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Cronaca

Rapina in gioielleria: “Nessuna collaborazione, resta in carcere”

Il Riesame nega i domiciliari a Cosimo Fai, 18 anni: “Concrete esigenze cautelari, indagini su quattro brindisini”. Difesa in Cassazione

BRINDISI – Il Tribunale del Riesame di Lecce ha negato anche i domiciliari a Cosimo Fai, 18 anni, studente di Brindisi, arrestato il 20 giugno scorso per la tentata rapina nella gioielleria del centro commerciale Auchan di Taranto. Secondo i giudici, ci sono concrete esigenze cautelari legate all’inquinamento delle prove, perché le indagini sembrano orientate su almeno quattro sospettati, armati di asce e martelli, dopo l’arresto del ragazzo e di un 16enne.

Rapina Auchan Taranto 2-2-2

Il Riesame

Il collegio salentino, in funzione di Riesame, ha rigettato il ricorso discusso dal difensore di Fai evidenziando anche come l’indagato non abbia fornito alcuna collaborazione all’inchiesta, benché abbia reso interrogatorio chiedendo scusa ai genitori, in sede di convalida. Venne arrestato  in flagranza di reato, mentre tentava la fuga correndo lungo il corridoio della galleria commerciale. Né sarebbe ravvisabile, sempre a giudizio del Tribunale, un concreto pentimento non essendoci alcun apporto alla conclusione dell’inchiesta.

La difesa in Cassazione

Il penalista ha già depositato ricorso in Cassazione, chiedendo l’annullamento della custodia cautelare o in subordine l’attenuazione con il riconoscimento degli arresti domiciliari.

Il ragazzino di 16 anni, subito dopo la convalida, venne trasferito in una comunità nella provincia di Lecce, su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni.

L’arresto e le scuse

Di fronte all’evidenza, entrambi decisero di ammettere le proprie responsabilità, alla presenza degli avvocati nominati dalle famiglie. Mea culpa tanto per il maggiorenne, quanto per il minorenne. Entrambi studenti frequentanti due istituti tecnici della città. Nessuna chiamata in correità. In altri termini, né l’uno, né l’altro fecero riferimento ai complici componenti del gruppo.

A conclusione dell’interrogatorio, gli indagati rivolsero un pensiero alle famiglie e in particolare ai genitori: “Brave persone, non lo meritavano”.

Le indagini

L’inchiesta prosegue per dare un nome agli altri brindisini. Almeno in quattro sono considerati parti attive del commando. Uno sarebbe stato l’autista, alla guida di un’Alfa Romeo di colore nero, risultata rubata nella provincia di Lecce. L’arrivo venne ripreso dalle telecamere del sistema di videosorveglianza: scesero dall’auto e piombarono nella gioielleria dividendosi i compiti, da una parte c’era chi terrorizzava le commesse, dall’altro chi rompeva le vetrine. I primi a intervenire, furono i vigilantes del centro commerciale. Ne presero due. Fai e il minore. Sugli altri, c’è più di qualche sospetto. Non è neppure escluso che i maggiorenni abbiano preso parte ad assalti simili consumati nelle gioiellerie dei centri commerciali Ipercoop di Brindisi e Auchan di Mesagne.

Le indagini vedono impegnati in tandem gli agenti della Mobile di Taranto, competente per territorio, e i colleghi  di Brindisi.

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