinetto-Programmazione economica” destinandolo alla direzione del settore Ufficio del Consiglio comunale e dei servizi Turismo, Teatro, Cultura e Beni monumentali. “La sindaca si è arrogata il potere di modificare il rapporto tra organo politico e dirigenza di ruolo”, si legge nell’atto di citazione.

In particolare, l’avvocato ha sottolineato che c’è stata una “modifica in maniera apodittica e del tutto a-procedimentale della struttura organizzativa” con la cancellazione dello staff di supporto, tenuto a battesimo da Antonino sindaco 16 anni addietro e sopravvissuto nel tempo”. Anche perché “hanno continuato a svolgere le funzioni ad oggi, dopo la soppressione”, essendo stati “convocati a partecipare a riunioni per fornire ausilio tecnico su temi come, ad esempio, la mobilità urbana, i rifiuti e diverse urgenze urbanistiche che esulano del tutto dalle competenze specifiche riguardanti i settori di rispettiva competenza”. In via istruttoria, il legale ha chiesto di “ammettere come prova testimoniale” l’ascolto dell’ex segretario generale Paola Giacovazzo e di Mirella Destino dirigente del settore Servizi finanziari.

La sindaca non ha fatto un passo indietro rispetto al contenuto del comunicato stampa diramato a giugno dello scorso anno:  “Lo staff, rimasto attivo ininterrottamente per 15 anni prevedeva un ulteriore compenso annuale di 25mila euro per ognuno dei due dirigenti nominati e ha comportato all’Amministrazione comunale l’esborso complessivo di poco meno di un milione di euro, dal 2001 a oggi”.

 “La decisione è stata presa in linea con la politica di risparmio delle risorse pubbliche decisa dalla sindaca Angela Carluccio e nel quadro del mutato assetto dirigenziale determinato con il provvedimento sindacale del 27 giugno scorso”. A confermare le ragioni della revoca, è arrivata la recente lettera scritta dal dirigente del settore Risorse Umane, Nicola Zizzi, nel frattempo nominato capo di Gabinetto: “La progressiva diminuzione del numero dei dirigenti a tempo indeterminato, con l’attribuzione ai medesimi di incarichi di direzione e gestione di più settori, ha reso non più necessaria la funzione di impulso e ausilio attribuita a un ristretto gruppo d’azione, come si legge nella delibera di revoca”.

“D’altro canto, la legge Madia pur se bocciata dalla Consulta, ha delineato un nuovo volto della dirigenza pubblica, introducendo una serie di cambiamenti all’identità e al ruolo conferito agli stessi dirigenti, garanti della legalità costituzionale dell’azione amministrativa e degli organi politici-territoriali, ispirata a principi di collegialità e di gestione di funzioni complesse, pur in un quadro normativo caratterizzato da una evidente frammentarietà”. La conclusione: “Si è superata la necessità e la utilità di uno specifico staff di supporto con la necessità di revoca dell’incarico originario in quanto non più  rispondente all’organizzazione e all’assetto dirigenziale del Comune di Brindisi”. Parola al giudice.

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