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Cronaca Mesagne

“Quelli della Scu volevano soldi da una discoteca del Brindisino”

La rivelazione del pentito Francesco Gravina, detto il Gabibbo, nell'udienza del processo Game Over su droga ed estorsioni nella zona di San Pietro e Cellino: "Il locale era a Mesagne, parlai con Ronzino De Nitto e non se ne fece niente"

MESAGNE – “La Sacra Corona Unita voleva chiedere soldi al gestore di una discoteca del Brindisino: il locale era a Mesagne, me lo dissero, a quel punto parlai con Ronzino De Nitto e proprio perché intervenni io non se ne fece più niente”.

videoconferenza pentiti-2La richiesta in chiave estorsiva è stata svelata dal pentito Francesco Gravina, alias il Gabibbo, in qualità di testimone citato dal pubblico ministero nel processo scaturito dall’inchiesta Game Over, sulla presunta esistenza di un gruppo dedito allo spaccio di droga e a danneggiamenti a scopo di ritorsione tra San Pietro Vernotico e Cellino San Marco.

L’episodio  è stato riferito da Gravina quando il sostituto procuratore Alberto Santacatterina della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, titolare del fascicolo, ha chiesto al collaboratore di giustizia, collegato in videoconferenza da un sito riservato, di ricostruire i contrasti esistenti in seno all’associazione di stampo mafioso nella zona a Sud di Brindisi. Il pentito ha confermato gli scontri in essere tra gli affiliati a diversi gruppi ribadendo i contrasti fra Domenico D’Agnano, legato a Francesco Campana, e Alessandro Fago, cugino di Francesco Argentiero.

“Campana odiava Argentiero”, ha detto il pentito che prima di passare a riferire gli avvenimenti interni alla Scu ha riferito al Tribunale di essere stato parte del sodalizio a far data dal 1996, nel quale è rimasto sino al 27 marzo, giorno in cui ha chiesto di parlare con il pm. Da lì ha iniziato a collaborare e ha reso verbali che restano ancora coperti da omissis. Come quello che si riferisce alle estorsioni, consumate e tentate, ai danni dei gestori di alcuni locali della provincia, tra cui le discoteche.

Gravina in udienza ha svelato l’intenzione di un gruppo della Scu di mettere sotto estorsione il gestore di una discoteca di Mesagne e ha detto di essere intervenuto per bloccare il tutto, dopo aver parlato con De Nitto, ritenuto affiliato. Del gestore e del locale ha fatto i nomi: si tratta della stessa discoteca, finita sotto estorsione nell’estate del 2013, secondo l’accusa mossa dalla Dda nell’ultimo blitz della Dda, chiamato The Beginners, risalente al 26 febbraio scorso.

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