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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Querelati da tv, assolti poliziotti

BRINDISI - Lei telefonava per ritirare il premio. La linea continuava a cadere, a quanto pare non a caso. I risultati la pensionata 88enne brindisina li poté constatare a fine mese quando le giunse una bolletta dall’ammontare di alcune centinaia di euro a fronte dei soliti 20 che pagava per le poche chiamate dal numero fisso.

BRINDISI - Lei telefonava per ritirare il premio. La linea continuava a cadere, a quanto pare non a caso. I risultati la pensionata 88enne brindisina li poté constatare a fine mese quando le giunse una bolletta dall’ammontare di alcune centinaia di euro a fronte dei soliti 20 che pagava per le poche chiamate dal numero fisso. La donna corse a querelare, insieme al nipote, l’emittente televisiva dell’ex sindaco di Taranto, Giancarlo Cito.

Si recò dalla polizia postale e poiché analfabeta, per tutta risposta, i legali rappresentanti di Antenna Taranto 6, poi divenuta Tbm, controquerelarono poliziotti e nipote per falso. Nella tarda serata di ieri è finito l’incubo per i poliziotti Dario De Luca, 59 anni, Domenico Pezzuto, 41, entrambi difesi dagli avvocati Gianvito Lillo e Roberta Laera, e Massimiliano Brescia, 44 anni, difeso dall’avvocato Anna Cavaliere. Sono stati assolti con la formula “perché il fatto non sussiste”. La sentenza l’ha pronunciata il giudice monocratico di Brindisi, Vittorio Testi, in accoglimento delle richieste del pubblico ministero Antonio Costantini.

Stando alle contestazioni, smontate nel corso del giudizio, i tre avevano realizzato un verbale falso, apponendo la firma dell’88enne in calce alla querela con cui la pensionata denunciava di aver ricevuto bollette di alcune centinaia di euro, maturate per via di numerose chiamate a un numero a pagamento per ritirare un fantomatico premio, telefonate che si interrompevano costringendo gli utenti a ricomporre il numero, sulle quali sono state effettuate indagini di competenza della procura di Taranto.

In alcuni casi vi è stata transazione, con altre persone cadute in trappola. Per l’anziana brindisina invece fu avviato un altro procedimento: non avrebbe potuto fornire informazioni dettagliate, né tantomeno firmare, perché non in grado di leggere e scrivere. Le parti offese, che avevano sporto querela per falso, erano Maria Antonietta Carpignoli e Giovanni Mastrovito, di Taranto, legale rappresentante di Tbm.

Al termine delle indagini preliminari vi era stata richiesta di archiviazione. Vi fu opposizione e fu quindi disposto il giudizio. I fatti risalgono al 2006, sette anni dopo il ‘lieto fine’ per gli uomini della polizia di stato e per il parente della donna. Il verbale non era falso. Su resto si farà luce in altre sedi.

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