rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"Savino fammi vedere il filotto": così la dirigenza biancazzurra truccava le partite

Le "papere" del portiere William Carotenuto in occasione della partita Brindisi-San Severo sono l'emblema dell'ennesimo scandalo sul calcio scommesse portato alla luce dalla Dda di Catanzaro. La dirigenza della Ssd Calcio città di Brindisi è stata travolta da questo terremoto

BRINDISI – Le “papere” del portiere William Carotenuto in occasione della partita Brindisi-San Severo sono l’emblema dell’ennesimo scandalo sul calcio scommesse portato alla luce dalla Dda di Catanzaro. La dirigenza della Ssd Calcio città di Brindisi è stata travolta da questo terremoto.  L’ex proprietario, Antonio Flora, 69  anni, di Bari, il figlio, Giorgio Flora, 33 anni, di Bari, l’attuale proprietario, Vito Morisco, 45 anni, di Bari, e il dirigente Savino Daleno, 40 anni, di Barletta, sono stati raggiunti da un provvedimento di fermo di indiziato di delitto insieme ad altre 45 persone.Antonio Flora, in primo piano, insieme al figlio Giorgio

Sono accusati di aver combinato, in concorso con dirigenti e calciatori di altre squadre, gli esiti di Brindisi-San Severo del 30 novembre 2014 e Pomigliano-Brindisi del 14 dicembre 2014. Tutto questo nell’ambito di un’associazione finalizzata a commettere “più delitti di frode in competizioni sportive e di truffa” di cui farebbero parte anche Mario Moxedano, presidente del Neapolis, Antonio Ciccarone, dirigente del Neapolis, Emanuele Marzocchi, giocatore della Puteolana, e altre persone che gravitano nel mondo del calcio: Francesco Molino, Antonio Palermo, Salvatore Astarita e Pasquale Izzo. Tale sodalizio, vicino secondo gli inquirenti alla cosca della 'ndrangheta Iannazzo di Sambiase-Lamezia Terme, agiva quasi esclusivamente sui campi dei gironi meridionali della Serie D (Nella foto a destra, Giorgio e Antonio Flora).

C’era poi una seconda associazione che truccava le partite del campionato di Lega Pro (ex Serie C1). Di questa farebbe parte, con un ruolo di primissimo piano, il 34enne Massimiliano Carluccio, originario di San Pietro Vernotico e residente a Gatteo (Forlì-Cesena), che si sarebbe avvalso, fra gli altri, del supporto dei concittadini Raffaele Pietanza, 34 anni, di San Pietro Vernotico, e Marcello Solazzo, 32 anni, sempre di San Pietro Vernotico. 

Antonio Ciccarone-2BRINDISI - SAN SEVERO -  I poliziotti della squadra Mobile di Catanzaro, in collaborazione con i colleghi dello Sco di Roma, hanno effettuato migliaia di intercettazioni telefoniche. E’ stato davvero complesso e articolato il lavoro investigativo che ha accompagnato ognuna delle partite al centro dell’indagine. Brindisi-San Severo, come accennato, è stata presa come paradigma del sistema utilizzato dall’associazione per truccare le partite. Registi dell’operazione, oltre ai dirigenti biancazzurri, si presume siano stati i fratelli Antonio Ciccarone, direttore sportivo del Neapolis, e Vinicio Ciccarone. I telefoni di Antonio Ciccarone erano sotto controllo quando pochi giorni prima della partita, disputatasi il 30 novembre del 2014, intercorsero i primi contatti con Savino Daleno. Prima di iniziare a tessere le trame della combine, Ciccarone contattò il portiere del San Severo, il 32enne William Carotenuto, testandone la disponibilità ad aggiustare la partita, favorendo una vittoria del Brindisi (reduce da una striscia di risultavi negativi che stava compromettendo la corsa verso la zona playoff). Gli indagati parlavano sempre con un linguaggio criptico, facendo estrema attenzione ai termini utilizzati (nella foto a sinistra, Antonio Ciccarone).

LE AZIONI SALIENTI DI BRINDISI-SAN SEVERO

“Mo viene Natale qui – disse Ciccarone a Carotenuto – e non abbiamo un euro…dobbiamo vedere di fare qualcosa”. Così iniziarono le “grandi William Carotenuto-2manovre” per sistemare la partita. La prima conversazione con Daleno viene intercettata il 25 novembre. Ciccarone, facendo riferimento a un paio di giocatori che presumibilmente sarebbero dovuti rientrare nell’operazione, afferma: “Con questi ragazzi qua, ci avevo parlato già un po’ di tempo fa per il trasferimento a dicembre e questo sarebbe disposto…vuole venire davanti a te così facciamo una cosa chiara e precisa”. Le conversazioni sono sempre all’insegna della prudenza. Non si parla mai di partite da aggiustare, ma di under da comprare. Fin dalle prime chiacchierate fra Daleno e il dirigente del Neapolis, si capisce che la trattativa può andare in porto. Daleno allora “alza la cornetta” per ragguagliare Giorgio Flora sullo stato dell’arte. Il figlio del patron è preoccupato per il rendimento degli uomini di mister Castellucci. Si aspetta da Daleno “un filotto”. “Savino – dice Giorgio Flora – ma tu hai detto a me: Facciamo filotto. E dove si fa questo filotto – dichiara ancora Giorgio Flora – Savino? Fammi vedere il filotto, io non lo vedo”. Daleno tranquillizza Flora, assicurandogli che la squadra avrebbe inanellato una striscia di vittorie consecutive, fino al big match casalingo contro la capolista Andria (nella foto a destra, WIlliam Carotenuto).

Ma Daleno viene sonoramente rimproverato da Antonio Flora per i contatti con il figlio Giorgio su una questione così delicata. L’imprenditore barese, a quanto pare, non riponeva grande fiducia nel figlio. Lo si deduce da una conversazione con Daleno del 25 novembre. “Ora te lo chiedo la terza volta – dice Flora a Daleno – e poi non te lo chiedo più. Con mio figlio non devi parlare di un c…o. Perché quello si comporta come un ragazzino di 13 anni”. Al netto di questo piccolo incidente diplomatico, le conversazioni fra Daleno e Ciccarone vanno avanti. Anche il dirigente dell’area tecnica, Vito Morisco, viene tenuto al corrente dei fatti. Per far capire che un giocatore del San Severo è disponibile ad aggiustare la partita, Daleno parla di “un under che è del 95 che è un bravo e però c’è da pagare il prezzo…ho detto va bene ora vengo ora vediamo”.

L’impressione è che oltre a pensare alla partita col San Severo, si stessero ponendo le basi anche per future collaborazioni. Lo si deduce quando Daleno, riferendo a Flora gli ultimi sviluppi della macchinazione, parla “di una bella situazione”. “La c’è un vivaio – dice ancora Morisco – capito? Sì perché hanno i campi tutti a disposizione, ci dobbiamo vedere, dobbiamo parlare un po’”. Nelle  febbrili telefonate che segnano la vigilia della partita compare anche la figura del “procuratore” (“Vedi un poco di poter parlare– dice Antonio Ciccarone a Daleno – se giusto qualcosina solo per far uscire le spese del procuratore che deve venire a vedere la partita…giusto capisci a me”). In realtà si tratta del fratello di Antonio Ciccarone, Vinicio Ciccarone, al quale viene affidato il compito di ritirare materialmente il denaro alla fine della partita, per poi consegnarlo al portiere Carotenuto.

Daleno si incontra personalmente con i fratelli Ciccarone e Carotenuto per  mettere a punto i dettagli. Per il 30 novembre, giorno della gara, sembra tutto sistemato. E la partita va a gonfie vele. Il Brindisi si porta infatti in vantaggio con un tiro, tutt’altro che irresistibile, dell’under Lorusso, al 19’ del primo tempo. Al 34’, Carotenuto esce in maniera avventata su Ancora. Lo atterra platealmente e finisce anitempo negli spogliatoi per somma di ammonizioni. L’arbitro concede il calcio di rigore. Lo stesso Ancora realizza il gol del 2-0. Vinicio Ciccarone aggiorna il fratello in tempo reale sull’andamento del match. E le sue considerazioni sono abbastanza eloquenti. “Ah – chiede Antonio a Vinicio -  e come è stato?”. Il “procuratore” gli risponde. “No, due a zero! Ma due regali proprio, due regali proprio. Un calcio di rigore e un tiro.  Un tiro…chiamiamolo tiro”. Come da accordi, quindi, il Brindisi porta a casa l’intera posta in palio (il San Severo fra l’altro navigava nella parte bassa della classifica, e con ogni probabilità i biancazzurri si sarebbero potuti imporre anche senza il trucco).

Ma a fine partita scoppia la grana. Daleno, infatti, contrariamente a quanto pattuito, non ha con sé il denaro. Ne scaturisce un tira e molla di telefonate . Carotenuto rivendica con insistenza il proprio compenso. Daleno e Ciccarone cercano di tranquillizzarlo. “Io ti rispondo – afferma Daleno – io sono il garante, non ti deve rispondere nient’altro”. A quanto pare, però, una soluzione poi viene trovata.

Emanuele Marzocchi-2POMIGLIANO-BRINDISI - Gli stessi interpreti, con l’aggiunta di qualche new entry, ripropongono un analogo copione anche in occasione della partita in casa del Pomigliano, disputatasi il 14 dicembre del 2014. E’ sempre Daleno a fare da tramite fra il sodalizio di via Benedetto Brin e il direttore sportivo del Neapolis. Ma stavolta entra in gioco anche Emanuele Marzocchi, 31 anni, calciatore della Puteolana, persona di fiducia dello stesso Ciccarone e del presidente del Neapolis, Moxedano. Ricorrendo sempre a un linguaggio criptico, Daleno e Ciccarone mettono a punto le basi della combine (nella foto a sinistra, Emanuele Marzocchi).

Non si parla mai esplicitamente di soldi. Tale espressione viene rimpiazzata col termine “documenti per il tesseramento”. “Si si Savì – dice Antonio Ciccarone a Daleno – tutto a posto. Per quanto riguarda con il procuratore l’aspetto economico, stavo aspettando che lui alle otto e mezza, sta arrivando quell’amico mio, ci dobbiamo andare insieme e dire: guarda la situazione è questa, domani mattina i documenti per fare il tesseramento ce l’ha in mano Emanuele, domani mattina sta con noi”. Il riferimento è appunto a Emanuele Marzocchi, che dovrà raccogliere il denaro da versare ai giocatori del Pomigliano coinvolti nella vicenda, per truccare la partita. “Gli dai quello che gli devi dare – dice Ciccarone in riferimento a Marzocchi – viene a vedere pure la partita”.

Dalle intercettazioni non emergono i nomi dei calciatori del Pomigliano che danno la propria disponibilità a far vincere il Brindisi. La dirigenza Il presidente Flora tiene la squadra a rapportobiancazzurra, secondo gli investigatori, si impegna a versare 15mila euro per “ammorbidire gli avversari”. I soldi vanno consegnati prima della partita. Ciccarone si assicura che non si ripetano gli stessi problemi di pagamento verificatisi in occasione della partita col San Severo. “Per sabato sera – dice Ciccarone a Daleno – tu sei pronto, come abbiamo parlato l’altra volta con il tuo presidente. O il tuo presidente comincia a dire dopo dopo?”. Antonio e Giorgio Flora vengono sempre tenuti al corrente dei fatti.

Durante conversazione fra Daleno e il presidente intercorsa il giorno stesso della partita, viene tirato in ballo anche mister Castellucci, probabilmente per questioni tecniche. “Hai parlato con il mister – dice Flora a Daleno – gli hai detto del fatto?”. Daleno risponde: “Gli ho fatto capire in tutti i modi, lui ha detto che di lavorare….si lavora”. Flora a sua volta risponde: “Ma, non so che farmene”.

La partita procede secondo i programmi. I biancazzurri si imporranno per 4-0. Da quanto si deduce dal provvedimento di fermo, i 15mila euro finiscono a chi di dovere. Ma qualche giorno dopo, Flora, per motivi non chiari, va su tutte le furie. I dirigenti del Brindisi si sentono truffati. “Lo so, lo so, lo so – dice Giorgio Flora a Savino Daleno – tu hai messo tutto, però lui si è incazzato perché qualcosina, qual cosina, sai il contributo l’ha dato. “Le intercettazioni successive  - si legge nel documento - non chiariranno quale possano essere stati i motivi che avevano portato i dirigenti del Brindisi a sentirsi truffati ed è solo ipotesi investigativa che forse agli stessi era stato promesso qualche risultato sicuro su cui scommetere per recuperare i quindicimila euro dati al duo Marzocchi – Ciccarone per combinare a loro favore la partita Pomigliano – Brindisi”.

Il presidente Antonio Flora-3IL RUOLO DEI SAMPIETRANI - Ciccarone operava prettamente nel mondo dei dilettanti. Le combine in Lega Pro, invece, erano sotto la giurisdizione dell’associazione di cui facevano parte i sampietrani Carluccio, Pietanza e Solazzo. Su questo fronte investigativo, sono emersi dei legami con persone che gravitano in contesti malavitosi della Serbia, del Kazakistan e dell’Albania. Carluccio è considerato il socio occulto della Pro Patria, che all’epoca dei fatti militava in Lega Pro. Gli inquirenti lo ritengono uno dei “promotori/costruttori di un’associazione operante a livello mondiale finalizzata alla commissione dei suddetti delitti diretti ad influire ed alterare - nel campionato di calcio di Serie B, in Lega Pro, in Coppa Italia nazionale e di Lega Pro e in partite internazionali di calcio e basket”. Le partite sospette riconducibili a tale sodalizio sarebbero 11. Insieme al socio di fatto della Pro Patria Mauro Ulizio, il sampietrano avrebbe “combinato di propria mano le gare di campionato del Pro Patria, valendosi di calciatori venduti ed a loro servizio continuato, cedendone i risultati falsati a scommettitori dietro richieste di finanziamento per l’organizzazione della frode sportiva”.

E quando c’era da riscuotere un credito, si ricorreva alle maniere forti. Solazzo, Carluccio e Pietanza, infatti, insieme allo stesso Ulizio e a un altro indagato, Massimo Cenni, sono accusati di aver tenuto sotto sequestro e pestato un albanese che aveva contratto con loro un debito pari a 160mila euro, togliendogli il documento di identità. Tale episodio si sarebbe verificato pochi giorni fa, lo scorso 20 aprile, a Gatteo (Forlì). Non solo, lo scorso 3 aprile, Pietanza, Solazzo e Ulizio, da quanto appurato gli inquirenti, se ne andavano in giro con coltelli e armi da sparo (“allo stato non individuate”), a bordo di un’auto. 

Era gente tutt’altro che sprovveduta, insomma, quella che per un’intera stagione sportiva (quella attuale) ha condizionato l’andamento dei campionati di Serie D e di Lega Pro, truffando le decine di migliaia di sportivi che ogni domenica trepidano per le sorti della loro squadra del cuore. Molti degli indagati sono recidivi. Basti pensare a Vito Morisco e Savino Daleno.

Il primo è da tempo uno dei più stretti collaboratori di Flora. Nel 2014  ha finito di scontare una squalifica pari a 3 anni per un tentativo di illecito sportivo risalente al febbraio 2011, quando era il direttore sportivo del Fasano, all’epoca nelle mani proprio di Antonio Flora. Morisco si incontrò per le vie di Bari con il giocatore del San Paolo Bari Junior De Camargo, proponendogli “un’intesa” in vista del match fra le due formazioni. Ma De Camargo riprese di nascosto il faccia a faccia, divulgando il video sul web. Morisco è rimasto vicino a Flora anche nell’esperienza brindisina. Il secondo deve ancora finire di scontare una squalifica per un illecito sportivo risalente alla stagione 2011/2012, quando giocava fra le file dell’Irsinese Matera.

Entrambi, dopo l’uscita di scena di Flora, che lo scorso marzo ha ceduto le quote a Morisco, reggono tuttora le redini del calcio brindisino. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Savino fammi vedere il filotto": così la dirigenza biancazzurra truccava le partite

BrindisiReport è in caricamento