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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Carovigno

Riaperto il vecchio parcheggio di Pennagrossa, ma il Comune si defila

Riaperta dall'1 giugno parte del vecchio parcheggio al servizio della spiaggia di Pennagrossa, ma sulla base di una situazione di precarietà autorizzativa che alla fine potrebbe ritorcersi sugli interessi degli stessi privati

CAROVIGNO – Riaperta dall’1 giugno parte del vecchio parcheggio al servizio della spiaggia di Pennagrossa, ma sulla base di una situazione di precarietà autorizzativa che alla fine potrebbe ritorcersi sugli interessi degli stessi privati che gestiscono la struttura e ovviamente sui fruitori della spiaggia. Dove sta il problema, la mina vagante?

L’Ufficio ecologia e ambiente e della Provincia proprio l’1 giugno ha espresso un parere che esclude dalla Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) il progetto, di fatto dando il via libera con prescrizioni, dopo aver atteso vanamente un pronunciamento da parte del Comune di Carovigno circa l’esistenza, nel raggio di un chilometro dalla particella catastale interessata, di altre strutture autorizzate a parcheggio, il che avrebbe fatto scattare l’obbligo di sottoporre tutte le aree autorizzare a Valutazione di impatto ambientale complessiva.

Parcheggi Pennagrossa-2

Il Comune di Carovigno è rimasto in silenzio, ma nel raggio di mille metri dalla particella che sta funzionando come parcheggio interno in gestione alla società D&A c’è un’altra area in gestione alla società Locopark autorizzata per 245 posti auto, che sommati ai 175 concessi alla D&A superano il tetto previsto oltre il quale scatta l’obbligo della Valutazione di impatto ambientale e appena 10 metri fuori dal raggio del chilometro c’è anche un’altra area in concessione alla stessa D&A (nella planimetri sopra le due aree sono colorate in giallo).

Insomma, la mancanza di riscontri da parte dell’amministrazione comunale interessata avrebbe indotto in errore la Provincia, quindi cosa attendersi?  Proprio per evitare effetti boomerang e incertezze, la D&A ad aprile – si evince dall’atto col parere della Provincia – aveva preventivamente chiesto al Comune di Carovigno di sospendere le autorizzazioni concesse ad altre società se queste non avessero avviato a loro volta iter con richieste di sottomissione a Valutazione di incidenza ambientaledei propri progetti, in maniera tale da rendere chiara la situazione.

I terreni autorizzati a parcheggio a Pennagrossa-2

Il Comune infatti ha rilasciato due autorizzazioni su due particelle catastali di pertinenza di D&A e di Locopark (nella foto sopra) sulla complanare della superstrada 379, appena a nord del confine dell’Area marina protetta, una delle quali ricade proprio nel raggio di un chilometro. Senza contare che la Regione Puglia aveva già chiesto al Comune di Carovigno di sottoporre a Valutazione di impatto ambientale complessiva tutte le autorizzazioni a parcheggio ammesse lungo la costa di competenza, e senza contare che il codice degli appalti prevede la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale di un bando con tutti i crismi per le assegnazioni delle autorizzazioni, poiché il fatturato previsto prevede una cifra di gran lunga superiore ai 200mila euro, e non un avviso per manifestazioni di interesse, da Lamaforca a Pennagrossa, passando per Santa Sabina, Pantanagianni, Specchiolla, come ha fatto il Comune.

Si potrebbe ipotizzare che il Comune di Carovigno ritiri altre autorizzazioni concesse per carenza della domanda di sottomissione a Vinca dei progetti, oppure che in autotutela ritirerà l’autorizzazione per il vecchio parcheggio (nella foto sotto, in una immagine di repertorio) a D&A. In ogni caso sarà un problema per i privati che hanno comunque investito soldi nelle procedure autorizzative, e che avevano ridotto da 250 a 175 il numero di posti auto pur di abbreviare l’iter autorizzativo, e per chi vuole andare al mare a Pennagrossa che rischia di ritrovarsi di nuovo in una situazione di incertezza e disagio.

Il parcheggio di Pennagrossa in piena estate

La Provincia aveva concesso cinque giorni di tempo all’amministrazione comunale Brandi per proprie note, ed è stata costretta a decidere solo sulla base delle dichiarazioni della società richiedente. Premettendo che al cospetto di riscontri di dichiarazioni fuorvianti o false, il parere sarebbe stato ritirato.

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