rotate-mobile
Cronaca

Rapine violente, arresti pure per Bologna

BRINDISI – Soggetti con il culto della rapina violenta, due accertate nello spazio di pochi giorni: il 19 febbraio scorso a Bologna, il 22 febbraio a Ceglie Messapica. In entrambe le occasioni, vittime picchiate e donne ferite e sotto shock. A lasciarsi alle spalle questa scia di terrore, Alessio Rametta di 26 anni, e Andrea Reho di 22 anni.

BRINDISI – Soggetti con il culto della rapina violenta, due accertate nello spazio di pochi giorni: il 19 febbraio scorso a Bologna, il 22 febbraio a Ceglie Messapica. In entrambe le occasioni, vittime picchiate e donne ferite e sotto shock. A lasciarsi alle spalle questa scia di terrore, Alessio Rametta di 26 anni, e Andrea Reho di 22 anni. Dopo essere finiti in carcere per il brutale episodio avvenuto il 22 febbraio alla gioielleria “Il Tempio dell’Oro” di Ceglie Messapica, arrivano ordinanze di custodia cautelare anche dal capoluogo emiliano, dove tre giorni prima dei fatti di Ceglie gli stessi soggetti, dicono gli investigatori dell’Arma, si erano scatenati contro la proprietaria della gioielleria Massetti di Castel Maggiore, provocandone il ferimento, e poi legandola e imbavagliandola assieme ad altre due persone.

Ma nel pomeriggio del 19 febbraio 2013, Reho e Rametta non erano soli: con loro c’erano anche Luca Ciampi di 26 anni, e Italo Bagnuli di 24 anni. Violenti, cattivi, ma non molto accorti. A Castel Maggiore c’erano andati infatti con l’auto di una congiunta di Ciampi. Un carabinieri fuori servizio, che aveva assistito alla fuga dei banditi, non solo riuscì a imprimersi nella memoria i volti dei due rapinatori seduti sui sedili anteriori (Reho e Ciampi), ma annotò anche la targa. E questo particolare chiuse di fatto la partita. A supporto, anche alcune videoregistrazioni dell’impianto di sorveglianza elettronica.

Poco prima, i banditi brindisini erano riusciti a mettere le mani su un grosso bottino in oggetti preziosi dopo aver vinto la debole resistenza della proprietari del negozio, la quale cadendo aveva urtato il capo contro un mobile procurandosi una ferita. Il cerchio è stato chiuso definitivamente oggi. Rametta era già stato arrestato il 20 marzo scorso per la rapina ancora più violenta alla gioielleria “Il Tempio dell’Oro” di Ceglie Messapica, che assieme a Reho aveva nesso in atto appena tre giorni dopo la spedizione di Bologna. Andrea Reho invece era rimasto irreperibile sino al 5 aprile, quando la Squadra mobile lo trovò in un appartamento-nascondiglio di S.Elia assieme ad un chilo di hascisc nel corso di un servizio antidroga (i carabinieri della compagnia di S.Vito gli notificarono poco dopo anche il provvedimento di arresto per la rapina).

Nelle more, sempre a Bologna, il 23 marzo un’altra rapina intrisa di violenza, sempre a Bologna, dove nella gioelleria Pezzoli si scatenarono contro il proprietario e una commessa altri due banditi arrivati da Brindisi, Damiano Felline e Carmelo Lazzari, con un terzo soggetto a fare da basista, Cosimo Chionna. Servivano soldi per le cresime dei figli. Ma riuscirono a restare liberi solo fino al 17 aprile. Tra tutti, il soggetto più pericoloso è considerato Andrea Reho: è l'aggressore dell'urologo Salvatore Brigante (capogruppo del Pd di Brindisi), fatto avvenuto nell'ospedale Perrino, e di un controllore della Stp che aveva multato la fidanzata priva di biglietto.

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rapine violente, arresti pure per Bologna

BrindisiReport è in caricamento