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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Recuperate le armi della rapina in casa dei genitori dell'avvocato penalista

BRINDISI – Svolta nelle indagini sulla rapina del 23 ottobre nell’abitazione dei genitori del noto penalista brindisino Gianvito Lillo a Tuturano. La sezione della Squadra mobile che si sta occupando del caso, nella serata di ieri, ha individuato e recuperato due dei tre fucili che i banditi avevano sottratto nel corso dell’irruzione nella dimora dei Lillo, nelle campagne di Tuturano. Le armi sono state rinvenute in un casolare abbandonato di contrada Montenegro, e non casualmente, dato che in quella zona, nella serata del 31 ottobre, una pattuglia sempre della Squadra mobile aveva inseguito una vettura sospetta.

BRINDISI – Svolta nelle indagini sulla rapina del 23 ottobre nell’abitazione dei genitori del noto penalista brindisino Gianvito Lillo a Tuturano. La sezione della Squadra mobile che si sta occupando del caso, nella serata di ieri, ha individuato e recuperato due dei tre fucili che i banditi avevano sottratto nel corso dell’irruzione nella dimora dei Lillo, nelle campagne di Tuturano. Le armi sono state rinvenute in un casolare abbandonato di contrada Montenegro, e non casualmente, dato che in quella zona, nella serata del 31 ottobre, una pattuglia sempre della Squadra mobile aveva inseguito una vettura sospetta.

Si era trattato di un inseguimento duro, pericoloso, non giustificabile dal solo fatto che l’auto, una Fiat Grande Punto di colore scuro, era stata rubata pochi giorni prima a S.Pietro Vernotico. Prima di abbandonare la vettura, danneggiata e impossibilitata a proseguire, gli occupanti avevano cercato in tutti i modi di seminare la polizia. Da quel momento, la sezione antirapine della Mobile ha intensificato i controlli in contrada Montenegro, sino alla scoperta del nascondiglio delle armi.

Si tratta di un sovrapposto e di una vecchia doppietta, entrambi calibro 12, che assieme ad un certo quantitativo di cartucce erano stati occultati nel casolare, sotto alcuni blocchi di pietra. Manca un terzo fucile, un’altra doppietta, che potrebbe essere già stata modificata per essere poi usata in azioni criminose. Il capo della Squadra mobile, Francesco Barnaba, ha detto stamani che le armi saranno inviate al laboratorio regionale di polizia scientifica per un accurata ricerca di impronte e tracce biologiche (come capelli ed altro) attraverso cui risalire ai rapinatori. Ma, sempre il capo della Mobile, ha anche sottolineato la certezza che si tratti di elementi brindisini.

Anche l’auto dell’inseguimento è stata accuratamente esaminata dalla polizia scientifica, con prelievo di campioni che presto potrebbero essere comparati con quelli rilevati dalla armi. Dopodiché, la Punto, quando il magistrato inquirente Giuseppe De Nozza lo riterrà opportuno, sarà restituita al legittimo proprietario.

La Squadra mobile inoltre, ha spiegato stamani il vicequestore Barnaba, è anche impegnata a fondo nell’operazione di pressing contro la criminalità a Francavilla Fontana, con l’ausilio di tre equipaggi del Nucleo anticrimine aggregati a tale scopo. Sono in corso attività di controllo su strada e nei locali pubblici (su cui interverrà anche la polizia amministrativa, all’occorrenza), ed una serie di perquisizioni a carico di pregiudicati della zona.

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