Appalti Asl, chiesti un anno e otto mesi per i manager Artsana

BRINDISI – Il pubblico ministero ha chiesto la condanna a un anno e otto mesi per i cinque manager della multinazionale Artsana, imputati nel processo in abbreviato, con le accuse di frode in pubbliche forniture e abuso d’ufficio in relazione ad alcuni appalti indetti e aggiudicati in via definitiva dalla Asl di Brindisi, per un valore di sei milioni di euro.

Il conto è stato presentato dal sostituto procuratore Giuseppe De Nozza nei confronti di Claudio Annese, Marcello Annese, Ezio Gambirasio, Mario Merlo e Valentino Palamidesse, difesi dagli avvocati Vito Epifani, Gianvito Lillo, Cosimo Lodeserto e Gabriele Contini. I penalisti prenderanno la parola nella prossima udienza davanti al gup Tea Verderosa.

Gli imputati hanno optato per il processo “allo stato degli atti” dopo essere stati rinviati al giudizio del Tribunale al termine dell’udienza preliminare del  4 ottobre scorso, fissata dopo che la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dalla Procura e della Regione Puglia, in qualità di parte civile, contro il proscioglimento dei cinque il 17 settembre 2015.

In quella occasione il gup Stefania De Angelis dispose il non luogo a procedere di fronte alle accuse mosse dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza, a conclusione dell’inchiesta chiamata Virus, su appalti dell’Azienda sanitaria ritenuti pilotati: insussistenza del fatto in ordine alla frode in pubblica fornitura e perché il fatto non costituisce reato riguardo all’abuso d’ufficio.

Il sostituto procuratore presentò ricorso e lo stesso fece l’Avvocatura regionale, con il patrocinio dell’avvocato Francesco Marzullo. Oggi la requisitoria. Parti civili sono la Asl con richiesta di risarcimento danni pari a tre milioni di euro e la Regione Puglia.