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Cronaca

Cobas: "Amiu ha agito unilateralmente, legittima la reazione dei lavoratori"

“La Amiu ha la gravissima colpa di non averci avvertito delle sue intenzioni, decidendo unilateralmente di inviare personale e mezzi a Brindisi”. Il segretario provinciale del sindacato Cobas, Roberto Aprile, rinfocola la polemica con l'Amiu

BRINDISI – “La Amiu ha la gravissima colpa di non averci avvertito delle sue intenzioni, decidendo unilateralmente di inviare personale e mezzi a Brindisi”. Il segretario provinciale del sindacato Cobas, Roberto Aprile, rinfocola la polemica con la ditta alla quale è stata ffidata la gestione dell’impianto di Cdr sulla strada per Pandi, la partecipata Amiu di Bari, con ordinanza del commissario dell'Oga, il presidente della Regione Michele Emiliano. Lo fa attraverso una nota in cui vengono ricostruite, ovviamente dal punto di vista sindacale, le vicissitudini che nelle ultime settimane hanno segnato il servizio di trattamento e conferimento dei rifiuti prodotti dai comuni della Provincia di Brindisi che si servono della discarica di Formica Ambiente (quelli dell’Aro Br/1, più Cisternino e Fasano, utilizzano la discarica di Massafra).

Aprile sostiene che al termine dell’incontro svoltosi a Bari lo scorso 4 gennaio, il presidente dell’Amiu, Gianfranco Grandagliano, e le organizzazioni sindacali si lasciarono “con l’impegno comune  di avanzare una richiesta di incontro da fare insieme al Comune di Brindisi e alla Regione, allo scopo di determinare una clausola di salvaguardia futura anche per i cosiddetti precari”. 

“Solo dopo diverse insistenze, di cui è perfettamente a conoscenza la Regione - prosegue Aprile - si è arrivati alla decisione dell’incontro per il 25 Gennaio a Bari”. Ma la tensione è salita alle stelle venerdì scorso (15 gennaio), quando la partecipata barese ha inviato a Brindisi due dei suoi operai, servendosi di una pala meccanica e di un Tir presi a noleggio da un'azienda salentina, per avviare i lavori di rimozione delle 1200 tonnellate di rifiuti depositati presso l’impianto di biostabilizzazione, anziché ricorrere agli ex lavoratori della Nubile che già prestavano servizio presso il medesimo impianto.

Sarebbe dunque questa la colpa “gravissima” imputata alla società barese, che “avrebbe potuto chiederci un incontro – afferma Aprile - e spiegare il motivo di tali decisioni”. Ma poiché Amiu ha agito unilateralmente, secondo il Cobas “non ci si deve meravigliare della legittima reazione dei lavoratori che profondamente preoccupati da tali scelta hanno protestato nella giornata di venerdì”. 

La situazione dunque rischia di surriscaldarsi anche domani (18 gennaio) all’esterno dell’impianto di Cdr, visto che da quanto appreso dal Cobas l’Amiu ritornerà “con  mezzi e lavoratori della ‘Recuperi Pugliesi’” e cercherà “di entrare  scortata da ingenti forze di polizia”. Se così fosse, per Aprile si tratterebbe di una nuova “violenza sul nostro territorio”.

Per quanto riguarda la questione occupazionale, il Cobas, correggendo il tiro rispetto a una nota diramata venerdì dall’Amiu, ribadisce di non volere l’assunzione di 40 persone presso l’impianto di Cdr. L’istanza del sindacato è infatti quella assumere le 26 unità della platea storica e contestualmente di iniziare i lavori di bonifica della discarica comunale di Autigno, in maniera da poter assumere le 12 unità che prestavano la loro manodopera  proprio all’interno del sito di Autigno, fino a quando questo non è stato posto sotto sequestro dalla procura di Brindisi nell’ambito di un’inchiesta sull’inquinamento della falda che vede fra gli indagati sette persone, a partire da Luca Screti all’epoca amministratore unico della Nubile, per arrivare ai dirigenti di Comune, Provincia e Arpa. E sempre nell’ambito di questo procedimento, pochi giorni fa la magistratura ha acquisito la documentazione riguardante la staffetta Amiu-Nubile. 

Ma la vera posta in gioco, secondo il Cbas, è un’altra. “La Regione -scrive Aprile - ha il dubbio che il Commissariamento della Oga sia stata una ottima occasione da parte dei comuni brindisini di  caricare a loro grosse spese per lavori di bonifica. Per noi  la discarica di Autigno – prosegue il sindacalista - al di là di chi saranno sostenute le spese, deve necessariamente essere bonificata, perché è stata ridotta ad una cloaca a cielo aperto con danni incredibili per il sottosuolo, sommandosi al altre emergenze di inquinamento  presenti in quella zona".

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