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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Quell'emergente sfuggito ai killer

BRINDISI - Vale circa 2 milioni il tesoro segreto di Cosimo Rochira, 35 anni di Francavilla Fontana, emergente della mala locale, noto alle forze dell'ordine per una fitta serie di reati tra cui quello dell'omicidio di Angelo Putignano avvenuto nel 2007 a San Giorgio Ionico, per cui è stato condannato il 7 ottobre 2010 in secondo grado a 14 anni di carcere. La sera dopo la sentenza scampò a un commando di killer mentre allestiva uno dei negozi della catena “Biocasa” a San Michele Salentino, raid in cui rimase vittima invece il 42enne Vincenzo Della Corte.

BRINDISI - Vale circa 2 milioni il tesoro segreto di Cosimo Rochira, 35 anni di Francavilla Fontana, emergente della mala locale, noto alle forze dell'ordine per una fitta serie di reati tra cui quello dell'omicidio di Angelo Putignano avvenuto nel 2007 a San Giorgio Ionico, per cui è stato condannato il 7 ottobre 2010 in secondo grado a 14 anni di carcere. La sera dopo la sentenza scampò a un commando di killer mentre allestiva uno dei negozi della catena “Biocasa” a San Michele Salentino, raid in cui rimase vittima invece il 42enne Vincenzo Della Corte.

Partendo da quell'episodio i carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Brindisi e della compagnia di Francavilla Fontana oggi hanno posto sotto sequestro preventivo beni mobili, immobili oltre ad una società riconducibili a Cosimo Rochira ed al suo nucleo famigliare composto da 8 persone tra moglie, cognati e familiari stretti, in applicazione della normativa antimafia.

Dopo essere stato dichiarato fallito nel mese di febbraio del 2004, Rochira grazie ad attività criminali, presumono gli investigatori, sarebbe riuscito ad accumulare ingenti disponibilità economiche e finanziarie che poi ha reinvestito attraverso un’oculata e lungimirante strategia in attività commerciali e nell’acquisto di beni patrimoniali, avvalendosi della complicità di prestanome (interposte persone, dicono i carabinieri) facenti parte, ma non solo, del proprio nucleo familiare.

Gli investigatori guidati dal maggiore Alessandro Colella, dal capitano Bruno Ruello e dal tenente Simone Clemente – sotto la regia del pm Raffaele Casto - hanno accertato una netta sproporzione tra l’elevato tenore di vita dei soggetti ed i redditi reali. Tra i beni sottoposti a sequestro ci sono 2 appartamenti, un compendio aziendale costituito da 2 supermercati “Ipercasa” di proprietà della società Plurimarket Srl, quote sociali e magazzini della stessa società, 5 autovetture di media e grossa cilindrata e 2 autocarri. L’intero patrimonio sequestrato è stato affidato ad un amministratore giudiziario (Sandro Cavaliere) nominato dal Tribunale di Brindisi anche al fine di assicurare il regolare prosieguo delle attività imprenditoriali.

I provvedimenti sono stati richiesti dalla Procura della Repubblica di Brindisi ed emessi dalla Sezione Penale del Tribunale – presidente Francesco Aliffi - a seguito di complesse e capillari indagini patrimoniali svolte dagli specialisti del Nucleo Investigavo dei carabinieri, in applicazione della normativa antimafia che permette di “aggredire” i patrimoni riconducibili – direttamente o indirettamente (tramite familiari e/o interposte persone) – ai soggetti indagati per determinate tipologie di reati (traffico di sostanze stupefacenti, usura, estorsione, riciclaggio ecc.).

Gli investigatori hanno potuto conseguire i risultati finali grazie ad una efficace attività investigativa e attraverso l’incrocio delle risultanze ricavabili dalle banche (Anagrafe Tributaria, Camera di Commercio, Pra, catasto ecc.) dalle quali è stato possibile tracciare un profilo patrimoniale di Rochira e dei suoi familiari conviventi. Inoltre, l’ausilio di sofisticati sistemi informatici ha consentito di evidenziare una netta sproporzione tra l’elevato tenore di vita dei soggetti ed i redditi reali.

Rochira, infatti, negli anni sottoposti ad indagine avrebbe dichiarato redditi al massimo di 30 mila euro l’anno, molti dei componenti della cerchia dei prestanome, in alcuni casi, non avrebbero nemmeno presentato dichiarazioni dei redditi. Il Tribunale di Brindisi, condividendo le risultanze investigative del Nucleo Investigativo ha ritenuto la necessità di procedere ad un sequestro anticipato dei beni in sussistenza dell’attuale pericolosità soggetto e, del pericolo che gli stessi potessero essere sottratti o dispersi.

Cosimo Rochira è considerato dagli investigatori personaggio di spicco della criminalità francavillese, oltre all’accusa di omicidio ancora pendente in Cassazione (in attesa del terzo grado di giudizio), ha alle spalle il reato di bancarotta fraudolenta (anch’esso pendente). Sfuggito all’agguato in cui venne barbaramente trucidato Vincenzo Della Corte (da cui partì la spirale di sangue che funestò Francavilla Fontana con tre omicidi), ritenuto dai carabinieri uno dei suoi prestanome, fu oggetto qualche mese dopo ad un nuovo avvertimento.

Era passato un giorno dall’imboscata in cui, lungo la statale killer armati di Kalashnikov tentarono di uccidere Nicola Canovari ferendo mortalmente il 18enne Francesco Ligorio (11 novembre 2010), quando mani rimaste ignote spararono contro l’ingresso di una delle abitazioni di Rochira. Il fatto non venne denunciato.

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