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Cronaca

Rifiuti smaltiti in Emilia, costo di oltre un milione di euro per due mesi

Il conto stimato dal Comune di Brindisi è di un milione e 320mila euro: si riferisce al periodo compreso tra il 12 luglio e il 12 settembre, la somma dovrà essere pagata alla società Hera Ambiente proprietaria dei siti in cui sono stati dirottati gli rsu dopo il sequestro di Autigno e dell'impianto di Cdr

BRINDISI – E’ destinato a diventare ancor più pesante il costo per lo smaltimento dei rifiuti a Brindisi, da quando è stato deciso il trasporto in Emilia: a carico del Comune, al momento, c’è un conto pari a un milione e 320mila euro che dovrà essere saldato appena arriverà la fattura della società Hera Ambiente, proprietaria dei siti in cui gli Rsu troveranno posto sino al prossimo 12 settembre.

cassonetti pieni2-2Il costo si riferisce a due mesi di tempo, vale a dire al conferimento iniziato lo scorso 12 luglio per effetto dell’accordo raggiunto tra i governatori delle regioni Puglia ed Emilia Romagna, dopo che l’Oga (commissariata) ha preso atto dell’impossibilità di conferire negli impianti di proprietà del Comune di Brindisi così come in quelli che si trovano a Massafra e nel Leccese.

A Brindisi tanto la discarica di Autigno che l’impianto di Cdr che si trova in via per Pandi, nella zona industriale, sono ancora sotto sequestro nell’ambito di due distinte inchieste della Procura. Nelle altre province pugliesi la situazione è stata definita critica e “prossima al collasso”, con la conseguenza che il governatore Michele Emiliano ha guardato oltre i confini regionali arrivando a chiedere ospitalità all’Emilia, in nome e per conto di tutti e venti Comuni del Brindisino, sino ad ottenere il via libera dalla società Hera Ambiente spa che di impianti disponibili e capienti ne ha due, uno a Ferrara e l’altro a Granarolo, in provincia di Bologna.

L’intesa è stata raggiunta, come è noto, per il “conferimento di ventimila tonnellate di rifiuti indifferenziati dal 12 luglio sino al 12 settembre”. Con costi a carico dei singoli Comuni e conseguenze sui contribuenti, perché l’onere per lo smaltimento sostenuto dalle Amministrazioni sarà scaricato sulla tassa per i rifiuti che a Brindisi nel 2016 è rimasta la più alta d’Italia, essendo pari a quella del 2015, anno in cui il capoluogo ha strappato il primato più odiato dai cittadini.

A quanto ammonta la “batosta” o “stangata” che dir si voglia per il Comune di Brindisi? La risposta arriva direttamente dalla sede del settore Ecologia e Ambiente, dove negli ultimi giorni sono stati fatti un po’ di conti in vista dalla fattura che Hera è pronta a trasmettere: un milione e 320mila euro, Iva compresa (pari al 10 per cento), “sulla base dei dati storici e dell’andamento dei conferimenti e della raccolta differenziata degli ultimi mesi”.

Si tratta, quindi, di una stima necessaria per impegnare l’importo dovuto a titolo di “oneri di conferimento” che copre due costi: la prima voce è pari a “132 per tonnellata, oltre Iva, per il rifiuto trattato presso gli impianti di termovalorizzazione di Ferrara e Granarolo dell’Emilia, comprensivo della quota di indennizzo per il disagio ambientale che ammonta a 14 euro per tonnellata”; la seconda voce è pari a “2.1960 euro per ogni viaggio, oltre Iva, per il trasporto dei rifiuti franco stazione di trasferenza di Brindisi, della Jonica Servizi s.r.l., fino agli impianti di termovalorizzazione R1, di proprietà di Hera Ambiente Spa”.

Cosa succederà dopo il 12 settembre? Dove saranno smaltiti i rifiuti? Da Palazzo di città non è ancora arrivata alcuna risposta. 

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