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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ricordando la tragedia del P2T

BRINDISI – La città fu sfiorata dall’apocalisse l’8 dicembre del 1977, mezz’ora dopo la mezzanotte. Nel cracker P2T, l’impianto di produzione di etilene, il cuore del petrolchimico brindisino riavviato dopo nove giorni di manutenzioni straordinarie, nell’area fredda qualcosa andò storto, e gas altamente esplosivi raggiunsero i forni. Nella centrale di controllo dell’impianto rimasero al loro posto Carlo Greco, Giuseppe Marulli e Giovanni Palazzotto, che cercano fino all’ultimo di isolare le linee dal resto della fabbrica.

BRINDISI – La città fu sfiorata dall’apocalisse l’8 dicembre del 1977, mezz’ora dopo la mezzanotte. Nel cracker P2T, l’impianto di produzione di etilene, il cuore del petrolchimico brindisino riavviato dopo nove giorni di manutenzioni straordinarie, nell’area fredda qualcosa andò storto, e gas altamente esplosivi raggiunsero i forni. Nella centrale di controllo dell’impianto rimasero al loro posto Carlo Greco, Giuseppe Marulli e Giovanni Palazzotto e altri due tecnici, che cercano fino all’ultimo di isolare le linee dal resto della fabbrica.

La cabina di comando del P2T era una specie di bunker in cemento armato, ma i tre tecnici rimasero carbonizzati (i loro colleghi scagliati fuori dall'onda d'urto rimasero feriti ma salvi) e fu possibile per i vigili del fuoco accedere all’interno della sala controllo solo nella mattinata, quando il calore che l’aveva trasformata in un forno crematorio si era sensibilmente ridotto. Oltre ai tre morti ci furono una cinquantina di feriti leggeri e intossicati: gli operai del turno di notte riuscirono a salvarsi; il fuoco, il gas, le schegge di vetro delle finestre degli uffici che si erano conficcate nelle pareti di cemento come se fosse burro, scagliate con forza infernale, si portarono via solo i tre di guardia al P2T.

Ai loro funerali ci andò a rappresentare lo Stato, alla vigilia del suo mandato presidenziale, Sandro Pertini. Fu per strana coincidenza, quell’esplosione, il punto di inizio della discesa della chimica di base a Brindisi, ma anche sui mercati internazionali. Per ottenere la ricostruzione del cracker di etilene, la lunghissima vertenza avviata a Brindisi ebbe un punto di approdo solo nel 1993, quando poi il petrolchimico passò ad Eni. Ma era ormai un’altra cosa.

Quella tragedia, quel punto di caduta di una parabola cominciata nel 1960, è stata costantemente nascosta in questi anni quando qualcuno ha certificato che a Brindisi il rischio industriale non è tale da impedire la costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno, in linea d’aria non lontano più di 500 metri dall’attuale cracker e dai serbatoi dell’etilene.

Sabato 8 dicembre, alle ore 9, nel piazzale antistante il Petrolchimico di Brindisi, quella notte di 35 anni fa sarà ricordata con una cerimonia in memoria delle vittime dell’incendio dell’impianto P2T. Il sindaco Mimmo Consales, il presidente del consiglio comunale, Luciano Loiacono e i consiglieri comunali che sentiranno il dovere di intervenire, deporranno una corona in ricordo degli operai che persero la vita “nello sforzo di evitare danni più gravi per l’intera città”.

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