Riciclavano i soldi degli assalti ai bancomat nelle macchine cambiasoldi
Hanno cambiato, in più occasioni, banconote macchiate di inchiostro indelebile, provento, quindi, di azioni criminose, alle macchinette cambia soldi di bar e sale giochi di San Pietro Vernotico, San Pancrazio Salentino, Mesagne, Ceglie Messapica e San Donaci e quando i vari gestori se ne sono accorti hanno interpellato la Guardia di finanza
SAN PIETRO VERNOTICO – Hanno cambiato, in più occasioni, banconote macchiate di inchiostro indelebile, provento, quindi, di azioni criminose, alle macchinette cambia soldi di bar e sale giochi di San Pietro Vernotico, San Pancrazio Salentino, Mesagne, Ceglie Messapica e San Donaci e quando i vari gestori se ne sono accorti hanno interpellato la Guardia di finanza. È così che è partita l’indagine che ha portato all’arresto, questa mattina, giovedì 9 ottobre, di tre persone: Andrea Versienti, 40 anni di San Pietro Vernotico, Antonio Patronelli 27 anni di San Donaci e sua moglie Nadia Lezzi di 33 anni. Tutti sono accusati a vario titolo di riciclaggio di denaro proveniente da rapina in banca, ricettazione e furti in abitazione. Nell’inchiesta sono coinvolti anche i genitori della 33enne, V.L. 59 anni e C.G. 54 anni. Le cinque persone che sono finite nei guai hanno operato con l’aiuto di altri cinque soggetti che però al momento non risultano indagati.
L’indagine è stata avviata dai militari della tenenza della guardia di finanza di San Pietro Vernotico, al comando del luogotenente Alfredo Proto (nella foto a destra), nell’ottobre del 2013 quando, come già accennato, alcuni esercenti trovarono banconote macchiate di inchiostro nelle macchinette cambia soldi poste nelle loro attività commerciali. Spuntò denaro sporco di rosso e di blu. Segno che proveniva da azioni criminose differenti. In totale si tratta di quattro banconote da 20 euro e due da 50. I dispositivi macchia soldi nella maggior parte dei casi si trovano nelle casseforti, specie in quelle di bancomat e postamat.
I finanzieri grazie ai sistemi di videosorveglianza installati nelle attività commerciali riuscirono a individuare sin da subito i responsabili di questo singolare metodo per riciclare il denaro proveniente da attività illecite. Si trattava di Versienti e Patronelli. I due furono messi sotto intercettazione e per mesi furono pedinati e controllati dai finanzieri. Durante il periodo di indagini Patronelli si è reso responsabile di un furto di televisori in un’abitazione di San Pancrazio Salentino. Il colpo fu seguito in diretta dai militari che poco dopo si recarono a casa sua per una perquisizione. Aveva consegnato gli elettrodomestici alla moglie che insieme ai suoi genitori si era occupata della relativa “vendita”. La donna con i suoi parenti risponde solo di ricettazione. Mentre Patronelli di riciclaggio e furto in abitazione, Versienti, difeso dall’avvocato Pasquale Rizzo, solo di riciclaggio di denaro.
Le altre cinque persone coinvolte che però non risultano indagate avrebbero preso parte al furto e ai vari episodi di cambio di denaro. L’azione criminosa che ha portato al furto delle banconote macchiate di inchiostro non è ancora stata individuata.