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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Raccontare in aula il proprio calvario di donna

BRINDISI - “Aveva un coltello in mano e mi minacciava. Diceva che se mi fossi addormentata, mi avrebbe uccisa. E io restavo sveglia, notti intere, terrorizzata”. Non è un giorno qualunque, non una testimonianza qualsiasi. Oggi, mentre nelle piazze di tutto il mondo si urla, si manifesta, si depongono scarpette rosse per dire “no” alla violenza sulle donne.

BRINDISI - “Aveva un coltello in mano e mi minacciava. Diceva che se mi fossi addormentata, mi avrebbe uccisa. E io restavo sveglia, notti intere, terrorizzata”. Non è un giorno qualunque, non una testimonianza qualsiasi. Oggi, mentre nelle piazze di tutto il mondo si urla, si manifesta, si depongono scarpette rosse per dire “no” alla violenza sulle donne, una donna di 33 anni, ha dovuto ripercorrere il suo calvario in un’aula di tribunale, dinanzi al giudice monocratico Francesco Cacucci. L’incubo è lontano, lei parla, racconta, ricorda. Senza versare una lacrima, illuminata nel volto dalla consapevolezza di aver fatto la scelta giusta. L’imputato è il compagno, il padre dei suoi tre figli. Non è in aula.

Era il 2009, le botte e i maltrattamenti sono andati avanti per almeno due anni. La vittima fu salvata dai genitori che dovettero fare un’azione di forza, costringendola ad abbandonare l’abitazione che condivideva con il compagno manesco. Ha parlato per più di un’ora, rivolgendo lo sguardo al giudice, al pm, al suo avvocato, Paolo D’Amico. Il legale dell’imputato, 35 anni, è Roberto Cavalera. Ha risposto alle domande di accusa e difesa, ha ricordato cosa accadeva nelle mura domestiche, davanti ai tre bambini.

“Mi picchiava, litigavamo ogni giorno. Mi spintonava, un paio di volte mi ha anche sputato in faccia. So che aveva un’altra relazione, ma non mi consentiva di uscire. Potevo solo andare a prendere il caffè dalla mia vicina di casa. Una volta mi ha colpito alla nuca, ho perso i sensi, e sono caduta su mio figlio che stava giocando con le macchinine”. Nell’aula, in una ricorrenza come quella odierna, è piombato il silenzio: “Ha detto che mi avrebbe ammazzata, in una circostanza ha anche affermato che avrebbe utilizzato la pistola. Mi dava schiaffi, talvolta anche calci. Sbattevo sui mobili”.

In alcune circostanze la donna ha dovuto ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso. In altre ha preferito tacere: “All’epoca pensavo che fossero cose che non dovessero essere raccontate in giro”. Sono intervenuti i servizi sociali. Poi la famiglia, che si è stretta attorno alla giovane madre e hanno forse, se i fatti sono proprio così come ricostruiti dall’accusa, evitato il peggio.

In un tribunale di storie come queste se ne narrano quotidianamente. Le nuove norme sono più severe, sono state introdotte per consentire alle forze dell’ordine di intervenire anche quando non v’è querela di parte. Trovare il coraggio di opporsi è forse il passo più difficile. In molte lo hanno fatto e, sedute al banco dei testimoni, fanno un tuffo nel passato chiedendo giustizia per se stesse, per i figli che hanno messo al mondo.

Oggi, tra incontri, tavole rotonde, forum e spettacoli teatrali, la deposizione della 32enne, le sue parole, hanno acquisito un significato diverso, che si arrivi o meno a una condanna. Una vicenda come tante ripercorsa in un tribunale di provincia, che lascia intendere quanto i soprusi che si subiscono in casa siano un male diffuso.

D’altro si parlerà in sedi diverse. Nel Brindisino vi è una rete delle pari opportunità che ha organizzato momenti di confronto in diversi comuni della provincia. A Ceglie alle 11 nel teatro comunale un incontro dibattito con gli studenti dell’istituto alberghiero; a Cisternino alle 18 presso la Torre Civica, lettura di brani sul tema e proiezione di un video; a Mesagne se ne parla al liceo scientifico, a palazzo di città e infine vi sarà un flash mob in piazza.

A Ostuni dalle 9 di questa mattina un corteo degli studenti, un cortometraggio al cinema Roma e infine alle 17.30 in biblioteca un dibattito con il sindaco, Domenico Tanzarella, il sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza e il docente di Sociologia Giuseppe Moro. Infine manifestazioni anche a Oria, San Michele Salentino e Erchie. Oltre che a Brindisi, oggi, in piazza Vittoria.

 

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