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Cronaca San Pietro Vernotico

Duemila pannelli solari bruciati, stoccati all'aria aperta, scatta la denuncia

Duemila moduli fotovoltaici danneggiati e parzialmente bruciati stoccati all'aria aperta. È questa la scoperta fatta dai carabinieri del Nucleo ecologico di Lecce e dai finanzieri della tenenza della guardia di finanza di San Pietro Vernotico

SAN PIETRO VERNOTICO – Duemila moduli fotovoltaici danneggiati e parzialmente bruciati stoccati all'aria aperta. È questa la scoperta fatta dai carabinieri del Nucleo ecologico di Lecce e dai finanzieri della tenenza della guardia di finanza di San Pietro Vernotico, nell'ambito di due attività, avviate separatamente, di contrasto ai reati ambientali commessi nel settore delle energie rinnovabili. Denunciato il responsabile, il rappresentate legale della società romana proprietaria dei pannelli. L’ipotesi di reato è deposito incontrollato di rifiuti e gestione di rifiuti speciali non autorizzata.

L'ammasso di moduli era stato stoccato in un'area di un'ex fabbrica sita sulla strada provinciale che collega San Pietro Vernotico alla marina di CampoIMG_20140606_155442-2 di Mare, la ex azienda agricola Primavera. Da quanto è stato accertato il deposito messo a disposizione per stoccare i pannelli ormai fuori uso possedeva tutte le autorizzazioni necessarie per questo genere di attività ma la procedura utilizzata per lo stoccaggio era completamente fuori legge.

I moduli fotovoltaici fuori-uso, contenevano tellururo di cadmio, un composto chimico che sprigiona una polvere tossica. Non può quindi stare all'aria aperta. I pannelli, inoltre, erano in gran parte danneggiati nella struttura vitrea e parzialmente bruciati. Inoltre erano in quantità superiore rispetto a quella consentita.

“Si tratta di rifiuti speciali sulla cui gestione molti aspetti dovranno essere chiariti, non solo con la valutazione della copiosa documentazione acquisita presso la sede della società, ma anche con altri approfondimenti investigativi tuttora in corso”, si legge in una nota inviata dal Noe, agli ordini del maggiore Nicola Candido” e dalla tenenza di San Pietro, guidata dal luogotenente Alfredo Proto.

L’autorità giudiziaria, prontamente informata, ha già provveduto alla convalida del sequestro.

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