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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Pusher brindisini tra sesso e droga: chi tace e chi nega le accuse al gip

Lo "svedese" tace. Zio, nipote e affini negano, anche il giovane di San Vito specifica di non aver mai spacciato. Si sono svolti e conclusi oggi gli interrogatori di garanzia delle sette persone arrestate lunedì dalla Mobile di Brindisi su ordinanza di custodia cautelare in carcere per spaccio di droga.

BRINDISI - Lo “svedese” tace. Zio, nipote e affini negano, anche il giovane di San Vito specifica di non aver mai spacciato. Si sono svolti e conclusi oggi gli interrogatori di garanzia delle sette persone arrestate lunedì 14 aprile dalla Mobile di Brindisi su ordinanza di custodia cautelare in carcere per spaccio di droga. Si tratta del gruppo che si occupava, secondo l’accusa, dello smercio di cocaina e marijuana, con basi operative in tre depositi di Brindisi, in alcuni dei quali, secondo gli investigatori, avevano luogo anche incontri sessuali con acquirenti (maggiorenni) a mo’ di pagamento della sostanza ceduta.

Francesco Curto 2-2-2Si è avvalso della facoltà di non rispondere Francesco Curto, 28 anni, di Brindisi, difeso da Ladislao Massari. Hanno spiegato al gip Maurizio Saso di non essere dei pusher Maurizio Baglivo, 46 anni e la moglie Anna Colonna, 44 anni, difesi da Laura Beltrami. Hanno chiarito diversi punti che li riguardano Michele Baglivo, 27 anni, e Tonino Ferrari, 54 anni, difesi da Giampiero Iaia; ha fornito spiegazioni, rigettando l’accusa di aver mai spacciato, anche Antonio Del Fiore, 26 anni, di San Vito dei Normanni, difeso da Andrea D'Agostino. Ha fornito la propria versione dei fatti, al fianco dell’avvocato Patrizia Maggio, Denise Tedeschi, 21 anni di San Vito dei Normanni. L’accusa per tutti è di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Due i gruppi operanti nel territorio, secondo gli investigatori. Uno gestito da Maurizio e Michele Baglivo, 46 e 27 anni, zio e nipote che secondo l'accusa si occupavano per lo più dello smercio di cocaina. L'altro invece era maggiormente incentrato sulla diffusione di marijuana. In sei mesi d'indagini sono stati individuati almeno 60 assuntori di droga. Durante le perquisizioni di stamani, in casa di uno degli arrestati è stata sequestrata la somma di 3.000 euro in contanti.

gli arrestatiIl pagamento di qualche dose di marijuana poteva avvenire anche con prestazioni sessuali fornite dalle acquirenti ai pusher: è quanto emerso dall'inchiesta su un gruppo di spacciatori operativo a Brindisi e in provincia sul quale si sono concentrate nel 2013 le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile, coordinati dal sostituto procuratore Valeria Farina Valaori. I rapporti si consumavano, per quanto rilevato dalla polizia, all'interno di locali adibiti a deposito di inerti all'interno dei quali veniva anche nascosta la sostanza stupefacente, nel centro di Brindisi. Almeno quattro gli episodi accertati in diretta dagli investigatori durante l'attività di intercettazione alla base delle indagini. Tali circostanze, trattandosi di rapporti consenzienti con persone maggiorenni, non hanno comunque alcun rilievo penale.

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