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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Raid al cimitero, operai esasperati

BRINDISI – C’è chi costruisce e chi invece distrugge. Per non bastare anche nel posto in cui si dovrebbe riposare in pace. La scorsa notte, infatti, alcuni malviventi con mazzetta e scalpello, hanno preso di mira il cimitero di Brindisi e sono state gravemente danneggiate oltre 20 cappelle tutte nuove di zecca e alcune in costruzione. Ad accorgersi dell’accaduto le ditte che lavorano all’interno della parte nuova del camposanto questa mattina. Racket o no, quello che è successo la scorsa notte è una vicenda già vista a Brindisi. Le indagini sono in mano ai carabinieri del capoluogo.

BRINDISIC’è chi costruisce e chi invece distrugge. Per non bastare anche nel posto in cui si dovrebbe riposare in pace. La scorsa notte, infatti, alcuni malviventi con mazzetta e scalpello, hanno preso di mira il cimitero di Brindisi e sono state gravemente danneggiate oltre 20 cappelle tutte nuove di zecca e alcune in costruzione. Ad accorgersi dell’accaduto le ditte che lavorano all’interno della parte nuova del camposanto questa mattina. Racket o no, quello che è successo la scorsa notte è una vicenda già vista a Brindisi. Le indagini sono in mano ai carabinieri del capoluogo.

Nella notte tra domenica e lunedì, individui senza farsi troppi problemi, sono entrati nella parte nuova del cimitero – parte che è ancora in fase di costruzione - e si sono “divertiti” nel distruggere diverse cappelle, rompendo il marmo, le pareti e sfregiando a più non posso tutto il lavoro delle ditte edili che l’hanno messe in piedi. Uno scempio vero e proprio, che nessuno o quasi nessuno, ancora questa mattina, riesce bene a spiegare.

“Siamo scoraggiati – raccontano operai e responsabili di cantiere che oggi erano nel cimitero a lavorare – non si può più lavorare in modo onesto. Noi lavoriamo, costruiamo e c è chi, invece, distrugge, ogni giorno, il nostro lavoro”. Sono solo alcuni, demotivati e altri infuriati, degli operai dei cantieri all’interno del campo santo. Pezzi di marmo per terra ovunque, quasi tutte le cappelle distrutte e da rifare. Questa è la fotografia che questa mattina si sono trovati davanti le ditte edili, più di venti, di Brindisi città e della provincia, che stanno lavorando da più di un anno nel cimitero.

“Bisogna smantellare tutto il lavoro fatto – sottolinea un responsabile di una ditta edile che ha il cantiere nel cimitero – rifare le cappelle di sana pianta e purtroppo non si potranno consegnare al privato che ci ha commissionato i lavori nel tempo prestabilito. E’ una situazione che lascia solo tanta delusione, perché sempre più, i nostri lavori vengono ostacolati, non solo dalla burocrazia ma da qualcun altro. Non c’è nessuno che assicura e vigila il nostro lavoro. Quando andiamo via noi dal cantiere, il cimitero rimane comunque aperto perché ci sono diverse tombe e loculi”.

Oggi è l’ultimo giorno che le ditte edili potranno mandare i propri operai per lavorare nel camposanto, perché il commissario della città di Brindisi, proprio la settimana scorsa, ha inviato un’ordinanza per il fermo dei lavori per 15 giorni, in vista delle festività dei Santi e Morti, il primo e il 2 novembre prossimi. Il nuovo cimitero non ha un monitoraggio esterno né interno, non ha in circuito di videosorveglianza  in quanto ancora un cantiere aperto tutta la parte nuova.  Tra le tombe presa di mira dai malviventi la notte scorsa, anche la cappella di Antonio Sottile, il finanziare ucciso durante un inseguimento con i contrabbandieri, nel febbraio del 2000, sulla tangenziale 379 all’altezza del santuario di Jaddico;con lui perse la vita anche il suo collega Alberto De Falco. A tentare di far luce all’accaduto i carabinieri della compagnia di Brindisi, che stamattina si sono portati sul luogo per verificare i danni e capire se su tutto questo c’è l’ombra del racket.

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