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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

Reho: morte per lesioni cutanee

BRINDISI - “Epidermolisi necrotica bollosa” diffusa su tutto il tronco, anteriore e posteriore, con un iniziale interessamento anche degli arti inferiori”. E’ questo il responso dell’anatomopatologo Mario Criscuolo, dopo l’autopsia eseguita sulle spoglie del 64enne Antonio Reho, il custode del parco Maniglio del rione Bozzano morto venerdì scorso nell’ospedale “Perrino” di Brindisi.

BRINDISI - “Epidermolisi necrotica bollosa” diffusa su tutto il tronco, anteriore e posteriore, con un iniziale interessamento anche degli arti inferiori”. E’ questo il responso dell’anatomopatologo Mario Criscuolo, dopo l’autopsia eseguita sulle spoglie del 64enne Antonio Reho, il custode del parco Maniglio del rione Bozzano morto venerdì scorso nell’ospedale “Perrino” di Brindisi.

L’autopsia eseguita dall’anatomopatologo ha permesso di riscontrare ferite che si manifestano come ustioni definite lesioni cutanee emorragiche. Ma non è tutto, dal momento che gli organi interni erano abbastanza compromessi per uno compenso globale determinato forse da una intossicazione da farmaci che avrebbe determinato una sofferenza generale del 64enne, addetto alla manutenzione del parco brindisino. L’anziano avrebbe anche fatto uso di anticoagulanti come il “Cumadin”.

L’uomo, lunedì scorso, era rientrato a casa da lavoro, dicendo alla moglie di essere stato punto da qualche insetto sulla spalla. Ed in effetti due segni di puntura erano evidenti. Poi si era sentito male: problemi respiratori e febbre alta, tanto da ricorrere al ricovero in ospedale. La sua situazione è degenerata al punto tale che nel giro di due giorni è morto. Il dottore Mario Criscuolo (direttore del reparto di Anatomia Patologica e del Dipartimento di diagnostica dell’ospedale Perrino), che ha eseguito l’esame autoptico, esclude quindi che il decesso sia legato a shock anafilattico, ma afferma anche che per capire le cause specifiche bisognerà attendere l’esito degli esami sui prelevamenti degli organi da lui stesso effettuati.

L’esatta dinamica sarà chiara una volta completati gli esami istologici. “E’ molto probabile – dice il medico – che si sia trattato del cosiddetto morbo di “Lyll”, una gravissima malattia cutanea caratterizzata dalla perdita degli strati superficiali della pelle e che si presenta con febbre, esantema diffuso e difficoltà delle vie aeree. Una patologia rara e potenzialmente mortale anche nel giro di 24-48 ore. In poche parole: fulminante, come fulminea è stata la morte del custode del parco. La struttura resta al momento inibita al pubblico – dopo essere stato chiuso sabato – da un’ordinanza sindacale.

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