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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Rapine in Romagna: l'ufficio postale di Torino il capolinea dei 3 brindisini

Ci sono tre brindisini fra le 7 persone arrestate dalla Squadra Mobile di Rimini nell'ambito di un'operazione, denominata "Black Car", che ha sgominato una banda dedita alle rapine, ai furti in abitazione e alla ricettazione. Si tratta di Gianluca Calabrese, 40 anni, Francesco Balestra, 34 anni e Roberto De Paola, 35 anni

BRINDISI – Ci sono tre brindisini fra le 7 persone arrestate dalla Squadra Mobile di Rimini nell’ambito di un’operazione, denominata “Black Car”, che ha sgominato una banda dedita alle rapine, ai furti in abitazione e alla ricettazione. Si tratta di Gianluca Calabrese, 40 anni, Francesco Balestra, 34 anni, e Roberto De Paola, 35 anni. 

Calabrese e Balestra (difesi dagli avvocati Luca Leoci e Laura Beltrami) sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodiacautelare  eseguita dai poliziotti della Gianluca Calabrese-2Squadra mobile di Brindisi. De Paola risiede invece nel Riminese. I tre vennero già arrestati in flagranza di reato nel novembre del 2013, dopo aver assaltato un ufficio postale di Torino. Raggiunsero il capoluogo piemontese a bordo della stessa Fiat Punto utilizzata per i colpi in Romagna. I poliziotti, sulle loro tracce da giorni, li stavano pedinando. (nella foto a destra, Gianluca Calabrese).

Al momento del loro ingresso nell’agenzia delle Poste Italiane, si appostarono all’esterno in attesa che uscissero col bottino. Calabrese e Balestra, fra l'altro, finirono in manette anche nel gennaio del 2013, mentre tentavano di rubare un’auto parcheggiata vicino all’ospedale Vito Fazzi di Lecce.

Tornando all’operazione odierna, sei persone sono state condotte in carcere. Una ai domiciliari. C’è poi un Francesco Balestra-2ottavo indagato nei confronti del quale è stato disposto l’obbligo di dimora (nella foto a sinistra, Francesco Balestra).

AGGIORNAMENTO ORE 15,26 - Sulla base di quanto appurato dagli inquirenti, al vertice del presunto sodalizio c’era il brindisino Roberto De Paola, residente in un campo nomadi di Rimini. Oltre ai brindisini Calabrese e Balestra, della banda facevano parte: Marco Mangianti, 30 anni, di Rimini; Fabio Proietti, 53enne, di Forlì, e Jonny Ferrari, 43 anni, di Jesi (Ancona), Giancarlo Fabbri, 71 anni di Rimini, e la 28enne E.P, fidanzata di Mangianti, indagata con obbligo di dimora. 

Mangianti e i brindisini devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alle rapine. I quattro avrebbero preso parte a quattro rapine avvenute fra ottobre e novembre del 2013. Ognuno aveva un ruolo prestabilito. Marco Mangianti, da quanto appurato dagli inquirenti, svolgeva il ruolo di autista. Balestra e Calabrese erano gli esecutori materiali dei colpi, insieme a De Paola, che in alcune circostanze coadiuvava Mangianti nel suo operato. Agivano sempre a bordo di una Fiat Punto di colore nero (la stessa usata per la rapina all’ufficio postale di Torino), la cui targa veniva ogni volta sostituita con quella rubata da un’altra vettura che si trovava nel parcheggio del supermercato che si accingevano a rapinare. I discount erano i loro bersagli prediletti. Ne avrebbero svaligiati quattro. 

IL VIDEO DELLA POLIZIA

Le rapine. Il 19 ottobre del 2013, presero di mira il Conad di via Bidente, a Rimini. Mentre Mangianti faceva da palo all’esterno, Balestra, Calabrese e De Paola irruppero nell’attività commerciale con volti coperti da passamontagna e armati di pistole. A una cassiera urlarono: “Muoviti o ti sparo in bocca”. Poi fuggirono con un bottino di 3mila 285 euro.

Il 25 ottobre 2013, rapinarono il Conad di via Coletti, sempre a Rimini. Mangianti e De Paola restarono all’esterno. Balestra e Calabrese, con volti coperti da passamontagna e caschi, entrarono nel discount, puntarono una pistola contro un cassiere e gli intimarono di le casse, spintonando un suo collega. Da lì fuggirono con 1822 euro. 

Il 29 ottobre 2013 si spostarono a Jesi, dove assaltarono il supermarket “Sma – Punti di sapore 1” di via Erbarella. Il copione non cambia. I banditi, con volto coperto da passamontagna e armati di pistola, seminano il panico fra i clienti e afferrano dalle casse 4mila 300 euro.

Il 5 novembre del 2013, i malfattori tornano a Rimini. Stavolta prendono di mira il Crai di via Dario Campana. Mangianti e De Paola fanno da pali all’esterno. Calabrese e Balestra, armati di pistole, si impossessano di 1200 euro in contanti. 

Le indagini. Questo è l’ultimo colpo messo a segno dai brindisini, con la complicità di Mangianti. Il 15 novembre, infatti, come detto, Calabrese, Balestra e De Paola vengono arrestati a Torino, per la rapina ai danni dell’ufficio postale di Caselle Torinese. I poliziotti della Squadra mobile di Rimini erano già sulle loro tracce. Li tenevano sotto controllo con intercettazioni telefoniche e pedinamenti. Le forze dell’ordine fiutarono la pista giusta il 26 ottobre. Il giorno precedente, pochi minuti prima della rapina al Conad di via Coletti, un passante rimase insospettito da tre persone che confabulavano intorno a una Lancia Y parcheggiata nei pressi del locale, e annotò il numero di targa della stessa. Gli investigatori accertarono che il mezzo era intestato alla fidanzata di Mangianti e in uso allo stesso. L’uomo venne intercettato e pedinato. Nel giro di qualche giorno, i poliziotti risalirono anche ai brindisini. 

Dopo l’arresto dei suoi sodali pugliesi, Mangianti si diede ai furti in appartamento, avvalendosi della collaborazione di altri individui: Proietti e Fabbri. Fra il novembre e il novembre del 2013 vennero svaligiate 13 case. La merce rubata veniva in parte ricettata, da quanto appurato dagli inquirenti, dal titolare di un laboratorio di oreficeria: Giancarlo Fabbri. La fidanzata di Mangianti, invece, è accusata di aver fatto da fiancheggiatrice della banda. 

I contatti con Andrea Romano. Durante le indagini è emerso anche un legame fra la componente brindisina della presunta organizzazione e un altro brindisino dedito alle rapine in trasferta (sospettato fra l’altro per l’omicidio di Cosimo Tedesco e il tentato omicidio del figlio, Luca Tedesco), il 29enne Andrea Romano (del tutto estraneo ai fatti oggetto dell’ordinanza). Quest’ultimo, il 15 novembre del 2013, venne arrestato a Forlì insieme ad altri 4 concittadini (Alessandro Coffa, Davide Fontò, Alioscha Lazzoi e Bryan Maggi), mentre se ne andava in giro con un camper a bordo del quale vennero trovate una pistola, un fucile a canne mozze e due ricetrasmittenti. 

La Mobile, in particolare, ha accertato che Romano e Balestra si trovavano a bordo della stessa Fiat Punto utilizzata per i colpi, in occasione di due controlli effettuati dai carabinieri di Brindisi e dalla polizia di Frontiera di Brindisi rispettivamente il 20 maggio del 2013 e il 13 giugno 2013. 

Il 14 novembre, dunque, vennero intercettate le utenze di Romano e Balestra. Il primo si trovava a Brindisi. Il secondo in Piemonte, dove stava organizzando la rapina all’ufficio postale di Caselle Torinese. La mattina successiva, mentre Balestra, Calabrese e De Paola venivano colti con le mani nel sacco all’uscita dello stesso ufficio postale, Romano si trovava a capo di un’altra “batteria di rapinatori” che si dirigeva verso l’autostrada A14, a bordo di un camper. Secondo gli investigatori anche loro erano sul punto di entrare in azione. Ma vennero fermati prima di farlo. 

Gli avvocati difensori di Balestra e Calabrese, rispettivamente Laura Beltrami e Luca Leoci, intanto fanno sapere che ricorreranno al tribunale del Riesame contro l’arresto dei rispettivi clienti, in quanto gli episodi contestati si pongono a loro dire in continuità con la rapina all’ufficio postale di Torino.

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