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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Santa Teresa, la situazione precipita: 39 lavoratori licenziati, gli altri in mobilità

Lo spiraglio apertosi dopo l’incontro in Regione dello scorso 9 novembre pare si sia definitivamente chiuso. La Santa Teresa ha inviato le lettere di licenziamento a 39 dei suoi dipendenti e sta avviando la procedura di mobilità per gli altri lavoratori. Le cose insomma sembrano mettersi male per la società in house della Provincia

BRINDISI – Lo spiraglio apertosi dopo l’incontro in Regione dello scorso 9 novembre pare si sia definitivamente chiuso. La Santa Teresa ha inviato le lettere di licenziamento a 39 dei suoi dipendenti e sta avviando la procedura di mobilità per gli altri lavoratori. Le cose insomma sembrano mettersi male per la società in house della Provincia.

La doccia fredda è arrivata nel corso di una riunione del comitato di Direzione svoltasi lo scorso 27 novembre. L’amministrazione provinciale ha dovuto prendere atto “della verifica negativa sulla disponibilità delle risorse regionali da poter utilizzare per finanziare attività da affidare a Santa Teresa al fine di ridurre il numero degli esuberi”.

La Regione, insomma, non ha soldi per finanziare una serie di progetti presentati dai responsabili della partecipata. Il dirigente de Servizi finanziari della Provincia, quindi, alla luce della situazione finanziaria dell’ente, ha dovuto attestare che “non è possibile – si legge nel verbale del comitato di direzione – garantire la copertura finanziaria da effettuare nel 2016”. E il presidente Maurizio Bruno a sua volta ha confermato “di non potersi non procedere da parte di Santa Teresa all’invio delle lettere di licenziamento attinenti alla procedura di mobilità chiusa, con decorrenza immediata”.

Inoltre lo stesso Bruno ha dovuto dare il via libera “all’ulteriore procedura di mobilità per le restanti unità dipendenti ella società onde scongiurare evidente danno all’erario”.

Lo scenario dunque è cambiato diametralmente rispetto all’incontro in Regione del 9 novembre cui prima avevamo fatto cenno. In quella occasione, la task force allestita dall’ente invitò i dirigenti dell’azienda a presentare un piano industriale triennale per valutarne la sostenibilità economica. Ma la verifica, come emerso appunto durante il comitato di direzione, ha avuto esito negativo. Non ci sono risorse a sufficienza per finanziare il rilancio della partecipata. E i primi a pagarne le conseguenze sono stati i 39 lavoratori sull’orlo (ormai superato) del licenziamento.

A questo punto, il segretario provinciale del sindacato Cobas, Roberto Aprile, sollecita “una iniziativa alla Regione per chiedere un aiuto per i 39 licenziati”. Lo stesso Aprile chiama in causa anche lo Stato, chiedendo “chiarezza sulle funzioni da assegnare alle province”. “La Regione Puglia intanto  - prosegue il sindacalista - deve chiarire le funzioni che deve svolgere” , anche perché si è in attesa “che la legge regionale sul riordino delle province venga riempita di contenuti”. “Insomma  - conclude Aprile - un vero problema difficile da risolvere se non c'è piena collaborazione”.

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