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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Protesta dei magistrati, udienze in tilt e gelo coi penalisti

BRINDISI – La sorpresa è stata notevole questa mattina per gli avvocati civilisti e per i penalisti che si sono imbattuti nella protesta dei giudici contro la manovra economica del governo Berlusconi. Uno sciopero bianco che si concluderà il 26 giugno e che prevede, per chi ha aderito, l’attuazione punto per punto di quanto previsto dall’Associazione magistrati. Che significa, per i processi penali, che nell’udienza i testimoni debbono essere chiamati solo dall’ufficiale giudiziario; che dovrà essere assicurato che i testi restino appartati in apposita stanza e non via siano contatti tra vittime e imputati; che nei giorni della protesta saranno sospesi i collegamenti diretti tra pubblica accusa e difesa.

BRINDISI – La sorpresa è stata notevole questa mattina per gli avvocati civilisti e per i penalisti che si sono imbattuti nella protesta dei giudici contro la manovra economica del governo Berlusconi. Uno sciopero bianco che si concluderà il 26 giugno e che prevede, per chi ha aderito, l’attuazione punto per punto di quanto previsto dall’Associazione magistrati. Che significa, per i processi penali, che nell’udienza i testimoni debbono essere chiamati solo dall’ufficiale giudiziario; che dovrà essere assicurato che i testi restino appartati in apposita stanza e non via siano contatti tra vittime e imputati; che nei giorni della protesta saranno sospesi i collegamenti diretti tra pubblica accusa e difesa.

“I magistrati non hanno capito che la loro controparte non siamo noi avvocati ma il governo nazionale”, diceva questa mattina un avvocato, ricalcando il contenuto dell’Unione nazionale delle Camere penali. Documento che ha suscitato le ire dei magistrati i quali hanno in pratica fatto sapere che riprenderanno il dialogo solo con le Camere penali che avranno preso le distanze da quel documento. A Brindisi, però, la Camera penale, presieduta dall’avvocato Giancarlo Camassa, non ha nessuna intenzione di dissociarsi. Significativo di questa freddezza il fatto che nel convegno tenuto qualche giorno fa dalla Camera penale di Brindisi, nel quale si parlava dei problemi della giustizia, si sono presentati solo il presidente del Tribunale Giardino e il procuratore capo Marco Di Napoli che era uno dei relatori.

Torniamo alla protesta. Per quanto riguarda il civile oggi  hanno aderito i giudici Piero Lisi e Donatella De Giorgi, mentre Antonio Sardiello non ha aderito e ha tenuto le udienze come di prassi. Qual è la differenza? Semplice nei fatti, ma un calvario per gli avvocati che hanno dovuto aspettare ore prima di poter chiudere i processi. Perché mentre in genere si tengono a porte aperte e le cause vengono portate avanti dagli stessi avvocati che verbalizzano tra di loro e poi si presentano dinanzi al giudice, con lo sciopero bianco le udienze si sono svolte porte chiuse, le cause sono state chiamate una alla volta, e a verbalizzare era il cancelliere.

La protesta, ovviamente riguarda anche le sezioni distaccate di Fasano, Francavilla Fontana, Mesagne e Ostuni.

I magistrati hanno deciso di partire con questa protesta (la settimana scorsa ci fu la sospensione di un’ora di tutte le loro attività) perché sostengono che “la manovra economica svilisce la dignità della funzione giudiziaria e mina l’indipendenza e autonomia della magistratura; incide in misura rilevante sulle retribuzioni dei magistrati nella prima fase della carriera e soprattutto dei più giovani, che subiscono una diminuzione di stipendio sino al 30%; colpisce in maniera iniqua, indiscriminata e casuale; sta provocando un massiccio esodo di magistrati, gravemente penalizzati dalle misure concernenti il trattamento di fine rapporto, con conseguente grave scopertura degli organici già in sofferenza”.

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