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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Racket al cantiere del fotovoltaico, manette al padre 80enne del boss Scu

UTURANO – Se la criminalità organizzata non riesce ad entrare nel mercato delle concessioni per le centrali eoliche e fotovoltaiche, punta almeno a taglieggiare i cantieri che punteggiano sempre più numerosi le campagne dell’area ionico-salentina della Puglia. Questo dice l’operazione conclusa nel tardo pomeriggio di oggi dai carabinieri del Reparto operativo provinciale di Brindisi. Il cui Nucleo investigativo è riuscito a chiudere la trappola attorno a due pesci veramente grossi: Giovanni Buccarella, ultraottantenne genitore di Salvatore, capo indiscusso della fazione dei Tuturanesi, una delle più potenti o forse la più potente della Scu negli anni ’80 e ’90, e del capofamiglia dei Fai, gruppo molto legato a quello di Buccarella, il 50enne Cosimo.

TUTURANO – Se la criminalità organizzata non riesce ad entrare nel mercato delle concessioni per le centrali eoliche e fotovoltaiche, punta almeno a taglieggiare i cantieri che punteggiano sempre più numerosi le campagne dell’area ionico-salentina della Puglia. Questo dice l’operazione conclusa nel tardo pomeriggio di oggi dai carabinieri del Reparto operativo provinciale di Brindisi. Il cui Nucleo investigativo è riuscito a chiudere la trappola attorno a due pesci veramente grossi: Giovanni Buccarella, ultraottantenne genitore di Salvatore, capo indiscusso della fazione dei Tuturanesi, una delle più potenti o forse la più potente della Scu negli anni ’80 e ’90, e del capofamiglia dei Fai, gruppo molto legato a quello di Buccarella, il 50enne Cosimo.

Cosimo Giardino fai è stato bloccato a pochi metri dal cantiere della Eds Infrastrutture Spa, società specializzata in impianti fotovoltaici di Terme Vigliatore, Messina. Aveva appena intascato, dopo un mese di pressing e trattative, la prima rata di una tangente da 20mila euro: quindici banconote da 100 euro infilate in una busta e prelevate oggi pomeriggio durante l’ennesima visita al cantiere nelle campagne di Tuturano, dove la Eds sta realizzando il collegamento in trincea tra un campo fotovoltaico e la sottostazione Terna di Tuturano. Poche ore dopo è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria l’anziano Giovanni Buccarella. Tutti e due gli indagati sono stati trasferiti nel carcere di Brindisi a disposizione dei pm Giorgio Lino Bruno della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, e del pm Silvia Nastasia della procura di Brindisi.

Al momento non è possibile stabilire se il gruppo estorsivo avesse sotto controllo altri cantieri nella zona, o se quello della Eds fosse il primo. Ma di certo la decisione della società siciliana di non sottostare alla richiesta di pizzo ha segnato una svolta, dimostrando che l’unica strada per svincolarsi dalle iniziative del racket è sempre e solo la denuncia tempestiva agli inquirenti. “Un caso emblematico – ha detto questa sera il tenente colonnello Gennaro Ventriglia, comandante del Reparto operativo provinciale – di come si debba difendere la sicurezza dell’impresa e degli investimenti in questo territorio, che non può permettersi passi indietro”.

Tutto era cominciato un mese fa circa quando si verificò il primo di tre incontri con il responsabile logistico di Eds Infrastrutture, Giovanni Buglisi. Giovanni Buccarella partecipa solo ad uno di questi appuntamenti e viene presentato da Fai come il genitore del famoso e temuto capo di uno dei clan più potenti della Sacra corona unita, Salvatore Buccarella. Un’organizzazione che ancora poteva decidere, evidentemente, sulla sicurezza o meno di un cantiere nel “proprio” territorio. Ma forse la Eds è abituata ad affrontare ben altro, e la società non ci ha messo molto a decidere quale fosse la strada giusta: il problema è stato segnalato ai carabinieri. Da quel momento è cominciata una stretta collaborazione tra l’Arma, la Dda di Lecce e la procura di Brindisi per chiudere la partita.

La trattativa è andata avanti, sino all’accordo sul pagamento della tangente in rate da 1500 euro. Il giorno della consegna della prima tranche era oggi. Nel cantiere tra i vigneti, travestiti da operai ci sono anche alcuni investigatori dell’Arma. Quando Cosimo Fai (un figlio è dentro per l’omicidio Screti, avvenuto a Tuturano un paio di anni addietro, la famiglia è decimata dalle operazioni antidroga) intasca la busta viene bloccato, caricato in auto e portato al comando provinciale. A Giovanni Buccarella tocca qualche ora dopo, quando i pm decidono che si può procedere con un fermo di polizia giudiziaria. Il resto lo vedremo nei prossimi giorni.

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