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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Sacchetti di plastica ed estorsioni: assolti dopo 6 anni Benito Leo e compagni

BRINDISI - Tutti assolti perché il fatto non sussiste. E’ questa la sentenza pronunciata dal collegio giudicante presieduto dal giudice Gabriele Perna a carico della presunta associazione capeggiata dal 51enne brindisino Benito Leo, accusato insieme a Mario Raia e Claudio Pupino di aver taglieggiato i commercianti di Brindisi, soprattutto quelli del mercato settimanale: imponevano l’acquisto delle buste di plastica per metterci dentro la spesa dall’azienda “Contienitutto” intestata alla moglie di Leo.

BRINDISI - Tutti assolti perché il fatto non sussiste. E’ questa la sentenza pronunciata dal collegio giudicante presieduto dal giudice Gabriele Perna a carico della presunta associazione capeggiata dal 51enne brindisino Benito Leo, accusato insieme a Mario Raia e Claudio Pupino di aver taglieggiato i commercianti di Brindisi, soprattutto quelli del mercato settimanale: imponevano l’acquisto delle buste di plastica per metterci dentro la spesa  dall’azienda “Contienitutto” intestata alla moglie di Leo.

Tutto falso secondo il tribunale brindisino, che ha respinto le richieste di condanna formulate dal pubblico ministero Raffaele Casto che aveva chiesto nove anni per Leo, otto per Raia e quattro anni e sei mesi per Pupino. L’operazione, datata 2004, fu denominata dalla squadra mobile di Brindisi, “Shopper”, prima atto di una inchiesta che si concluse dopo qualche mese con la “Shopper 2”. Nel corso della prima fase finirono in carcere Benito Leo e Diego Fimmanò, la posizione di quest’ultimo fu archiviata nell’udienza preliminare, sebbene secondo l’accusa fossero rispettivamente il capo e il braccio destro.

La seconda tranche dell’indagine portò in carcere Raia e Pupino, i quali, su direttiva di Leo, avrebbero continuato il “lavoro” obbedendo agli ordini del capo, rinchiuso in carcere. Secondo gli inquirenti i commercianti brindisini erano praticamente costretti da Leo e Fimmanò ad acquistare dall’azienda “Contienitutto”(intestata alla moglie di Leo) buste (shopper) di plastica per gli alimenti. Furono avviate le indagini. I sospetti diventarono conferme. Qualcuno dei commercianti costretti a rifornirsi da Leo fu disposto a sottoscrivere una denuncia.

I poliziotti scoprirono che con le maniere forti erano stati convinti altri grossisti di buste di plastica a girare alla larga da Brindisi e soprattutto dai commercianti ambulanti del mercato del quartiere Sant’Elia. I due furono arrestati  su ordine della magistratura e rinchiusi in carcere. Con questi arresti, però, non si erano interrotti gli affari della ditta Leo. Gli agenti della Mobile avevano continuato a tenere d’occhio i commercianti e si erano accorti che Pupino e Raia continuavano a piazzare le buste di Leo. All’alba del 21 dicembre del 2004 la Mobile notificò due ordinanze di cattura ai detenuti Leo e Fimmanò; e ne eseguì altre due nei confronti di Pupino e Raia, chiudendo il cerchio intorno al presunto giro estorsivo. Ogni accusa è crollata dopo la sentenza assolutoria di ieri, per conoscere le motivazioni della quale bisognerà attendere novanta giorni.

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