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Cronaca

Quel casolare era una base di spaccio

OSTUNI – Quando la polizia ha avuto la certezza che la base dell’attività di spaccio di droga organizzata e gestita da Vito Pietro Lanzillotti fosse proprio nel casolare di contrada Cantrapa dove il pregiudicato si era stabilito, nella mattinata di ieri ha organizzato l’irruzione scoprendo anche che il luogo era una base anche per i furti nelle zone rurali.

OSTUNI – Quando la polizia ha avuto la certezza che la base dell’attività di spaccio di droga organizzata e gestita da Vito Pietro Lanzillotti fosse proprio nel casolare di contrada Cantrapa dove il pregiudicato si era stabilito, nella mattinata di ieri ha organizzato l’irruzione scoprendo anche che il luogo era inoltre una base per i furti nelle zone rurali di Ostuni, e che - ulteriore dettaglio – per non farsi mancare nulla Lanzillotti rubava pure l’energia elettrica. Circostanze di reato in abbondanza per portare in carcere il soggetto, cosa avvenuta nella prima serata di ieri al termine di lunghi accertamenti condotti sempre dagli investigatori del commissariato di Ostuni.

I poliziotti al comando del vicequestore Francesco Angiuli stavano controllando Vito Pietro Lanzillotti da qualche tempo, osservando i suoi contatti, seguendolo e maturando sempre più la convinzione che il sospettato gestisse varie attività illegali. Una settimana prima, lo avevano fermato e gli avevano sequestrato una veloce motocicletta giapponese che lui guidava senza patente e senza copertura assicurativa. Era uno dei mezzi che usava per spostarsi tra la città e l’abitazione di campagna sulla strada provinciale per Francavilla Fontana.

E l’abitazione rurale non era facilmente accessibile. L’intera proprietà è circondata infatti da una recinzione in rete metallica, guardata da una coppia di pastori tedeschi. Ciò malgrado, la polizia è riuscita a tenere il luogo sotto stretta osservazione per alcuni giorni, registrando i contatti di “affari” di Lanzillotti. Uno dei movimenti più frequenti quando arrivavano i soggetti ai quali il pregiudicato presumibilmente cedeva dosi di sostanza stupefacente, era quello di allontanarsi per pochi minuti verso un grande albero, dove armeggiava, per poi tornare e consegnare agli acquirenti piccoli involucri, intascando in cambio banconote.

Che sotto la chioma della maestosa pianta ci fosse il nascondiglio della droga, la polizia lo ha definitivamente assodato quando proprio il giorno prima del blitz, il 5 novembre, Lanzillotti vi ha prelevato un pacchetto, infilandoselo in tasca e poi lasciando la casa di campagna a bordo di un motociclo, con destinazione la vicina città. Ieri mattina la decisione di irrompere nel casolare, quindi, per incastrare Vito Pietro Lanzillotti. I poliziotti sono arrivati nella spianata di fronte alla casa, però, quasi contemporaneamente al padre del pregiudicato, e l’effetto sorpresa è sfumato.

Lanzillotti infatti si è barricato all’interno impedendo alla polizia di accedere per almeno una quindicina di minuti. Nel frattempo si è liberato di qualcosa utilizzando water e sciacquone: un classico. Sul tavolo della cucina erano rimasti solo residui di marijuana, coltelli per trinciare, un bilancino elettronico e altro materiale per confezionare le dosi. I poliziotti allora si sono diretti sotto il famoso albero, e sono stati fortunati. Lì c’era una busta della spazzatura con residui di cibo, e anche due “palle” di carta stagnola. Erano le confezioni, mimetizzate tra l’immondizia, contenenti un chilo e mezzo di marijuana.

Non solo. Sempre tra i residui di cibo, la polizia ha ripescato e ricomposto una ricevuta di versamento bancario, intestata al padre di Vito Pietro Lanzillotti. La perquisizione è andata avanti con altre scoperte. Nella Fiat Punto con cui era arrivato in campagna il padre del pregiudicato, c’erano attrezzi agricoli e una motozappa che è risultata rubata proprio il 5 novembre un’abitazione privata in contrada Molillo (poco distante dall’abitazione dell’arrestato), mediante sfondamento della porta di accesso. Tutto il materiale è stato restituito alla proprietaria dell’abitazione, per inciso, che lo ha riconosciuto. Nel furto era compreso uno scooter che però non è stato rinvenuto. L’anziano ha ammesso che la notte tra il 5 ed il 6 novembre la Punto era stata usata dal figlio.

In casa invece il personale del commissariato di Ostuni impegnato nella perquisizione ha notato, ricevendo poi conferma dai tecnici Enel chiamati sul posto, una manomissione alquanto ingegnosa del contatore dell’energia elettrica. Era stato infatti realizzato un by pass sottotraccia, per l’istallazione di due teleruttori attraverso i quali Lanzillotti era riuscito a fare in modo “che il misuratore di energia elettrica, oltre ad apparire regolarmente funzionante (in caso di verifica Enel), in realtà, non segnasse gli effettivi consumi”, fa sapere la polizia. Naturalmente anche in questo caso si è provveduto al sequestro, previo distacco dei cavi da parte degli operatori della società elettrica. Al termine dei controlli, Lanzillotti è stato dichiarato in arresto e trasferito al carcere di Brindisi a disposizione della procura e del gip.

 

 

 

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