rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Rifiuti e tangenti, il gioco andava così

NAPOLI – Giovanni Faggiano si difende, respinge tutte le accuse nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ma uno degli accusatori, Salvatore Fiorito, ha riferito a suo tempo agli investigatori che in una occasione l’allora amministratore delegato di Enerambiente gli aveva parlato della necessità di versare tangenti ad Asia.

NAPOLI – Giovanni Faggiano si difende, respinge tutte le accuse nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ma uno degli accusatori, Salvatore Fiorito, ha riferito a suo tempo agli investigatori che in una occasione l’allora amministratore delegato di Enerambiente gli aveva parlato della necessità di versare tangenti ad Asia.

E così l’indagini del pool di magistrati della procura di Napoli che indaga sull’affaire-rifiuti, adesso punta ad accertare sino a che punto sia davvero coinvolto nella storia delle bustarelle pretese da Faggiano e dal direttore tecnico Corrado Cigliano, versate dalle coop di Fiorito e Girolamo Scutieri, e in parte girate ad Asia – la controllata del Comune di Napoli – l’ex presidente di quest’ultima, Pasquale Losa, indagato a piede libero.

Se la Digos sta ancora lavorando ai riscontri delle rivelazioni di Scutieri e Fiorito, la Guardia di Finanza si occupa invece di passare al setaccio parecchie decine di conti correnti, per capire quale direzione prendessero i circa 20mila euro mensilmente versati dalle cooperative Davideco e San Marco, che avevano ricevuto da Enerambiente l’incarico di fornire la mano d’opera per gli interventi di raccolta rifiuti in alcuni quartieri della città, quelli assegnati alla società del gruppo Gavioli, ed ex Slia, proprio da Asia.

Il meccanismo di accumulo dei fondi neri, invece, i magistrati credono di averlo trovato: a Davideco, ad esempio, invece del corrispettivo mensile di 148mila euro, Enerambiente avrebbe talvolta versato in via forfettaria – quindi senza documentazione di riferimento analitica – somme prossime ai 250mila euro.

Dalle differenze sarebbero state ricavate quelle plusvalenze clandestine che ritornavano al ponte di comando di Enerambiente, per essere utilizzate da Faggiano e Cigliano e rispettive donne, ma soprattutto per essere girate ad un livello politico ancora da definire con certezza. Gli indagati si sono dichiarati estranei a tutto ciò nel corso degli interrogatori di garanzia davanti al gip.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rifiuti e tangenti, il gioco andava così

BrindisiReport è in caricamento