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Cronaca

Processo disoccupati, i giorni del blocco

BRINDISI - "Su tutto il resto ci sono altre e più articolate indagini". Si parla del settore rifiuti, o meglio del servizio di igiene urbana a Brindisi e sulle presunte pressioni, i danneggiamenti "strumentali" e gli incendi che in tempi recenti hanno reso l'atmosfera pesante, a tratti irrespirabile.

BRINDISI - "Su tutto il resto ci sono altre e più articolate indagini". Si parla del settore rifiuti, o meglio del servizio di igiene urbana a Brindisi e sulle presunte pressioni, i danneggiamenti "strumentali" e gli incendi che in tempi recenti hanno reso l'atmosfera pesante, a tratti irrespirabile. Se n'è parlato nel corso del processo a carico dei componenti del comitato disoccupati il cui dibattimento è entrato nel vivo stamani con la deposizione dell'ispettore della Digos, Alessandro Cucurachi, che ha passato in rassegna quanto accadde l'1 e il 2 marzo del 2011 quando vi fu un blocco dei cancelli della ditta Monteco, che "impedì l'uscita dei mezzi per l'espletamento del servizio di raccolta dei rifiuti urbani".

Sono imputate 29 persone: oltre al sindacalista Cobas, Roberto Aprile, 57 anni, Cosimo Andriulo, 40 anni, Matteo Bellucci, 25 anni, Gianfranco Calignano, 23 anni, Valerio Calignano 47 anni, Antonio Carbone, 35 anni, Aldo Cigliola, 40 anni, Pierluigi Danese, 30 anni, Daniele De Leo, 31 anni, Antonio De Vita, 40 anni, Luigi De Vita, 46 anni, Francesco Di Presa, 30 anni, Alessio Ferraro, 27 anni, Vitantonio Fiaccone, 34 anni, Vito Grassi, 62 anni, Andrea Greco, 27 anni, Carlo Greco, 50 anni, Fabrizio Guttagliere, 26 anni, Samuel Miacola, 23 anni, Carmelo Nostro, 29 anni, Mauro Nani, 37 anni, Gianluca Prudentino, 42 anni, Domenico Romano, 46 anni, Marco Sansò, 32 anni, Massimo Simmini, 41 anni, Teodoro Stano 42 anni, Stefano Sunna, 35 anni, Franco Tafuro, 45 anni, Danilo Reho, 51 anni. Parte civile la ditta Monteco.

Le accuse sono a vario titolo di interruzione di pubblico servizio, violenza privata e continuata in concorso. Dei 29 imputati, 18 furono destinatari il 12 ottobre 2011 di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Le indagini furono condotte dal pm Pierpaolo Montinaro e delegate proprio alla Digos della questura di Brindisi. L'ispettore Cucurachi ha ricostruito con dovizia di particolari proprio quanto accadde in quei due giorni in cui fu realizzata una protesta, a quanto sostiene l'accusa una vera azione di forza non autorizzata, davanti ai cancelli della ditta Monteco di Brindisi.

La promozione dell'iniziativa, secondo quanto e' stato riferito, va attribuita al sindacalista Aprile, colui il quale aveva tra l'altro "inviato i comunicati stampa" e a Carlo Greco, le cui firme si leggono in calce a numerosi scritti del comitato di disoccupati. Centrale inoltre, secondo quanto emerso nel corso della deposizione la posizione di Aldo Cigliola che, a quanto e' stato detto, era stato licenziato dalla Monteco proprio "nello stesso periodo in cui si registra la costituzione del comitato" che tra l'altro il 28 febbraio 2011 aveva manifestato davanti al Comune di Brindisi, rivendicando l'assunzione dei "disoccupati brindisini" e lamentando la circostanza che molti degli operatori dipendenti in servizio in città erano residenti nel Salento.

E' stato acquisito oggi materiale fotografico estrapolato dai filmati girati proprio nel corso dei due giorni di 'blocco' dinanzi ai cancelli della sede brindisina dell'azienda di Campi Salentina, manifestazione inscenata nonostante una formale diffida del questore, i cui partecipanti sono stati tutti identificati seduta stante. Un clima pesante, dunque, su cui la polizia giudiziaria continua a lavorare. C'è ulteriore attività investigativa, approfondita, su aspetti non ancora chiariti e attualmente coperti dal segreto. Lo ha affermato Cucurachi, rispondendo alle domande degli avvocati dei difensori, che chiedevano alcuni chiarimenti sulle indagini e sulle contestazioni.

Importante, oltre al resto, il fatto che le ripetute proteste siano state messe in atto proprio nel periodo in cui si discuteva, in altre stanze, del rinnovo dell'appalto. Per gli investigatori, dunque, Aprile, aveva posizione di primo piano nel coordinamento dei "disoccupati". Erano circa una cinquantina, con le auto avevano bloccato l'uscita e il passaggio dei mezzi Monteco costringendo l'azienda a far arrivare a Brindisi altri vettori da Campi Salentina, per garantire comunque l'espletamento del servizio. Anche ai netturbini giunti in soccorso, però, furono rivolte minacce perché interrompessero l'opera. Si ritorna in aula l'11 novembre prossimo: l'accusa, dopo la narrazione di Cucurachi, ha rinunciato all'ascolto degli altri investigatori.

 

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