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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Processo e domiciliari per l’ex parroco di Bozzano

Don Francesco Caramia, accusato di atti sessuali su un chierichetto, lascia il carcere e raggiunge un convento del Lazio. Il gip ha accolto la richiesta dei difensori. La Procura ottiene il giudizio immediato

BRINDISI – Processo immediato per don Francesco Caramia, l’ex parroco del rione Bozzano di Brindisi, arrestato il 15 giugno con l’accusa di atti sessuali su un chierichetto di nove anni: il prete attende la prima udienza in un convento della regione Lazio, dopo aver ottenuto i domiciliari.

Il parroco don Francesco CaramiaIl giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, nei giorni scorsi, ha accolto l’istanza avanzata dai difensori Giancarlo Camassa e Rosanna Saracino, secondo i quali le esigenze cautelari sono da ritenere attenuate, rispetto a quanto il pubblico ministero Milto Stefano De Nozza aveva evidenziato nella richiesta di arresto, poi eseguita dai carabinieri, in aggiunta ai gravi indizi di colpevolezza. Il gip ha condiviso e ha disposto quindi il riconoscimento del beneficio dei domiciliari che erano stati negati dal Tribunale del Riesame di Lecce, alla fine del mese di giugno.

Sul presupposto dell’evidenza della prova, il pm ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato, vale a dire senza il passaggio dall’udienza preliminare, con il risultato che l’ex parroco affronterà direttamente il processo che inizierà il prossimo 11 ottobre davanti al Tribunale di Brindisi, in composizione collegiale. La difesa non intende avvalersi di riti alternatici al dibattimento perché il parroco si è sempre professato innocente.

Don Francesco Caramia deve difendersi dall’accusa di atti sessuali compiuti tra il 2007 e il 2008 su un chierichetto di nove anni. Nel fascicolo delle indagini, sono confluite diverse intercettazioni ambientali e telefoniche e il verbale dell’interrogatorio reso dal minore ritenuto vittima degli abusi, in sede di incidente probatorio, svolto davanti al gip del Tribunale di Brindisi il 16 febbraio scorso. L’inchiesta è partita dopo un esposto presentato dal pediatra del ragazzino al quale si era rivolta la madre del minore dopo aver raccolto la confidenza di un’amica del figlio. Anche la ragazza, non ancora maggiorenne, è stata sentita nel corso dell’incidente probatorio a cui ha assistito, come consulente della difesa, la criminologa Roberta Bruzzone, volto noto su scala nazionale, anche per una serie di partecipazioni a programmi televisivi.

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