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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Ricorso dei pm, i manager British Gas rischiano di essere risucchiati nel processo

BRINDISI - Sarà la corte d’appello di Lecce a decidere se l’uscita di scena dal processo contro la British Gas, dei dirigenti Armando De Azevedo Henriques, David James Robottom, Stefan John Ricketts e Giorgio Battistini, sia stata legittima oppure no. Ai quattro manager i pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Silvia Nastasia contestano la violazione del codice della navigazione per aver dato esecuzione alla colmata di cemento a Capobianco, gettando le basi – letteralmente – per la costruzione del rigassificatore. Reato contravvenzionale che Henriques & Co liquidarono con il pagamento di una ammenda pari a 258mila euro, ottenendo dunque la cancellazione della propria posizione dalla lista degli imputati nel processo noto con il nome di Gassopoli.

BRINDISI - Sarà la corte d’appello di Lecce a decidere se l’uscita di scena dal processo contro la British Gas, dei dirigenti Armando De Azevedo Henriques, David James Robottom, Stefan John Ricketts e Giorgio Battistini, sia stata legittima oppure no. Ai quattro manager i pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Silvia Nastasia contestano la violazione del codice della navigazione per aver dato esecuzione alla colmata di cemento a Capobianco, gettando le basi – letteralmente – per la costruzione del rigassificatore. Reato contravvenzionale che Henriques & Co liquidarono con il pagamento di una ammenda pari a 258mila euro, ottenendo dunque la cancellazione della propria posizione dalla lista degli imputati nel processo noto con il nome di Gassopoli.

Il pronunciamento del giudice Eva Toscani, che accolse la richiesta di oblazione, è stato impugnato dai pubblici ministeri che ritengono del tutto insufficiente a sanare il presunto danno arrecato al demanio, il pagamento dell’ammenda in questione. La corte d’appello è chiamata dunque a decidere se accogliere o respingere il ricorso dell’accusa. Nel caso in cui il tribunale salentino dovesse ritenere fondate le motivazioni dei pm, i quattro dirigenti potrebbero rientrare nella lista degli imputati, nello stesso processo o in uno stralcio dello stesso.

Chiunque arbitrariamente occupa uno spazio del demanio marittimo o aeronautico o delle zone portuali della navigazione interna, impedendone l'uso pubblico o vi fa innovazioni non autorizzate, è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a lire un milione, sempre che il fatto non costituisca un più grave reato. Così recita l’articolo 1161 del codice della navigazione, ed è nella fattispecie questa l’ipotesi di reato gravante sui quattro dirigenti Lng. Ipotesi di reato contestata anche a Franco Fassio che avanzò, fra gli altri, la richiesta di oblazione. Il giudice Eva Toscani, accolse l’istanza, presentata dai legali Giulia Bongiorno e Patrick Stoja, per tutti tranne che per Fassio, a fronte delle ipotesi accusatorie formulate dai pubblici ministeri sul conto dell’imputato, l’unico sul quale grava anche l’accusa di corruzione (ancora tutta da verificare).

Così scrisse nelle motivazioni della sentenza di ammissibilità della richiesta di oblazione il giudice Eva Toscani: “Per un verso l’opera realizzata rientra tra le opere previste dal Piano regolatore portuale approvato il 21 ottobre 1975 (che prevede che l’area di Capo Bianco sia per l’appunto colmata per futuro insediamento di attività industriali a carattere energetico), per altro verso è da sottolineare che, anche a voler ritenere dette opere ‘eliminabili’ come sostenuto dal consulente dei pubblici ministeri ingegner Ferri, le stesse non lo sarebbero da parte dei suddetti imputati che, per la posizione rivestita, non possono svolgere alcun intervento diretto a rimuovere le conseguenze dannose derivate dalla propria condotta”. Da qui il pagamento dell’ammenda per sanare la contravvenzione.

Nell’attesa del pronunciamento della corte d’appello a carico dei quattro, si arresta il dibattimento nel processo ordinario. Il presidente Giuseppe Licci ha accolto l’istanza di sospensione presentata dal  legale Giulia Bongiorno. L’onorevole-avvocato, 44 anni, ha dato alla luce il 22 gennaio scorso un bimbo, impegno di mamma che le impedirà per i prossimi mesi di partecipare alle udienze per conto dei propri assistiti. Tutto congelato dunque. Si torna in aula il 29 aprile.

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