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Cronaca

“Fiscalità locale, verifiche su agevolazioni agli elettori di maggioranza”

Il caso del bilancio 2012: “Da perdita di più di 100mila euro, a utile di 1,18 euro”. Il gip: “Agonia già nel 2010, dai dipendenti segnalazioni su sparizioni dati e sanzioni a elettori di opposizione”

SAN PIETRO VERNOTICO – Agonia lenta, iniziata nel 2010, ma il Comune di San Pietro Vernotico ha tenuto in vita la partecipata Fiscalità locale, per la riscossione dei tributi, con una gestione che per l’accusa sarebbe stata “discrezionale”, tale da “riconoscere agevolazioni agli elettori di maggioranza e applicare sanzioni a quelli di opposizione”. Ecco perché le maglie dell'inchiesta sono state allargate sino ad arrivare alle elezioni amministrative.

I retroscena dell’inchiesta

pasquale rizzo-3Nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato il sindaco Pasquale Rizzo ai domiciliari, assieme al suo predecessore Maurizio Renna e al presidente del consiglio di amministrazione Luigi Conte, il gip Stefania De Angelis ha passato in rassegna tutti i bilanci della società e ha riportato alcuni stralci degli interrogatori, resi in fase di indagine, da dipendenti ascoltati in qualità di persone informate sui fatti. Documenti e testimonianze sono stati ritenuti di rilievo ai fini della contestazione dell’ipotesi di bancarotta nei confronti dei tre indagati, dopo il fallimento della partecipata.

L’agonia della partecipata

Secondo la ricostruzione dell’accusa imbastista dal sostituto procuratore Luca Miceli e condivisa dal gip, Fiscalità locale sarebbe stata condannata a una lenta agonia. “La situazione critica di Fiscalità locale era nota già nel 2010, tuttavia veniva tenuta in vita grazie alla sistematica alterazione delle poste in bilancio e a una politica diretta a traslare eventuali perdite agli esercizi futuri, fino al 2015”, si legge nel provvedimento di arresto.

La delibera di scioglimento di Rizzo e la revoca di Renna

maurizio renna-4“Non è un caso che l’assemblea dei soci, nella persona di Rizzo ne abbia deliberato lo scioglimento solo il 29 maggio 2015, due giorni prima che cessasse dalla carica di sindaco e che, insediatosi il nuovo primo cittadino, Maurizio Renna, si sia deciso di revocare la delibera di scioglimento della società e di ripristinare una struttura già collaudata e funzionante”. Tutto questo – secondo l’accusa – “nonostante quanto evidenziato dal responsabile dell’uffici legale dell’Ente che dava contezza della paralisi operativa di Fiscalità locale per il fallimento di Censum, l’unico socio privato”.

“Né può ritenersi un caso che il bilancio 2014, che nella formulazione originaria evidenziava ingenti perdite, sia stato modificato con la solo presenza del nuovo sindaco, Renna, e del commercialista, ed approvato con un utile pari a 5.475 euro”.

Il caso del bilancio 2012

A titolo esemplificativo, il gip ha ricordato l’ter di approvazione del bilancio per l’anno 2012, considerato significativo ai fini della ricostruzione della storia di Fiscalità locale: “La prima bozza presentava un utile di 3.040 euro, ma non veniva approvata in ragione della relazione del revisore unico Gianluca Calò il quale riferiva di non condividere l’operato degli amministratori con riferimento all’iscrizione tra i crediti all’attivo patrimoniale di 105.925 euro, concernente l’ammanco di cassa e 11.047,45 relativo ad aggi che il revisore reputava indebiti”.

Stando a quanto risulta dalla documentazione acquisita, “dopo l’elaborazione di una bozza attestante la perdita di 106.435,55 euro, il consiglio di amministrazione, sulla base delle direttive fornite da Pasquale Rizzo, il sindaco, approvava il bilancio con un utile pari a un euro e 18 centesimi”. Nel 2013, la perdita pari a 45.813 ben oltre il terzo del capitale, ha comportato la conseguente riduzione dello stesso al di sotto dei limiti legali.

La prassi ritenuta discrezionale

Il pm Luca Miceli-2Di rilievo sono state ritenute le dichiarazioni rese durante le indagini da alcuni dipendenti, in qualità di persone informate sui fatti: “Rendono chiara la discrezionale prassi nella gestione dei tributi, con particolare riferimento ad agevolazioni e rateizzazioni delle somme degli accertamenti”, si legge nel provvedimento di arresto. “Erano sostanzialmente d’accordo sulla gestione della società, tanto che se si trattava di tributi dovuti da elettori dell’opposizione si calcolavano interessi e sanzioni, mentre se si trattava di quelli della maggioranza, si cercava di favorirli”.

Un dipendente, inoltre, ha “fatto esplicito riferimento alla sparizione di alcuni dati dalla banca dei tributi, alle agevolazioni rateali concesse discrezionalmente dal presidente del cda Luigi Conte e all’aumento vorticoso delle consulenze legali”. Secondo quei dipendenti, “le motivazioni del perché dell’agonia di Fiscalità locale si sia protratta a lungo, sono da ricercare anche in finalità di ordine politico che allo stato non rilevano per i reati per i quali per i quali si procede, ma che forniscono un contributo chiarificatore dei fatti”.

Gli interrogatori in fase di indagine

Rizzo, interrogato il 23 marzo 2018, ebbe modo di chiarire: “La ricchezza sono le ingiunzioni, non la banca dati. Questa è solamente un qualcosa che in qualunque momento una qualsiasi società può rimettere in moto”. Venerdì mattina avrà modo di spiegare le ragioni alla base dei provvedimenti adottati durante la sua Amministrazione, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis. Sarà presente anche il pubblico ministero titolare del fascicolo d’inchiesta, Luca Miceli (nella foto in alto).

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