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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca San Donaci

Donna uccisa a Perugia: marito in isolamento. Funerali a S.Donaci 

E' in isolamento nel carcere di Perugia, tenuto costantemente sotto controllo Francesco Rosi, l’agente immobiliare di 43 anni, arrestato ieri sera, mercoledì 25 novembre, per avere ucciso la moglie Raffaella Presta, 40 anni originaria di San Donaci, avvocato, sparandole due colpi di fucile nella loro casa.

SAN DONACI - E' in isolamento nel carcere di Perugia, tenuto costantemente sotto controllo Francesco Rosi, l’agente immobiliare di 43 anni, arrestato ieri sera, mercoledì 25 novembre, per avere ucciso la moglie Raffaella Presta, 40 anni originaria di San Donaci, avvocato, sparandole due colpi di fucile nella loro casa.

L'uomo si trova in una cella singola e sarebbe ancora in stato di choc. Non ha potuto ancora incontrare il suo difensore, l'avvocato Luca Maori, in quanto il pubblico ministero, valentina Manuali, ha disposto il divieto di colloquio per tre giorni. Una misura criticata dal legale. "Il divieto di incontrare il difensore - ha detto l'avvocato Maori - viene solitamente applicato in casi estremi quali il terrorismo. Valuteremo ora che atteggiamento tenere di fronte al gip". Nell'interrogatorio di ieri sera con il pm Rosi si e' avvalso della facoltà di non rispondere. L'avvocato, raggiunto dai microfoni di PerugiaToday.it, ha comunque parlato di “incapacità di intendere e di volere al momento dell'assassinio”. L'uomo, secondo la tesi difensiva, avrebbe quindi agito con un gesto d'impeto. Ma questo sarà da valutare durante le indagini.

La salma della 40enne, ammazzata dal marito proprio nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne, è ancora a disposizione dellavilletta omicidio perugia magistratura, domani dovrebbe essere sottoposta ad autopsia. Quando tutti gli accertamenti saranno eseguiti sarà consegnata alla famiglia per i funerali. Raffaella Presta, tornerà a San Donaci in via Frassanito dove vive il padre, ex maresciallo dei carabinieri e la madre.

Aveva lasciato il suo paese d’origine per seguire gli studi universitari, dopo la laurea è rimasta a Perugia, aveva uno studio legale insieme alla cognata nello stesso stabile dove si è consumata la tragedia. Lascia anche una sorella gemella e un fratello, oltre che un figlio di sei anni e mezzo avuto dall’uomo che l’ha ammazzata.

La comunità di San Donaci è scossa: il papà della 40enne è molto conosciuto in paese, partecipa attivamente alla vita sociale, si occupa anche dell’organizzazione della feste per le forze armate. In molti si sono uniti al dolore della famiglia, l’amministrazione comunale potrebbe valutare l’ipotesi di allestire la camera ardente nella sala consiliare. Ma questo aspetto sarà preso in considerazione solo quando la salma sarà restituita ai famigliari.

Intanto l'amministrazione comunale ha diramato una nota in cui esprime dolore e solidarietà alla famiglia.  "In diverse occasioni ci siamo occupati di trattare, con cura e parsimonia, la cruenta tematica della violenza sulle donne e del connesso reato sul femminicidio. Una questione incresciosa che, oramai, come un macigno grava sulla società civile stante il suo rilievo diffuso sull’intero territorio nazionale ascrivendosi come fenomeno sociale.  Il fenomeno del femminicidio in Italia è sempre in continua espansione e giovani vite vengono spezzate dalla mano crudele dell’uomo. Una drammatica coincidenza il fatto che la morte della nostra concittadina Raffaella sia avvenuta proprio ieri nella data del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Ancora più drammatico il fatto che sia successo proprio a lei, giovane avvocato penalista specializzata in diritto di famiglia. Uccisa proprio lì nel suo di contesto familiare, contesto che forse ha voluto preservare e proteggere pagando con la sua stessa vita".

20151126044511-4"E’ con enorme dolore e sgomento che abbiamo appreso la notizia dell’uccisione della nostra giovane avvocatessa, morta per “futili motivi” così dichiarano i legali e le forze di polizia intervenute. Le percosse, le urla, i soprusi, le violenze, tanto fisiche quanto psicologiche, non possono essere ritenute solo “futili motivi”. L’Amministrazione comunale sta seguendo con attenzione quanto accaduto ed esprime profonda commozione e vicinanza alle famiglie coinvolte in una tragedia che trascina con sé anche un bambino di appena sei anni.  La violenza tra le mura domestiche, spesso per mano di persone vicine alla vittima, è ormai un’emergenza sociale che pare inarrestabile. Sia personalmente che come istituzioni non possiamo assistere impotenti ai continui e crescenti episodi di femminicidio. Siamo tutti chiamati ad un rinnovato e sentito impegno, mettendo in campo ogni possibile iniziativa per fermare questa strage. “Dobbiamo tenere alta la guardia contro una piaga sociale di questo tipo, come una battaglia di civiltà che si può combattere e vincere”. (nella foto a destra un manifesto che il Comune ha esposto in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne)

"Ogni volta che su una donna, vengono commessi abusi, ogni volta che una donna viene uccisa si apre una sanguinante ferita nella società. E’ un fatto che riguarda tutti e che tutti, dai singoli sino alle istituzioni, deve vedere impegnati, nell’imporre un deciso cambio che deve essere soprattutto di ordine culturale, la più potente arma contro la brutalità - commenta l'assessore ai Servizi sociali Agnese Baldassasse - Il nostro pensiero va a te, giovane donna, madre, nostra concittadina, che hai perso la vita in modo così atroce, la vicinanza e l'affetto per la tua famiglia e per il tuo piccolo figlio e il ricordo per tutte le altre donne che ancora oggi continuano ad essere vittime di questa guerra culturale e di genere". 

AGGIORNAMENTO DELLE 18.33 - C'è anche l'aggravante della premeditazione, oltre ai futili motivi e la crudeltà, tra le contestazioni della procura a carico di Luca Rosi. Lo si apprende dal decreto che fissa per domattina alle 10.30, nel carcere di Capanne, l'interrogatorio di convalida dell'arresto. Nel frattempo, sono stati autorizzati i colloqui di Rosi con il suo legale, Luca Maori.

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