Raddoppia l'ecotassa a Brindisi, e bando raccolta rifiuti sempre bloccato
C'è da essere soddisfatti. Siamo sulla strada giusta. La percentuale della raccolta differenziata sta pian piano risalendo. Siamo passati dalle percentuali certificate del 25,32% nel mese di novembre e del 16,41% nel mese di dicembre, alle percentuali annunciate del 22% circa nel mese di gennaio e, addirittura, del 30 % nel mese di febbraio, delle quali si attende comunque la verifica e la conferma ufficiale da parte del comune di Brindisi
BRINDISI - C’è da essere soddisfatti. Siamo sulla strada giusta. La percentuale della raccolta differenziata sta pian piano risalendo. Siamo passati dalle percentuali certificate del 25,32% nel mese di novembre e del 16,41% nel mese di dicembre, alle percentuali annunciate del 22% circa nel mese di gennaio e, addirittura, del 30 % nel mese di febbraio, delle quali si attende comunque la verifica e la conferma ufficiale da parte del comune di Brindisi. Anche se poi, riflettendoci, ti accorgi che risultano inferiori al 36,55 del mese di settembre e al 37% del mese di ottobre 2014 raggiunti dal precedente gestore, che non aveva certamente brillato.
Tutte sono comunque inferiori alle percentuali previste dalla legge e dal capitolato, che ha comportato il pagamento di oneri aggiuntivi per il conferimento in discarica di materiale, che avrebbe dovuto essere destinato proficuamente alla raccolta differenziata, arrecando un danno patrimoniale per le casse comunali, che è stato e sarà interamente scaricato sui cittadini, con il pagamento della tassa sui rifiuti. A questo salasso, va aggiunto naturalmente quello determinato dall’incremento delle sanzioni derivanti dall’applicazione dell’ecotassa, a causa dei risultati negativi di raccolta differenziata registrati nell’ultimo anno di riferimento.
Infatti , nel silenzio generale, da gennaio scorso l’ecotassa è passata da 11,25 euro a tonnellata di rifiuto inviato in discarica, a 22,87 a tonnellata, che inevitabilmente comporterà un incremento di 400.000 euro circa . Sempre a carico dei cittadini, che pagheranno con la tassa sui rifiuti . Una situazione che evidentemente contrasta con le tante espressioni di soddisfazioni, sprecate in questi ultimi 8 anni, sull’andamento della differenziata. Tutto naturalmente sempre gestito con grande leggerezza, come se il Comune di Brindisi fosse affrancato dall’obbligo di rispettare i parametri imposti dalla legge.
Non ha aiutato certamente la situazione di permanente precarietà in cui è stato condannato il settore da oltre dieci anni, a causa di affidamenti brevi, di procedure negoziate, di proroghe, di ordinanze contingibili ed urgenti, che hanno inciso sui costi, sulla organizzazione e qualità del servizio, sul decoro urbano, determinate dalla carenza di investimenti adeguati, ma essenzialmente perché ha dissuaso molte aziende importanti dal partecipare, perché il tempo limitato non rendeva remunerativo l’investimento necessario per assicurare un servizio efficiente.
Da oltre due lustri, per ragioni incomprensibili e mai chiarite ai cittadini, non si riesce a indire una gara decennale per dare una stabilità al sistema . Si è passati dalla responsabilità del singolo comune, all’Ato e infine all’Aro, senza effettivi passi in avanti. Tutto intrappolato nelle pastoie burocratiche, di una volontà collettiva, che non è mai riuscita a superare gli egoismi dei singoli comuni componenti. Cosi come il gioco dell’oca siamo sempre al punto di partenza. Sono passati quasi 700 giorni da quando l’Aro doveva indire la gara, che si doveva attivare in soli 90 giorni, ma anche 50 da quando è stato nominato il commissario per sbloccare la situazione. Senza ancora vedere la luce.
Di questo passo, senza un’accelerazione ed una inversione netta di tendenza, si potrà porre l’esigenza di commissariare il commissario. Nel prossimo maggio, con la scadenza dell’affidamento semestrale alla Ecologica Pugliese, si proporrà lo stesso problema dell'affidamento, perché non ci sono più i tempi per completare la gara. Allora che si fa? Sulla base di quale motivazioni, di quale convincimenti, di quali risultati, di quale prospettiva, di quali certezze si prende la decisione? Conviene affidare il servizio alla stessa società, ricercarne un’altra, fare come sempre un’altra sperimentazione per mettere un’altra pezza, che in base all’esperienza maturata non ha mai risolto niente?
Non credo che in questo momento serva a qualcosa individuare le singole responsabilità, che pure ci sono e sono diffuse e stratificate nel tempo. Serve solo a sollevare polveroni, ma non a risolvere i problemi. Bisogna assolutamente cambiare passo. Dare una sterzata. Informare i cittadini su quanto accade, sulle difficoltà, sugli ostacoli, su i problemi, su chi rema contro. Ma essenzialmente, prima di decidere conviene fare un giro di riflessione e di verifica sul campo, in giro per la città, per ascoltare anche l’opinione e i suggerimenti dei cittadini, coinvolgere chi è più vicino al problema e lo vive tutti i giorni sulla propria pelle.
Nondimeno, non va certamente sottaciuta, per ultimo, la responsabilità contrattuale delle società interessate del servizio di raccolta per il mancato raggiungimento delle percentuali indicate nel capitolato di appalto, applicando le penali previste. Anche per evitare che siano sempre e solo i cittadini a pagare.