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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

“Pug in ritardo”: il Comune chiede danni per 5 milioni a Goggi

Giudizio civile instaurato dopo la citazione dell'architetto. Deposita una perizia di Padula: "Strumento urbanistico bloccato, strozzato lo sviluppo di Brindisi e conseguenze sul piano dell'immagine". Il professionista lamenta danni per 246mila euro: "Colpa dell'Ente che non ha mai fornito documenti"

BRINDISI – Offensiva legale del Comune di Brindisi dopo l’atto di citazione per danni presentato dall’architetto Giorgio Goggi, ex capo del gruppo di lavoro sul Pug: l’Amministrazione chiede al Tribunale di condannare il professionista e la sua équipe a pagare la somma cinque milioni e 132mila euro a titolo di ristoro per il ritardo nella redazione del piano urbanistico generale, con conseguenze sullo sviluppo della città e sul fronte della lesione dell’immagine dell’Istituzione.

Giorgio GoggiLa stima dei danni patiti dall’Ente è stata depositata oggi, 3 novembre, dall’avvocato Francesco Trane, dopo la perizia svolta dall’ingegnere Gaetano Padula, dirigente del settore Urbanistica, in occasione della prima udienza del processo civile incardinato davanti al giudice Moschettini del Tribunale di Brindisi, chiamato a decidere chi fra i contendenti, separati dal Pug che non c’è, abbia ragione e chi no. Guerra senza esclusione di danni, stando alle richieste avanzate dalle parti dopo il naufragio del rapporto di lavoro che presenta un’appendice penale, tenuto conto delle denunce reciproche.

E delle accuse imbastite sul ritardo nella consegna dei documenti: colpa del Comune, per Goggi (nella foto accanto) nominato dall'Amministrazione guidata da Domenico Mennitti. Il professionista lamenta di non aver avuto il necessario per lavorare, nonostante richieste reiterate. Colpa dell’architetto ripetono a Palazzo di città che ha fatto accumulare all’Ente 400 giorni di ritardo rispetto all’ultima proroga, sino alla decisione di affidare un nuovo incarico all'architetto Francesco Karrer.

Se ancora nulla è dato sapere per il procedimento penale, sul fronte civile lo scontro è iniziato e non sarà indolore, visto che tanto il professionista milanese quanto il Comune di Brindisi lamentano danni. Goggi che per primo ha presentato la stima delle conseguenze patite, anche sul piano dell’immagine professionale, lamenta danni per almeno 246mila euro sostenendo che la “colpa sia unicamente del Comune di Brindisi”. Lo affermano i suoi avvocati, Franco Gagliardi La Gala e Massimo Del Prete, alla luce della ricostruzione della vicenda.

Gaetano Padula-2Più esattamente i legali hanno chiesto al Tribunale la condanna del Comune a pagare la somma di   a “246.338 euro e 27 centesimi” a titolo di “risarcimento di tutti i danni subiti e subendi dal raggruppamento” costituito dagli architetti Maria Genoveffa Mancarella, Andrea Calderari e Decio De Mauro, nonché dall’agronomo Alessandro Chiusoli e dal dottor Teodoro Pomes. Erano i professionisti incaricati per la redazione del nuovo piano urbanistico generale per conto del Comune, con contratto sottoscritto il 29 ottobre 2010 per l’importo di 160mila euro, oltre Iva.

Hanno anche chiesto di “accertare e dichiarare l’illegittimità del provvedimento di risoluzione del contratto di appalto”, adottato dalla Giunta il 21 agosto 2015, “in quanto infondato in fatto e in diritto, oltre che privo di qualsiasi legittima motivazione”. L’architetto, inoltre, chiede di accertare e dichiarare “l’intervenuta risoluzione contrattuale per grave e reiterato inadempimento della stessa Amministrazione cittadina e conseguente responsabilità del Comune”.

L’Ente ha scelto la strada della resistenza con annessa richiesta risarcitoria, dopo una perizia affidata all’ingegnere Gaetano Padula (nella foto in alto), attuale dirigente responsabile del settore Urbanistica, secondo il quale il Comune ha diritto a ottenere il versamento di 59mila euro a titolo di penale per i 400 giorni di ritardo e ha anche il diritto per chiedere il ristoro dei danni, per due motivi: prima di tutto in considerazione del fatto che lo sviluppo urbanistico è stato “strozzato” non essendoci lo strumento base, vale a dire il Pug, con notevoli perdite di chance in termini di investimenti; in secondo luogo tenuto conto della lesione dell’immagine dell’Ente come conseguenza del clamore mediatico della vicenda. Il conto chiuso da Padula arriva a cinque milioni e 132mila euro. La prossima settimana le parti torneranno in udienza.

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