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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Rapina all'Ipem: operai in ostaggio

BRINDISI – Una rapina studiata nei dettagli, messa a segno in meno di 15 minuti. I banditi che ieri sera hanno assaltato la casa del custode della Ipem, azienda attiva nello stoccaggio del gas, si sono impossessati di 2mila euro in banconote più vari monili in oro e hanno prima rinchiuso nel bagno gli operai che erano di turno.

BRINDISI – Una rapina studiata nei dettagli, messa a segno in meno di 15 minuti. I banditi che ieri sera hanno assaltato la casa del custode della Ipem, azienda attiva nello stoccaggio del gas, si sono impossessati di 2mila euro in banconote più vari monili in oro e hanno prima rinchiuso nel bagno gli operai che erano di turno. Il proiettile partito alla pistola di uno di essi, per fortuna, non ha colpito nessuno dei tre operai tenuti in ostaggio. Il grilletto, con ogni probabilità, è stato azionato accidentalmente. I poliziotti della Squadra mobile hanno ascoltato le vittime fino alla tarda serata di ieri per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.

Il commando è entrato in azione intorno alle 22. Due uomini con passamontagna in testa, entrambi armati, hanno raggiunto l’ingresso dello stabilimento, situato in via Arhimede, nella zona industriale di Brindisi. Si sono imbattuti in due operai. Sotto la minaccia delle armi, li hanno immobilizzati e trascinati in un bagno. Nel frattempo, uno o due complici (le vittime, nella concitazione del momento, non sono riuscite a farsi un quadro chiaro della situazione) si sono diretti verso l’abitazione del custode, ubicata sopra gli uffici amministrativi dell’azienda.

La casa era vuota. I malviventi, sapendo bene come muoversi, hanno trovato subito la cassaforte e sono riusciti a scardinarla con un flessibile. In quelli stessi frangenti, un terzo operaio, del tutto ignaro di quanto stava accadendo, aveva raggiunto l’azienda per prendere servizio. I balordi che tenevano in ostaggio i suoi colleghi sono riusciti a bloccarlo e a trascinare anch’esso nel bagno. Durante l’azione, però, è partito il colpo di pistola. Il rischio che potesse verificarsi una tragedia è stato enorme, se si considera che la struttura ospita il più grande deposito di gpl in Italia, con una capacità di stoccaggio complessiva di oltre 52mila metri cubi. Ma nessuno si è fatto male. Una volta svuotata la cassaforte, i malviventi sono saliti a bordo di una Nissan Micra parcheggiata nelle vicinanze e si sono dati alla fuga.

Gli operai, in preda allo choc, hanno subito chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Sul posto si sono recati gli agenti della Sezione volanti coordinati al vicequestore Alberto D’Alessandro e gli uomini della Mobile diretti dal vicequestore Alberto Somma. Nelle prossime ore verranno visionate le immagini riprese dalle telecamere situate vicino la Ipem, nella speranza che queste possano condurre gli investigatori sulle tracce del commando.

E’ la terza volta in due settimane che la zona industriale finisce nel mirino di banditi armati. La notte fra il 4 e il 5 luglio, l’82enne Giovanni Tarì, custode del campo scuola della Nuova Idea, venne ferito da un colpo di pistola alla gamba sinistra. L’uomo, stando al suo racconto, stava dando da mangiare ad alcuni cani nei pressi della sede della “Puglia Calcestruzzi”, quando gli si fecero incontro due individui che probabilmente si trovavano all’interno della fabbrica per compiere un furto. Recatosi in ospedale da solo, Tarì se la cavò con 15 giorni di prognosi.

Giovedì scorso, tre uomini cercarono di assaltare lo sportello bancario situato all’interno del Petrolchimico di Brindisi. Uno dei 3 indossava un berretto. Alla richiesta della guardia giurata dell’istituto di credito di rendersi riconoscibile, l’uomo fuggì insieme ai suoi complici. Durante la fuga, i delinquenti diedero alle fiamme due vecchie Fiat Uno sulla strada per Contrada Pandi, alle spalle dello stabilimento, con lo scopo di cancellare ogni traccia e intralciare le ricerche avviate da poliziotti e carabinieri.Al momento, non vi sono elementi oggettivi per stabilire un nesso fra i tre eventi, ma non si può neanche escludere l’esistenza di una comune regia.

 

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