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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Rapinatore riconosciuto da fedina

BRINDISI – Con un pennarello nero aveva camuffato la targa dello scooter del figlio, un Piaggio Liberty di colore bianco, tramutando il numoro 8 in uno zero, pensando, forse che sarebbe bastato questo piccolo escamotage.

BRINDISI – Con un pennarello nero aveva camuffato la targa dello scooter del figlio, un Piaggio Liberty di colore bianco, tramutando il numoro 8 in uno zero, pensando, forse che sarebbe bastato questo piccolo escamotage a confondere eventuali indagini a suo carico. Non aveva fatto i conti, però, con l'esperienza e le competenze degli uomini della sezione antirapina della Squadra mobile di Brindisi, al comando del vice questore Alberto Somma e con la tecnologia super avanzata appostata, ormai, in ogni angolo della città.

Il tragitto dello scooter su cui Claudio Bistonte, 47 anni di Brindisi, uno dei due presunti autori della rapina del 24 giugno scorso del valore di quasi 70mila euro ai danni di un dipendente della società Nuova Ampa, che fa capo al senatore gallipolino Vincenzo Barba, che si occupa di bunkeraggio di prodotti petroliferi per il rifornimento delle imbarcazioni da pesca, è stato ripreso e registrato da tutte le telecamere presenti per le vie che ha percorso, sia quelle pubbliche che quelle dei privati cittadini.

È bastata la descrizione sommaria dei due rapinatori da parte della vittima e di alcuni testimoni, del loro abbigliamento, del modello dello scooter e del numero di targa (seppur modificato) a far ricadere i sospetti proprio sul 47enne Claudio Bistonte, già noto, già indagato dai carabinieri per una rapina al Punto Snai di via Appia a Brindisi del 23 marzo scorso. Subito dopo il colpo ai danni dell'imprenditore gallipolino, consumatosi nei pressi di viale Congregazione, in pieno centro, alle 10,30 del 24 giugno scorso, gli uomini della Squadra mobile di Brindisi si misero a lavoro.

Prima di tutto ascoltando la vittima e i testimoni. Il primo aveva raccontato che subito dopo aver ricevuto la somma in contanti di poco meno di 70mila euro, quale pagamento del carburante ceduto, dai fratelli della ditta Saponaro di Brindisi, poco prima di entrare nella sua auto era stato braccato da un individuo che dopo avergli puntato una pistola alla tempia lo aveva costretto a consegnargli il denaro che possedeva. Questo individuo, che indossava una maglia color lilla-glicine, era poi salito su uno scooter di colore bianco con parabrezza, condotto da un soggetto con una camicia bianca con il risvolto alle maniche e delle bermuda rosso corallo. Il guidatore era alto e piazzato. Un particolare fornito dalla vittima è che la targa presentava delle anomalie.

Gli uomini di Somma hanno quindi ritirato e visionato tutti i fotogrammi presenti nella zona, individuando subito nel traffico uno scooter bianco compatibile con la descrizione fatta dalla vittima e da alcuni testimoni. Il mezzo a due ruote ha percorso via Provinciale Per San Vito, via Osanna e via Lucio Strabone. Le tracce poi si sono perse. Il guidatore corrispondeva alla descrizione fatta dalla vittima, aveva all'anulare un anello argentato.

Visibilissimo dalle telecamere. Durante la prima foto segnalazione, in questura, ha tentato di depistare la polizia spostando la fedina alla mano sinistra. Ma è stato scoperto dall’ispettore Cosimo Pizza che lo ha invitato a desistere. L’indagine è andata a buon fine anche grazie al lavoro certosino svolto dall’ispettore capo Giancarlo Di Nunno, che dirige la sezione Antirapina, e dal vice capo della Mobile, Domenico Conte. I tecnici esperti hanno ripulito i fotogrammi fino a far emergere l'unico dettaglio che ha dato l'imboccata giusta agli investigatori: la targa modificata.

Sono state controllate tutte le targhe somiglianti a quella che appariva dalle registrazioni, cambiando un numero (l'8 al posto di quello che sembrava uno zero) si è giunti a uno scooter di proprietà del figlio dell'arrestato di oggi. Intanto gli uomini della sezione antirapina, profondi conoscitori del territorio e dei soggetti dediti a questo genere di attività avevano già tracciato un profilo dei responsabili.

Ne è seguita un'attività di appostamento presso l'abitazione di via Adige, a villaggio San Paolo, di intercettazioni e perquisizioni dove sono stati rinvenuti gli abiti che compaiono nelle immagini delle telecamere. Quando Bistonte ha compreso d’essere finito nel mirino degli investigatori ha mandato un messaggio a una donna: “Comunque sarà o andrà, voglio che tu sappia che sarai sempre rinchiusa nel mio cuore”.

All'alba di oggi, quando tutto il quadro probatorio era completo gli agenti della Mobile hanno eseguito l'ordinanza emessa dal gip Maurizio Saso, su richiesta del pm Valeria Farina Valaori, a carico del 47enne. Claudio Bistonte, difeso dall'avvocato Luca Leoci, è stato trasferito nel carcere di Brindisi. Ora si cerca il suo complice.

 

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