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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Ostuni

Processo New deal: Difesa tira in ballo un rumeno per raid in Municipio

OSTUNI - Si è svolta stamani, presso l’aula Metrangolo del Tribunale di Brindisi la quarta udienza del processo “New deal”, che vede alla sbarra Denis Loparco (38 anni), Alfredo Capone (52 anni), Pierluigi Cisaria (42) e Giovanni Basile (32). Tutti ostunesi e tutti accusati dei reati di associazione mafiosa, estorsione, furto, rapina, danneggiamenti e detenzione abusiva di armi.

OSTUNI - Si è svolta stamani, presso l’aula Metrangolo del Tribunale di Brindisi la quarta udienza del processo “New deal”, che vede alla sbarra Denis Loparco (38 anni), Alfredo Capone (52 anni), Pierluigi Cisaria (42) e Giovanni Basile (32). Tutti ostunesi e tutti accusati dei reati di associazione mafiosa, estorsione, furto, rapina, danneggiamenti e detenzione abusiva di armi. Dinanzi al collegio presieduto dal giudice Gabriele Perna continuano a alternarsi pubblici amministratori, tecnici, imprenditori destinatari a cavallo tra il 2008 e il 2009 di una lunga serie di atti intimidatori, che per l’accusa sono tutti da addebitare a carico dei quattro imputati.

Tra i testi sentiti in aula (per conto dei Pubblici ministeri Milto De Nozza e Alberto Santacatterina), anche la signora Maria Saponaro, moglie del geometra Grazio Martucci. La coppia fu vittima di un grave attentato incendiario: la loro abitazione di campagna fu infatti data alle fiamme il 13 gennaio 2009. La donna ha ricordato la paura e le tensioni accumulate in quei terribili mesi. In aula, come testi, anche gli operatori delle forze dell’ordine, invitati a ricostruire nel dettaglio alcuni degli episodi incriminati, con particolare riferimento all’incursione vandalica compiuta presso il Municipio della Città bianca, la notte del 23 novembre 2008. I legali di Loparco (Giovanni Zaccaria e Elvia Belmonte) e di Capone (Francesco Gentile), hanno chiesto di inserire tra gli atti del dibattimento anche i fascicoli relativi alle indagini che proprio per quell’episodio spinsero gli inquirenti in un primo momento a inserire nel registro degli indagati il nome di un giovane rumeno, che quella stessa notte si presentò al Pronto soccorso per farsi curare una ferita da taglio procuratasi alla mano. La Difesa ha chiesto di conoscere l’esito delle perizie scientifiche ed i risultati delle analisi effettuate sulle tracce di sangue rinvenute all’epoca sugli infissi del Comune.

Prossima udienza, fissata per il 12 maggio.

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