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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Rapina con ostaggio: esami psichiatrici

LATIANO - E’ una vicenda orribile quella che si è verificata l’altro ieri a Latiano, una vicenda in grado di segnare per sempre le persone che ne sono state protagoniste, ma anche gli investigatori e gli inquirenti ai quali tocca ricostruirla.

LATIANO - E’ una vicenda orribile quella che si è verificata l’altro ieri a Latiano, una vicenda in grado di segnare per sempre le persone che ne sono state protagoniste, ma anche gli investigatori e gli inquirenti ai quali tocca ricostruirla, tutte le persone che in qualche modo sono coinvolte, direttamente o indirettamente. Lo hanno compreso subito i carabinieri che quanto accaduto nel pomeriggio all’interno di una gioielleria superava ogni confine, anche i limiti dell’azione fisiologica della criminalità spicciola.

Nelle ore successive si sono posti, quindi, problemi sui quali vi sono ancora difficoltà di interpretazione oltre che di rintracciare una soluzione. Una donna, una commessa, ostaggio per mezz’ora di un rapinatore 23enne che, stando alle contestazioni, ha abusato di lei mentre i militari dell’Arma, fuori dall’attività commerciale, l’assediavano e attendevano il momento utile per entrare e liberare la donna. Il 23enne, che risponde al nome di Vincenzo Leo, è di Brindisi città, si trova ora nel carcere del capoluogo.

Stamattina il gip Paola Liaci lo ha interrogato alla presenza del pm Milto Stefano De Nozza e dell’avvocato difensore, Marcello Tamburini. Il gip ha disposto accertamenti clinici dopo che Leo, che ha precedenti specifici, ha risposto a ogni domanda, sostenendo però di non ricordare i particolari più truci.

Il ragazzo, arrestato per una tentata rapina al Penny che risale al 18 febbraio scorso, era uscito dal carcere perché ha problematiche tali che non gli consentivano di restare in cella. Era ospite di una comunità di Latiano, ai domiciliari, da cui è riuscito ad allontanarsi per raggiungere il centro del paese e la gioielleria. Era armato di forbici e di un tagliaunghie. Quello che è accaduto in seguito sarà ricostruito dagli investigatori.

Il giudice per le indagini preliminari che ha convalidato l’arresto dovrà anche stabilire se il 23enne che risponde di rapina, sequestro di persona e violenza sessuale, possa restare nella casa circondariale di Brindisi o debba lasciarla per motivi di salute. Se così fosse, allora in quale struttura potrebbe trovare ospitalità, in modo tale da non essere più in grado di nuocere, se è vero come ha dichiarato che “non ci sta con la testa”?

La vittima è in ospedale. Ha lesioni che guariranno in 30 giorni, inutile specificare che il suo dramma non è determinato dalle ferite riportate, ma dall’incubo vissuto. Ci si pone, necessariamente, un interrogativo: come si evitano degenerazioni di questo tipo? C’era un modo, un presagio, un campanello d’allarme da poter individuare, cogliere, ascoltare, prima che si giungesse a tanto?

Non resta che attendere ora cosa farà il gip, oltre che aspettare di conoscere gli esiti di tutti gli approfondimenti che sono stati disposti, delle ulteriori indagini che vengono condotte anche con l’ausilio delle riprese delle telecamere della gioielleria.

Resta il fatto, il racconto di un pomeriggio agghiacciante in cui si è verificato qualcosa di estremamente grave, straordinariamente grave, su cui – considerati tutti i risvolti – non ci si può non chiedere se non ci fosse margine per intervenire in tempo. E come fare, adesso, perché, se anche in virtù del proprio stato di salute dovessero essere riconosciute delle attenuanti o delle attenuazioni (della misura cautelare) nel corso del procedimento, si scongiuri che qualcosa di simile possa succedere ancora.

 

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