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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Mesagne

Pizzo sui trattori rubati, un arresto

MESAGNE – La criminalità rurale, madre della malavita organizzata nel Brindisino e in altre realtà. Aggressiva, arrogante, talvolta ottusa anche se da essa sono nate le prime famiglie contrabbandiere e la stessa Sacra corona unita. Dura a sconfiggere, per la percezione immediata da parte delle vittime del pericolo di ritorsioni: i ladri, gli estorsori, i rapinatori che agiscono nelle campagne possono riapparire da un momento all’altro. Nel caso di Pietro Mingolla, 25 anni, di Oria, questa volta però passerà qualche anno. E’ recidivo a distanza di appena un anno. Ed è finito in manette la scorsa notte ad opera degli investigatori del commissariato di Mesagne e della Squadra mobile di Brindisi, impegnati in una operazione disposta dal pm Valeria Farina Valaori. Aveva consumato poche ore prima, certamente assieme ad altri, un’estorsione ai danni di un imprenditore agricolo di Mesagne.

MESAGNE – La criminalità rurale, madre della malavita organizzata nel Brindisino e in altre realtà. Aggressiva, arrogante, talvolta ottusa anche se da essa sono nate le prime famiglie contrabbandiere e la stessa Sacra corona unita. Dura a sconfiggere, per la percezione immediata da parte delle vittime del pericolo di ritorsioni: i ladri, gli estorsori, i rapinatori che agiscono nelle campagne possono  riapparire da un momento all’altro. Nel caso di Pietro Mingolla, 25 anni, di Oria, questa volta però passerà qualche anno. E’ recidivo a distanza di appena un anno. Ed è finito in manette la scorsa notte ad opera degli investigatori del commissariato di Mesagne e della Squadra mobile di Brindisi, impegnati in una operazione disposta dal pm Valeria Farina Valaori. Aveva consumato poche ore prima, certamente assieme ad altri, un’estorsione ai danni di un imprenditore agricolo di Mesagne.

La storia è cominciata nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre, quando da un’azienda agricola tra Mesagne e Brindisi sono spariti due trattori ed un fucile da caccia. Non una azienda agricola qualsiasi, ma una delle più note, legata ad una famiglia di imprenditori agroalimentari. Centomila euro circa, iI valore delle due macchine agricole: il titolare, un professionista di 75 anni, non ha esitato un attimo ed è andato in commissariato a denunciare il fatto. Ma non sono passate molte ore dalla scoperta del furto, prima che qualcuno sottoponesse al proprietario dei trattori una via di uscita, quella di prendere contatto con certi ambienti, dichiarandosi disponibili a mettere mano al portafogli. Chi è la persona che si è offerta per combinare la trattativa? Un dipendente della stessa vittima del furto, la cui posizione è al vaglio della polizia.

E non è trascorso molto tempo prima dell’arrivo della prima richiesta: 8mila euro, e i trattori sarebbero stati restituiti. L’agricoltore ha subito informato la polizia della richiesta estorsiva, e da quel momento è rimasto costantemente in contatto con gli ispettori del commissariato e della Mobile assegnati al caso. Primario interesse della persona presa di mira, riottenere le macchine. Interesse non certo secondario, incastrare gli autori. Quindi l’imprenditore agricolo mesagnese ha tenuto agganciati gli estorsori avviando una trattativa, che è servita però solo a scendere da ottomila a seimila euro, di pizzo. A quel punto, assieme agli investigatori ed al pm, è stato concordato un piano per fare ingoiare agli autori del ricatto non solo l’esca, ma anche l’amo.

La vittima ha fatto sapere che avrebbe pagato i seimila euro, sono state preparate le banconote in tagli da 50 tutte fotocopiate, quindi è stato fissato l’appuntamento con l’emissario degli estorsori, che si è presentato nel pomeriggio di ieri, venerdì 28 ottobre, all’azienda agricola della vittima, senza alcuna problema e senza alcuna precauzione. L’auto era la sua, una Dacia di cui l’agricoltore ha annotato il numero di targa, ma alla fine non sarebbe stato neppure indispensabile visto che la persona giunta a ritirare i seimila euro non ha avuto difficoltà a rispondere alla più improbabile delle curiosità della vittima. Dove mai si è visto che un estorsore, a meno che non sia già noto al taglieggiato, rilascia nome e cognome a richiesta? Invece le cose sono andate proprio così: “Posso sapere almeno con chi ho avuto a che fare?”, ha chiesto l’imprenditore agricolo. “ Sono Pietro Mingolla”, ha risposto l’emissario incaricato di ritirare i soldi, che evidentemente era più interessato a farsi una certa fama che a proteggersi dalla giustizia.

I trattori sono stati puntualmente fatti ritrovare nella serata di ieri, nelle campagne tra Mesagne e Torre S. Susanna, più o meno nelle condizioni in cui si trovavano prima del furto. La polizia ha atteso ancora alcune ore, sempre secondo il piano congegnato con il sostituto procuratore di turno. Poi, prima dell’alba, la casa rurale di contrada Schiavone – tra Oria e Manduria - dove abita Mingolla con numerosi altri familiari, è stata circondata, e subito dopo è avvenuta l’irruzione. Gli investigatori, diretti dai vicequestori Sabrina Manzone (capo del commissariato di Mesagne) e Francesco Barnaba (capo della Squadra mobile),  si sono trovati di fronte ad una situazione di promiscuità e condizioni di convivenza che hanno sconcertato anche i veterani, quei poliziotti che nella vita ne hanno viste di tutti i colori.

I soldi sono stati recuperati solo in parte, 1500 euro, una cifra che fa subito pensare ad una divisione in quattro parti della tangente che l’agricoltore è stato costretto a pagare. E infatti l’indagine non è chiusa: manca ancora il fucile, ma mancano soprattutto almeno altri tre responsabili del “cavallo di ritorno”. Comune, il denaro era in parte negli abiti di Pietro Mingolla, una parte in auto ed una parte li aveva il padre dell’arrestato. Per Pietro Mingolla questo, come già detto all’inizio, è il secondo arresto nell’arco di un anno per un caso di estorsione. Alla fine del 2010 era stato arrestato per un episodio analogo a Manduria assieme al fratello Francesco, aveva ottenuto il patteggiamento ed era stato condannato a due anni. Ecco perché era ancora in circolazione. Benefici di legge in cui questa volta non potrà fare pienamente conto.

Sulla vicenda anche un commento del sindaco di Mesagne, Franco Scoditti: "A nome dell’amministrazione comunale che mi onoro di presiedere e della città intera, intendo ringraziare il nostro concittadino che ha deciso, di concerto con le forze di polizia, di respingere il ricatto di un vile taglieggiatore denunciandone il tentativo di estorsione e contribuendo alla sua cattura ed all’arresto. Il suo esempio onorevole - di cittadino coraggioso ed imprenditore integro - ci consente di comprendere con maggiore efficacia come la saldezza morale, la coesione sociale e la collaborazione tra le Istituzioni democratiche possano costituire il più efficace baluardo contro l’aggressione del crimine e dell’illegalità. Il nostro grato apprezzamento - sottolinea il sindaco - va anche rivolto al prezioso lavoro svolto dalle forze dell’ordine, le quali operano nel nostro territorio con efficacia e puntualità, pur se in condizioni difficili. L’amministrazione comunale - cooperando con la locale Associazione antiracket “Legalità e sicurezza - rinnova l’invito ai propri cittadini a non avere paura dell’isolamento, a denunciare ogni episodio delinquenziale e a confidare nella certezza dello Stato di diritto".

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