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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Rapina: arrestati i due banditi

CEGLIE MESSAPICA - E’ stato tramutato in arresto all’alba di oggi il fermo dei due giovani bloccati dai carabinieri in quanto accusati di essere gli autori della rapina alle Poste consumata nel pomeriggio di ieri. In manette sono finiti due ragazzi di mesagne, smascherati dopo il colpo in trasferta: Antonio Cleti (28 anni, incensurato) e Marco Andrea Pesce (24 anni) entrambi di Mesagne. Una terza persona, Francesco Barnaba (36 anni, di Ceglie Messapica, titolare di una officina meccanica) è stato denunciato a piede libero per favoreggiamento. Nel capannone artigianale di quest’ultimo, sito lungo la via per Francavilla Fontana, i militari hanno infatti scovato i due giovani, nascosti all’interno di un’autovettura in riparazione.

CEGLIE MESSAPICA  - E’ stato tramutato in arresto all’alba di oggi il fermo  dei due giovani bloccati dai carabinieri in quanto accusati di essere gli autori della rapina alle Poste consumata nel pomeriggio di ieri.  In manette sono finiti due ragazzi di mesagne, smascherati dopo il colpo in trasferta: Antonio Cleti (28 anni, incensurato) e Marco Andrea Pesce (24 anni) entrambi di Mesagne. Una terza persona, Francesco Barnaba (36 anni, di Ceglie Messapica, titolare di una officina meccanica) è stato denunciato a piede libero per favoreggiamento. Nel capannone artigianale di quest’ultimo, sito lungo la via per Francavilla Fontana, i militari hanno infatti scovato i due giovani, nascosti all’interno di un’autovettura in riparazione.

Nel corso dell’operazione i carabinieri hanno recuperato l’intera refurtiva, buona parte della quale i due giovani avevano pensato di celare tra le loro mutande. Il resto lo avevano invece custodito nel cruscotto della berlina all’interno della quale avevano trovato ricovero, convinti di sfuggire alla cattura da parte del personale dell’Arma. I militari della locale stazione, guidati dal comandante Sante Convertini, insieme al personale della Compagnia di San Vito dei Normanni, coordinati dal capitano Ferruccio Nardacci,  non a caso sono piombati nel pomeriggio di ieri, poco dopo la rapina, presso l’autofficina di Barnaba.

Alla luce degli elementi raccolti e sulla scorta delle testimonianze acquisite, le indagini hanno puntato su una pista ben precisa, già seguita peraltro dagli investigatori per fare luce su alcune recenti rapine eseguite in città, con modalità analoghe. Il sospetto che quel capannone potesse fungere da supporto logistico ai banditi si è rivelata un’intuizione felice.  Tutt’ora gli inquirenti sono a caccia della moto utilizzata per la rapina e della pistola. Il fatto che non siano state al momento rinvenute sarebbe la prova, a giudizio degli investigatori, del coinvolgimento di più persone e della copertura di cui avrebbero goduto gli autori dell’assalto alle Poste.

Non poche, bottino a parte, gli indizi e le prove a carico die due giovani mesagnesi, traditi dagli abiti e soprattutto da alcuni numeri scritti a penna sulle banconote rinvenute: cifre riportate per ragioni contabili dagli stessi dipendenti dell’Ufficio postale. Ritenendo a questo punto più che probabile il coinvolgimento degli stessi in riferimento all’irruzione compiuta attorno alle 16.45 presso l’Ufficio centrale delle Poste, in piazza Sant’Antonio, i militari hanno nelle prime ore della mattinata hanno eseguito l’arresto, trasferendo i due presunti rapinatori mesagnesi presso il carcere di Brindisi, a disposizione della competente Autorità giudiziaria.

La cronaca della rapina. Uno dei due banditi, armato di pistola e con il volto coperto da un casco integrale, ha fatto irruzione nella sala, seminando il panico tra gli utenti in coda agli sportelli. Mentre il compare lo attendeva all’esterno, in sella a un scooter. Il tempo di impossessarsi del carico di banconote (circa 2500 euro), e la coppia di malviventi era già con le spalle rivolte all’uscio della sede delle Poste centrali, pronta a togliere il disturbo. La moto avrebbe girato l’angolo.

Fuga a tutto gas, per far perdere in fretta le tracce. Tempestivo l’allarme. Due impiegate, colte da malore per lo spavento, necessitavano delle cure dei sanitari del Servizio 118. Il tempo di dare un’occhiata alle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, di raccogliere qualche testimonianza ed i carabinieri, mettendo a frutto l’attività investigativa imbastita a seguito delle rapine precedenti, hanno raggiunto l’officina di Barnaba. Le indagini proseguono per comprendere il reale ruolo di copertura svolto dall’artigiano, l’eventuale e probabile coinvolgimento di altri soggetti della malavita locale a protezione della banda e soprattutto se vi siano collegamenti tra il gruppetto e le recenti rapine messe a segno sul territorio: 15 assalti armati dall’inizio dell’anno in cerca di autore.

Intanto l'artigiano indagato si difende e replica alle accuse mosse a suo carico: “Sono assolutamente incensurato, non ho precedenti per rapina, sono incappato incolpevolmente in questa vicenda in quanto i due signori arrestati - precisa Barnaba - sono miei clienti e per nessun'altra ragione. Sono sicuro che i due dimostreranno la loro innocenza”.

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