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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Rapina e violenze: "Ho pensato di morire"

BRINDISI - “Fu un incubo, momenti terribili che non vorrei neppure raccontare”. Hanno deposto oggi dinanzi al Tribunale di Brindisi i due coniugi brindisini, vittime di una rapina violenta, nel corso della quale furono anche esplosi colpi di pistola che ferirono Cosimo Scialpi, 70 anni.

BRINDISI - “Fu un incubo, momenti terribili che non vorrei neppure raccontare”. Hanno deposto oggi dinanzi al Tribunale di Brindisi i due coniugi brindisini, vittime di una rapina violenta, nel corso della quale furono anche esplosi colpi di pistola che ferirono Cosimo Scialpi, 70 anni. Con lui fu sequestrata per alcune ore, nella notte tra il 29 e 30 aprile del 2012 la moglie, Caterina De Maria.

Il processo è in corso ed è a carico di Nicola Chirico, classe 1968, di Brindisi e Nicola Chirico (non è un errore ma sono cugini e sono omonimi) del 1969, di San Michele Salentino, difesi dall’avvocato Gianvito Lillo e da Maria Di Castri. Rispondono di rapina aggravata, sequestro di persona, lesioni gravi, porto di armi clandestine, resistenza a pubblico ufficiale. Furono arrestati lo scorso agosto.

“Ho pregato – dice Scialpi – pensavo di morire e ho pregato Gesù di salvare mia moglie”. Poi ha ricostruito i fatti. Il 29 aprile scorso il proprietario della ditta di rottamazione sita sulla provinciale che conduce a Tuturano, Cosimo Scialpi, insieme alla moglie, fu sequestrato all’interno del recinto della sua villa non appena fece rientro a casa dopo aver partecipato ai festeggiamenti per la cresima della nipotina.

Quattro persone col volto coperto e armate di pistole, qualificatesi come appartenenti alla Guardia di Finanza, colpirono i coniugi Scialpi con calci e pugni, cagionando alla moglie un “trauma cranico facciale, ematoma subdurale fronto-parietale destro, trauma toraco-addominale”, poi legarono al collo di Scialpi un tubo di ottone, facendogli quasi perdere conoscenza. Esplosero a scopo intimidatorio un colpo di arma da fuoco all’indirizzo della moglie, che cadde a terra svenuta.

Tutto questo perché volevano 200mila euro. Somma poi ridotta a 20mila e poi ancora a 500 euro. I quattro obbligarono Scialpi a recarsi dal consuocero per reperire il denaro, mentre la moglie rimase sequestrata.Evidentemente insoddisfatti del bottino, i malviventi continuarono a usare violenza trasferendo l’imprenditore all’interno della sua autovettura, una Opel Astra. Lì esplosero altri colpi di pistola e continuarono a picchiare il 69enne. Una pallottola raggiunse la vittima a una gamba.

Dopo l’inaudita e ingiustificata violenza, i banditi si impossessarono dei 500 euro e fuggirono bordo di unaVolvo XC 60, oggetto di furto denunciato il 20 dicembre 2011. La violenza aveva cagionato allo Scialpi una “emorragia cerebrale post traumatica” con prognosi di 47 giorni. Nel frattempo una pattuglia della compagnia carabinieri di Brindisi si era precipitata sul posto avvisata dai parenti delle due vittime. I militari intercettarono l’auto dei malviventi con la quale ingaggiarono un inseguimento terminato con la collisione della vettura contro un muretto a secco. I rapinatori fuggirono dileguandosi per le campagne circostanti facendo perdere le loro tracce.

All’interno del mezzo furono trovati un revolver calibro 38, una pistola semiautomatica calibro 7,65 e una pistola semiautomatica calibro 40, tutte con relativo munizionamento e con matricola abrasa, passamontagna e un marsupio. Tutto fu sottoposto a perizia.I carabinieri cominciarono dapprima a fare una cernita tra i soggetti presenti negli archivi, individuando coloro che avevano precedenti per rapina. Da lì, descrizioni, testimonianze e altri controlli hanno fatto puntare le indagini sui due cugini Chirico. Poi la comparazione del Dna compatibile quasi al cento per cento con quello dei due sospettati.

 

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