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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Il pm: Antonio Campana credibile. Chieste 12 condanne

Il pubblico ministero invoca sei anni per il neo pentito, imputato in abbreviato: “Attenuante della collaborazione”. Il conto più alto presentato per Martena: 16 anni

BRINDISI – Per il pubblico ministero dell’Antimafia di Lecce, il brindisino Antonio Campana, 40 anni, è credibile in qualità di dichiarante, aspirante pentito, dopo una vita di militanza nella Sacra Corona Unita in posizione di vertice. Di fronte alle prime confessioni messe a verbale, il magistrato ha chiesto la condanna dell’imputato a sei anni, riconoscendo le attenuanti della collaborazione, in aggiunta al taglio di un terzo legato alla scelta del rito abbreviato.

La credibilità dell’aspirante pentito

Raffaele Martena-2E’ il primo riconoscimento dell’attendibilità di Campana che di fatto segue la scia del fratello Sandro, passato dalla parte dello Stato nel 2015. Ed è, quindi, il primo passo in direzione dell’ammissione al regime speciale e premiale, riconosciuto ai collaboratori. Le dichiarazioni di Campana sulle recenti affiliazioni all’associazione  mafiosa e sul traffico di droga, riscontrate dagli agenti della Mobile di Brindisi, sono alla base delle richieste di condanna presentate nei confronti di undici imputati, finito sotto processo a conclusione dell’inchiesta chiamata Oltre le mura, sulla creazione di un nuovo gruppo in seno alla Scu. Gruppo tenuto a battesimo e gestito dal carcere da Antonio Campana in tandem con Raffaele Martena.

La requisitoria

Antonio Campana oggi ha presenziato all’udienza, collegato in videoconferenza da una località protetta, nota unicamente al sistema di protezione centrale. Il pm Alberto Santacatterina ha chiesto la condanna a 16 anni per Martena, il primo a essere chiamato in correità da Campana, già nel primo verbale con il quale ha dato inizio al periodo delle dichiarazioni. Martena è difeso da Daniela D’Amuri e Ladislao Massari.

Queste le altre richieste di condanna, al netto della riduzione per il rito alternativo al dibattimento: 12 anni di reclusione per Vincenzo Polito,  nato a San Pietro Vernotico, 34 anni, difeso da Francesco Cascione; 12 anni anche per  Andrea Polito (sono fratelli), nato a San Pietro Vernotico, 30 anni, difeso da Pietro Romano; 13 anni per Jury Rosafio, nato a Brindisi, 42 anni, difeso da Danilo Di Serio; dieci anni Igino Campana (zio di Antonio Campana), nato a Mesagne, 64 anni, difeso da Gianfrancesco Castrignanò; dieci anni anche Ronzino De Nitto, nato a Mesagne, 44 anni, difeso da Pasquale Annicchiarico.

Igino Campana-2Richiesta di condanna a 12 anni per Fabio Arigliano, nato a Brindisi, 47 anni, difeso da Giacinto Epifani; Mario Epifani, nato a Brindisi, 38 anni, difeso da Fabio Di Bello; 12 anni per Andrea Martena, nipote di Raffaele Martena, nato a Brindisi, 33 anni, difeso da Gianvito Lillo e Dario Budano; nove anni per Enzo Sicilia, nato a Brindisi, 34 anni, difeso da Luca Leoci; otto anni per Nicola Magli, cognato di Sicilia, nato a Brindisi, 39 anni, difeso da Luca Leoci; otto per Ferruccio Taurino, l’unico rimasto a piede libero, nato a San Pietro Vernotico, 41 anni, difeso da Marco Pezzuto del foro di Lecce.

Comuni e Provincia parti civili

Si  sono costituiti parti civili il Comune di Brindisi, con richiesta di risarcimento danni anche di immagine per 100mila euro, così come deciso dalla Giunta su proposta dell’assessore alla Legalità Mauro Masiello; il Comune di Mesagne per decisione del commissario prefettizio e la Provincia di Brindisi, su indicazione del presidente Riccardo Rossi, anche sindaco del capoluogo, con istanza di 200mila euro. L’Amministrazione cittadina sarà rappresentata in giudizio dall’avvocato Emanuela Guarino, la Provincia dall’avvocato Mario Marino Guadalupi.

Le prossime due udienze saranno riservate ai difensori. Poi il gup Simona Panzera del Tribunale di Lecce di fronte al quale è stato incardinato il processo si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza.

Gli omissis e l’inchiesta

Campana, intanto, sta continuando a rendere dichiarazioni a verbale, dopo aver consegnato al pm della Dda, un memoriale di 19 anni. Il suo scritto resta necessariamente coperto da omissis.

L’inchiesta delegata alla Squadra Mobile di Brindisi, sfociò nel blitz eseguito il 15 maggio 2018 con 12 arresti e portò anche a scoprire il piano di fuga dal carcere di Terni di Antonio Campana: l’ergastolano lo progettò assieme allo zio, Igino Campana, 53 anni, per trascorrere il Natale 2018 con i suoi familiari, da latitante, ma pur sempre uomo libero, sulle colline della Selva di Fasano. Le istruzioni su come e quando segare le sbarre della finestra della sua cella furono intercettate, dopo che gli agenti della penitenziaria trovano il telefonino nella sua cella.

Per segare le sbarre chiese allo zio fili d’angelo diamantati da nascondere nel pane che doveva essere consegnato in occasione di uno spettacolo teatrale. I fili furono effettivamente acquistati on line e trovati nell’abitazione di Igino Campana.

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