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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Naufragio del traghetto Norman Atlantic: chieste 23 condanne e un'assoluzione

A Bitonto il processo sul naufragio del traghetto, avvenuto la notte fra il 27 e il 28 dicembre 2014. Pena massima pari a nove anni chiesta a carico del legale rappresentante della società armatrice, del comandante della nave e del rappresentante della società noleggiatrice

Ventitre condanne e un’assoluzione. Queste le richieste formulate dalla Procura di Bari nel corso dell’udienza odierna (mercoledì 16 novembre) del processo sul naufragio del naufragio del Norman Atlantic, il traghetto partito da Igoumenitsa che la notte fra il 27 e il 28 dicembre 2014 si incendiò al largo delle coste albanesi. Nella tragedia persero la vita 31 persone, mentre 64 passeggeri rimasero feriti. 

In particolare, come riporta Ansa, i pm Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano, hanno chiesto 9 anni per Carlo Visentini, legale rappresentante della società 'Visemar di Navigazione' srl, armatrice della motonave Norman Atlantic, il comandante della nave, Argilio Giacomazzi, e Ioanni Vardinogianni , rappresentante legale Anek lines noleggiatrice del traghetto.

Per i tre, che rispondono di naufragio e omicidio plurimo colposo con l'aggravante della colpa cosciente, è stata avanzata anche la richiesta d'interdizione perpetua dai pubblici uffici. La Procura ha chiesto anche la condanna delle due società imputate al pagamento di sanzioni pecuniarie quantificate in 400 mila euro per Visemar (con attenuante di aver risarcito vittime) e 600 mila euro per Ane

La storia

Il traghetto Norman Atlantic che era in navigazione da poche ore con rotta Ancona, fu avvolto dalle fiamme il 28 dicembre 2014 quando si trovava nelle acque tra l’isola greca di Corfù e le coste albanesi. L’emergenza andava oltre i mezzi disponibili in quell’area sia della Guardia costiera ellenica che delle autorità marittime albanesi nel porto di Valona.

Brindisi, con i suoi rimorchiatori, le sue unità navali della Marina, diventò il fulcro delle operazioni di spegnimento e di salvataggio di passeggeri ed equipaggio in condizioni meteomarine estremamente complesse, con il concorso decisivo anche dei mezzi della Guardia Costiera di Otranto, e degli elicotteri della Marina e dell’Aeronautica partiti dalle basi della Puglia centro-meridionale. Grazie a ciò, il numero delle vittime e dei dispersi fu limitato.

Il relitto del traghetto, ancora con focolai di incendi nei ponti dove erano stipati Tir ed auto, fu trainato nel porto di Brindisi il 2 gennaio dai rimorchiatori dell’impresa Barretta, e ormeggiato alla banchina di Costa Morena Est dove rimase sino alla tarda serata del successivo 13 gennaio, quando alle 22 iniziò il rimorchio verso il porto di Bari (e con esso fu trasferita nel capoluogo di regione anche la competenza delle indagini).

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