Rapina in banca 12 anni fa, i giudici chiedono l’ascolto di nuovi testi
Imputati nel nuovo processo d'Appello Ivano Cannalire e Marco Greco, entrambi di Brindisi, per un colpo avvenuto a Terni nel 2005: per l'accusa entrarono in azione con un taglierino, minacciarono i cassieri e portarono via 59 anni. La Corte chiede l'ascolto dei dipendenti della filiale dopo la requisitoria del pg: tre anni e quattro mesi per tutti e due
BRINDISI – Prima di pronunciare la sentenza nel processo d’appello bis in cui sono imputati Ivano Cannalire e Marco Greco, entrambi di Brindisi, accusati di aver messo a segno una rapina in una banca di Terni, 12 anni fa, i giudici della Corte d’Appello di Salerno hanno chiesto l’ascolto di altri quattro testimoni, tutti dipendenti all’epoca della filiale presa di mira.
La richiesta dell’ulteriore citazione è arrivata questa mattina, nel corso dell’udienza che i difensori degli imputati, Daniela d’Amuri e Ladislao Massari, attendevano per la sentenza, essendoci stata già la requisitoria del procuratore generale e l’ascolto di due testimoni, vale a dire i genitori di Cannalire, anche questi su disposizione della Corte d’Appello di Salerno, di fronte alla quale è stato incardinato il nuovo processo di secondo grado.
Né la madre, né il padre di Cannalire, né tanto meno i dipendenti che nel 2005 lavoravano nella banca di Terni furono mai ascoltati, perché gli imputati furono giudicati con rito abbreviato, quindi allo stato degli atti, saltando il dibattimento.
Il pg ha chiesto la condanna a tre anni e quattro mesi per entrambi, dopo l’assoluzione in primo e secondo grado. Il rappresentante della pubblica accusa, di fronte alla pronuncia dei giudici d’Appello, in linea con il gup, presentò ricorso in Cassazione, ottenendo l’annullamento con rinvio dinanzi a una nuova Corte d’Appello, appunto quella di Salerno.
In occasione della scorsa udienza, i genitori di Cannalire hanno riferito che il giorno della rapina il figlio era a casa e che non si spostò da Brindisi nei giorni precedenti e in quelli successivi.
La pista brindisina iniziò a prendere consistenza nel momento in cui furono ascoltati alcuni testimoni che riuscirono ad annotare alcuni numeri di targa: l’auto era in uso a Greco, il primo nome a venire a galla. L’incrocio delle frequentazioni e la presenza indicata dalle celle telefoniche portò a Cannalire. Il processo riprenderà in autunno.