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Cronaca

Raffiche di Kalashnikov sulla superstrada, vampata nella guerra di mala di Francavilla Fontana

FRANCAVILLA FONTANA – Diciotto anni, un colpo di mitragliatore calibro 7,62 (potrebbe essere un Kalashnikov) alla schiena e uno ad un braccio. E’ morto praticamente sul colpo Francesco Ligorio, francavillese, che come ogni mattina si era alzato alle 5 per andare a lavorare con Nicola Canovari, 38 anni, francavillese, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. La necessità di guadagnare qualcosa, quando non si hanno altre prospettive, lo avevano portato a scegliere un datore di lavoro ad alto rischio. Era Canovari, secondo gli investigatori, l’obiettivo dei killer che all’alba, erano le 5,40, sulla statale 7, in direzione Taranto, proprio dirimpetto al ristorante “Casa Resta”, hanno bloccato il camion Iveco, e hanno crivellato di colpi la cabina. Canovari è stato più fortunato del suo giovane aiutante. E’ stato raggiunto da alcune pallottole. Ora è sotto i ferri dei chirurghi dell’ospedale di Francavilla Fontana. Dovrebbe cavarsela.

FRANCAVILLA FONTANA – Diciotto anni, un colpo di mitragliatore calibro 7,62 (potrebbe essere un Kalashnikov)  alla schiena e uno ad un braccio. E’ morto praticamente sul colpo Francesco Ligorio, francavillese, che come ogni mattina si era alzato alle 5 per andare a lavorare con Nicola Canovari, 38 anni, francavillese, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. La necessità di guadagnare qualcosa, quando non si hanno altre prospettive, lo avevano portato a scegliere un datore di lavoro ad alto rischio. Era Canovari, secondo  gli investigatori, l’obiettivo dei killer che all’alba, erano le 5,40, sulla statale 7, in direzione Taranto, proprio dirimpetto al ristorante “Casa Resta”, hanno bloccato il camion Iveco, e hanno crivellato di colpi la cabina. Canovari è stato più fortunato del suo giovane aiutante. E’ stato raggiunto da alcune pallottole. Ora è sotto i ferri dei chirurghi dell’ospedale di Francavilla Fontana. Dovrebbe cavarsela.

Le indagini si muovono nell’ambito del traffico delle sostanze stupefacenti. Il 21 ottobre scorso i poliziotti del Commissariato di Ostuni avevano arrestato Cosimo Canovari, 42 anni, fratello maggiore del ferito. Nella sua casa nella zona 167, dove abita il ferito ed abitava anche il ragazzo morto, i poliziotti rinvennero settanta grammi di cocaina, cento grammi di marijuana, bilancini di precisione, una pistola Zastava calibro 7,65 parabellum con matricola abrasa, caricatore pieno e colpo in canna, ventitré cartucce parabellum calibro 9, varie cartucce per fucile e attrezzatura per bonificare gli ambienti da eventuali microspie.

La chiave di lettura dell’agguato avvenuto questa mattina potrebbe scaturire da quell’arresto e dal traffico delle sostanze stupefacenti. Probabilmente a Francavilla, che mai come in questi ultimi tempi ha avuto una impennata sul fronte criminale, è in atto uno scontro senza esclusione di colpi per il controllo del mercato delle sostanze stupefacenti. Omicidio, quello consumato poche ore fa, che potrebbe portare gli investigatori (se già non lo hanno fatto) anche ad una rivisitazione del movente dell’assassinio di Vincenzo Della Corte, il commerciante francavillese ammazzato la sera dell’8 ottobre a San Michele Salentino.

Ma torniamo all’agguato di stamattina.  Francesco Ligorio, bravo ragazzo lo definiscono i conoscenti, figlio unico di Marianna Ligorio, ragazza madre, viveva in casa della nonna Maria Bisacat, 67 anni, di Belluno, che si trasferì a Francavilla dopo avere sposato uno del posto. Sette figli, compresa la mamma dell’ucciso, che da qualche tempo era andata a vivere a Oria con un uomo. Francesco era rimasto a casa della nonna. Per due anni se ne era andato a Bernalda con lo zio Enrico ed aveva lavorato in un deposito di ortaggi e frutta.

Poi era tornato a Francavilla. Aveva cercato lavoro. L’unico che era riuscito a trovare era quello di aiutante di Nicola Canovari, rottamaio di reputazione non proprio buona. La mattina verso le 5,30 iniziavano il giro alla ricerca di rottami da prelevare e poi rivendere. Oggi era una delle tante mattine per Francesco Ligorio. E’ salito sul camion e si è sistemato sul sedile passeggeri. Al volante Canovari, “Nico” come è scritto su una targa esposta sul cruscotto del mezzo dotato di una gru per sollevare il materiale pesante.

Dieci minuti circa. Il tempo di immettersi sulla statale 7 imboccandola dall’accesso Francavilla Est, e iniziare la marcia in direzione Taranto. Si vedeva poco. Non c’era traffico. I killer lo seguivano. Hanno superato il camion e lo hanno bloccato costringendolo ad una lunga frenata. Dalla vettura è sceso un individuo che ha aperto il fuoco in direzione di Canovari che si è abbassato e probabilmente questo gli ha evitato i colpi mortali. Francesco Ligorio si è girato nel tentativo di aprire lo sportello e scendere. In quel momento è stato raggiunto dal colpo alla schiena che lo ha ucciso.

L’assassino è risalito in macchina ed è scomparso assieme al complice, o magari ce n’era anche un terzo. Nessuno ha visto niente. Quando sono arrivati i primi automobilisti si è pensato ad un incidente stradale. E’ stato chiamato il 118. Quando è arrivato si è capito che non era stato un incidente stradale. Canovari respirava. E’ stato adagiato su una barella e messo in ambulanza. Il ragazzo è stato rimosso da dentro l’abitacolo. Ma era già morto e quindi è stato adagiato sull’asfalto e coperto con un telo, in attesa dell’arrivo dei carabinieri. Sul posto si sono portati anche i poliziotti della Squadra mobile (c’era il dirigente Francesco Barnaba), il comandante provinciale del Reparto operativo, tenente colonnello Gennaro Ventriglia, il magistrato di turno, sostituto procuratore Raffaele Casto.

Il tratto di statale 7 interessato dall’agguato è stato immediatamente chiuso. Poco prima che il traffico venisse deviato per impedire che la scena del delitto potesse subire degli inquinamenti, una signora al volante di una Fiat 500, vedendo il camion fermo e il sangue, ha perso il controllo della vettura e si è schiantata contro lo spartitraffico. Fortunatamente non si è fatta niente. Sul luogo, a quanto pare, tranne i bossoli dell’arma utilizzata non sarebbe stato trovato nulla che possa far risalire a chi ha sparato. Che potrebbe essere lo stesso nucleo di sicari che la sera dell’8 ottobre scorso uccise il francavillese Vincenzo Della Corte in un locale in allestimento alla periferia di San Michele Salentino. In quella occasione però il commando, sebbene fossero presenti altre persone con la vittima, non sbagliò bersaglio. E in quella occasione fu usato un fucile caricato a pallettoni. Questa volta i killer non hanno raggiunto il loro obiettivo. Canovari almeno per ora è in vita ed hanno ammazzato un ragazzo che nulla aveva a che fare con gli eventuali traffici illeciti o chissà cos’altro per cui, probabilmente il solito che ogni volta che sta per accadere un omicidio lascia Francavilla, ha deciso la sua eliminazione.

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