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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Rette da fame a Restinco: gara annullata

BRINDISI - “Non si può indire una gara per la gestione degli immigrati di Restinco, prevedendo una retta giornaliera da fame e nessuna spesa per la sicurezza”. E’ il principio sostenuto dagli avvocati del consorzio Connecting People

BRINDISI - “Non si può indire una gara per la gestione degli immigrati di Restinco, prevedendo una retta giornaliera da fame e nessuna spesa per la sicurezza”. E’ il principio sostenuto dagli avvocati del consorzio Connecting People, società che ha ottenuto dal Consiglio di Stato, in via definitiva, l’annullamento di una gara indetta dalla Prefettura di Brindisi (identica in tutti i Cara e Cie d’Italia) in virtù della quale per cibo, medicine, scheda telefonica e per le altre minime cure degli stranieri ospiti del Cara (Centro accoglienza richiedenti asilo) una cifra pari a 30 euro al giorno.

Tolte le spese di personale quanto restava per ognuno dei 130 stranieri ospiti? Non più di 5 euro. Su questo presupposto l’affidamento del servizio era andato all’associazione culturale Acuarinto che si è insediata a settembre dopo il pronunciamento del Tar di Lecce che per due volte (nel giudizio cautelare e in quello di merito), in contrasto invece con l’orientamento del Consiglio di Stato, ha ritenuto congrui i costi e i requisiti indicati nella procedura.

I giudici amministrativi di secondo grado hanno messo il punto il 24 ottobre scorso, condividendo le osservazioni del legale di Connecting People, Fabio Patarnello. In che misura lo si comprenderà una volta depositate le motivazioni, nel frattempo c’è il dispositivo che annulla la gara e tutti gli atti ad essa connessi.

In linea teorica – secondo l’avvocato - andrebbe anche revocato, nelle more della definizione di un’altra gara d’appalto che andrà comunque bandita secondo criteri diversi da quelli applicati nell’altra, anche l’affidamento attuale alla Acuarinto, per tornare in regime di proroga del vecchio contratto. Al di là delle questioni meramente tecniche e giuridiche, che saranno analizzate nei luoghi opportuni, è il calcolo effettuato dal consorzio ricorrente a far rabbrividire.

Da un calcolo matematico sull’importo a base d’asta e sulle spese necessarie ne deriva che, al netto del costo del personale, circa 94 mila euro al mese, la somma residua pro capite è di 5,53 euro con cui bisogna assicurare a tutti e 128 gli ospiti del Cara: una scheda telefonica da 15 euro, un buono giornaliero da 2,50, un kit vestiario, le medicine e 3 pasti al giorno.

“E’ davvero sorprendente- si legge nel ricorso che è stato accolto – che il Tar ritenga congruo un residuo giornaliero di 3,03 per fornire agli ospiti tre pasti e le medicine di cui dovessero avere necessità”. Ed è altrettanto sorprendente che secondo la Prefettura non vi siano costi per la sicurezza: è pur vero che le situazioni di maggiore criticità si verificano all’interno del Centro di identificazione e espulsione che è struttura vicina ma del tutto indipendente dal Cara. Ad ogni modo v’è sorveglianza anche per i richiedenti asilo che sono liberi di circolare durante il giorno, liberi anche di andare a lavorare, sebbene in attesa del riconoscimento dello status di rifugiati politici siano di fatto “fantasmi”, come in una sorta di purgatorio dalla durata indeterminata.

Tanto basta per ripartire da zero: nuova gara, nuovi importi. Bisognerà attendere le motivazioni dei giudici del Consiglio di Stato per riformulare il bando. Nel frattempo chi si occuperà di Restinco? E soprattutto, chiunque dovesse farlo, avrà a disposizione appena 30 euro al giorno di cui 5 per cibo, medicine e vestiario? Su presupposti identici, per l’impossibilità di sostenere i costi da parte delle ditte, sono in corso le revoche degli appalti identici a Bologna, Modena e Trapani.

 

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