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Cronaca San Donaci

Ricostruita la tragica carambola

TUTURANO – Si è schiantata contro l’ultimo palo della pubblica illuminazione presente sul ciglio della carreggiata. Pochi centimetri in più e forse la Peugeot 207 su cui viaggiavano i tre ragazzi di Mesagne non si sarebbe ridotta a un groviglio di lamiere. Forse Carmelo Molfetta, appena 18enne, non sarebbe morto, il suo amico Ivan Santoro, 18 anni, non correrebbe pericolo di vita e Gianluca Rubino, 20 anni, non avrebbe riportato gravi fratture. Forse, però, il destino di Carmelo, figlio del consigliere comunale del Sel di Mesagne, Pompeo Molfetta, era proprio segnato e la sua giovane vita doveva fermarsi sulla strada provinciale che collega Tuturano a San Donaci, già teatro tragici incidenti. Ma va anche sottolineata un'altra cosa: piazzare pali di acciaio o di cemento sul bordo della carreggiate, senza neppure due o tre metri di guardrail di protezione, è un accrescimento del fattore di rischio. E quei pali ce li ha messi la Provincia.

TUTURANO – Si è schiantata contro l’ultimo palo della pubblica illuminazione presente sul ciglio della carreggiata. Pochi centimetri in più e forse la Peugeot 207 su cui viaggiavano i tre ragazzi di Mesagne non si sarebbe ridotta a un groviglio di lamiere. Forse Carmelo Molfetta, appena 18enne, non sarebbe morto, il suo amico Ivan Santoro, 18 anni, non correrebbe pericolo di vita e Gianluca Rubino, 20 anni, non avrebbe riportato gravi fratture. Forse, però, il destino di Carmelo, figlio del consigliere comunale del Sel di Mesagne, Pompeo Molfetta, era proprio segnato e la sua giovane vita doveva fermarsi sulla strada provinciale che collega Tuturano a San Donaci, già teatro tragici incidenti. Ma va anche sottolineata un'altra cosa: piazzare pali di acciaio o di cemento sul bordo della carreggiate, senza neppure due o tre metri di guardrail di protezione, è un accrescimento del fattore di rischio. E quei pali ce li ha messi la Provincia.

La segnalazione al centralino dei vigili del fuoco e del comando della polizia municipale è giunta intorno alle 14,30 di oggi. È stato richiesto un intervento urgente, un’auto era accartocciata intorno a un palo, all’interno c’erano tre ragazzi in gravi condizioni, agonizzanti che respiravano appena. Non c’erano altri mezzi coinvolti ma solo quella Peugeot 207. Probabilmente, da quanto hanno rilevato gli agenti della polizia municipale di Brindisi, intervenuti per i rilievi di rito, chi dei tre guidava ha perso il controllo della vettura subito dopo aver superato l’incrocio dove convergono le quattro strade provinciali che mettono in comunicazione i comuni di San Pietro Vernotico, Mesagne, San Donaci e Tuturano in direzione di quest’ultimo.

Forse il conducente, che con tutta probabilità è Gianluca Rubino (anche se l’auto è intestata alla madre di Santoro e lo stess0 Rubino nega), ha imboccato la curva che porta verso Tuturano in maniera errata e ha perso il controllo del mezzo. Non si esclude che stessero viaggiando a velocità elevata. Prima di schiantarsi contro l’ultimo palo presente sul ciglio della carreggiata, la Peugeot 207 è andata a impattare contro quello immediatamente precedente, ed è lì forse che si è girata prima di finire contro l’ultimo ostacolo. Lo scontro è stato micidiale, l’auto si è piegata in due, il palo è penetrato nel vano motore nel cofano fino al sedile posteriore, è stato in questo momento che Carmelo Molfetta ha incontrato la morte. Il suo corpo è stato dilaniato. Nessuno ha potuto aiutarlo. I suoi due amici hanno riportato gravi ferite ma al momento sono vivi.

Santoro è stato sottoposto a un delicato intervento di neurochirurgia, Rubino ha riportato diverse fratture ma non corre pericolo di vita. Per lui 25 giorni di prognosi salvo complicazioni. Il corpo di Carmelo Molfetta è rimasto sul sedile posteriore della Peugeot per diverse ore, poi è stato riposto in una bara e trasportato nella camera mortuaria del cimitero di Brindisi in attesa della perizia medica e del nulla osta da parte del magistrato di turno, Antonio Costantino, per la restituzione alla famiglia.

Santoro e Rubino, così come prevede la prassi sono stati sottoposti a esami tossicologici ed alcolemici. Carmelo Molfetta era molto conosciuto a Mesagne, non solo perché figlio del consigliere comunale Pompeo, ma perché era un promettente calciatore. Frequentava l’ultimo anno del liceo scientifico “E. Ferdinando” di Mesagne e ha militato nel settore giovanile del Lecce e nella squadra di calcio del Carovigno. Amante della vita come tutti i ragazzi della sua età, proprio ieri sera si era divertito ad una cena con alcuni amici.

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