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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Procura: “Minacce e pressioni reiterate”

BRINDISI - L’occupazione abusiva di suoli pubblici e privati. Certo. L’interruzione di pubblico servizio, con il blocco dei compattatori e la catena umana davanti ai cancelli della “Monteco”. La violenza privata, ovviamente, ai danni dei titolari dell’azienda appaltatrice del Servizio di Igiene urbana e degli stessi lavoratori della “Monteco”. Ma sono soprattutto le minacce, reiterate, che hanno determinato i provvedimenti di custodia cautelare ai domiciliari a carico di 18 componenti il Comitato dei Disoccupati brindisini, che a parere degli inquirenti sarebbero stati coordinati e istigati da capo dei Cobas di Brindisi, Roberto Aprile (detto Bobo), figura storica del sindacato autonomo brindisino, anch’egli ristretto ai domiciliari.

BRINDISI - L’occupazione abusiva di suoli pubblici e privati. Certo. L’interruzione di pubblico servizio, con il blocco dei compattatori e la catena umana davanti ai cancelli della “Monteco”. La violenza privata, ovviamente, ai danni dei titolari dell’azienda appaltatrice del Servizio di Igiene urbana e degli stessi lavoratori della “Monteco”.  Ma sono soprattutto le minacce, reiterate, che hanno determinato i provvedimenti di custodia cautelare ai domiciliari a carico di 18 componenti il Comitato dei Disoccupati brindisini, che a parere degli inquirenti sarebbero stati coordinati e istigati da capo  dei Cobas di Brindisi, Roberto Aprile (detto Bobo), figura storica del sindacato autonomo brindisino, anch’egli ristretto ai domiciliari.

Il blitz, scattato alle prime luci dell’alba e denominato “Escalation” ha visto il personale della Digos della Questura di Brindisi impegnato ad eseguire le ordinanze di applicazione della misura cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Brindisi, Giuseppe Licci su richiesta del sostituto procuratore presso la procura della Repubblica del Tribunale di Brindisi, Pierpaolo Montinaro.

Raggiunti da provvedimento restrittivo: Cosimo Andriulo, Gianfranco Calignano, Antonio Carbone, Valerio Calignano, Aldo Cigliola, Daniele De Leo, Antonio e Luigi De Vita, Vitantonio Fiaccone, Carlo Greco, Fabrizio Guttagliere e Danilo Reho, Domenico Romano e Massimo Simmini, Franco Tafuro e Marco Sansò, Vito Grassi e Roberto Aprile. Contestualmente sono state notificate anche ulteriori 11 informazioni di garanzia e contestuali avvisi di conclusione delle indagini preliminari. I provvedimenti sono stati emessi a seguito delle attività investigative condotte dalla Digos di Brindisi.

Per l’accusa, gli arrestati – promotori del “Comitato dei Disoccupati” – risulterebbero tra gli organizzatori delle manifestazioni di protesta che l’inverno scorso portarono all’occupazione dei cantieri della Monteco (impresa appaltatrice del servizio di Igiene urbana a Brindisi) con conseguente blocco delle attività lavorative nei primi giorni dello scorso mese di marzo. Gli stessi, sempre secondo la magistratura inquirente, avrebbero fatto pressione, reclamando un posto di lavoro presso la Monteco o in altre società partecipate operanti sul territorio. Sempre gli aderenti al Comitato avrebbero promosso una occupazione notturna degli stabilimenti Monteco alle tre del mattino, minacciando i dipendenti. Danilo Reho avrebbe bloccato un camion Monteco al rione Paradiso. Queste, alcune delle contestazioni formali.

Manifestazioni che a giudizio della Procura brindisina avrebbero travalicato il diritto a manifestare, sfociando in un coacervo di azioni e comportamenti tesi a intimidire tanto i lavoratori impegnati all’interno della Monteco quanto i titolari dell’impresa. Tanto sarebbe emerso sulla scorta dell’attività di indagine svolta dalla Digos.

I reati contestati a vario titolo sono: violenza privata aggravata, arbitraria invasione e occupazione di aziende agricole e industriali, sabotaggio, interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un sevizio di pubblica necessità, evasione. Undici dei 18 finiti ai domiciliari, hanno precedenti con la Giustizia. I dettagli dell’intera operazione condotta dalla Digos della Questura di Brindisi sono stati illustrati stamane nel corso della conferenza stampa presieduta dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi Marco Dinapoli.

Ed è stato proprio il numero uno della Procura brindisina, incalzato dai cronisti, a sottolineare il ruolo recitato da Bobo Aprile e a spiegare le ragioni che ne hanno imposto la richiesta della misura restrittiva: avrebbe istigato i disoccupati a compiere occupazioni abusive e comportamenti illeciti, andando oltre il ruolo e le vesti del sindacalista. Ed in prima persona avrebbe minacciato il titolare della Monteco, con frasi del tipo: “Dov’è Montinaro, non c’è? Si caca sotto”.

Proprio per la giornata di oggi, Aprile aveva annunciato, con due comunicati distinti (il primo a nome dei Cobas dei lavoratori della ditta Monteco, il secondo a nome del Comitato Disoccupati) un’assemblea pubblica in piazza Vittoria, “per esporre all’opinione pubblica da una parte i problemi dei lavoratori Monteco  e dall’altra discutere con i cittadini, associazioni, movimenti  sui temi dei diritti sindacali, dell’occupazione, dei problemi del servizio e della raccolta differenziata, di come si vuole chiudere  il ciclo dei rifiuti ed altri argomenti ancora”.

Gli stessi inquirenti sono soffermati sul ruolo recitato da Aldo Cigliola: ex operaio Monteco, licenziato per giusta causa: “Nonostante non fosse più un dipendente Monteco continuava a sentirsi quasi di casa, incutendo paura e timore tra il personale della sua ex ditta”. La sintesi del provvedimenti, nelle parole del Procuratore capo: “Il diritto alla sciopero e quello a manifestare sono sacrosanti. Altra cosa sono le minacce, l’interruzione arbitraria di un pubblico servizio, la violazione di una proprietà privata”.

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